Cultura partecipata

Come si restituisce alle comunità locali un’identità collettiva perduta? Come si attivano pratiche virtuose di condivisione delle decisioni che riguardano l’azione pubblica? Come è possibile calendarizzare eventi, manifestazioni, mostre, rassegne, e qualsiasi altra scintilla culturale in grado di far uscire di casa le persone e “costringerle” ad abbeverarsi alla fonte della crescita individuale e collettiva?

Molti dei nostri comuni virtuosi stanno sperimentando, in un contesto di difficoltà oggettiva (carenza di risorse, perdita di identità delle comunità locali, scarsa fiducia nelle istituzioni, crisi economica e sociale…) pratiche di eccellenza nel campo della cultura partecipata. Si tratta a volte del recupero di aree ed edifici dismessi, dell’abbellimento di un presidio pubblico, della messa in rete di tutti i soggetti (pubblici e privati, imprenditoriali ed associazionistici) che operano in questo campo per condividere un’agenda altrimenti sovrapposta fatta di inutili e dannose contrapposizioni.

Uno spaccato di queste esperienze andrà in scena nel comune virtuoso di Chiari (BS) il 22 aprile prossimo, in occasione della Scuola di Altra Amministrazione intitolata per l’appunto “Cultura partecipata”. Come scrive nella presentazione del suo intervento Laura Ferraris, assessore alla cultura del Comune di Parma, “si fa presto a dire partecipazione, ma in realtà in un ambito fluido, come quello culturale, non focalizzare la sostenibilità dei processi può portare a disperdere energie e a costruire barriere invece che ponti. Il ruolo di un’amministrazione è quello di ascoltare le voci di una comunità composita e tradurle in un linguaggio comune e in azioni concrete”. 

La scuola si terrà nella splendida cornice di Villa Mazzotti, oggetto di una rinascita e recupero culturale frutto del lavoro di un’amministrazione che ha attivato un lungo processo partecipativo di coinvolgimento della comunità locale.

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