Decalogo per le città di domani

Un articolo di Sergio Ferraris, direttore di Qualenergia, ci racconta le proposte concrete di EcoFuturo per abbattere drasticamente l’inquinamento nelle nostre città. Ci sembrano suggerimenti quanto mai utili in un momento particolare come questo, in cui molti consigli comunali andranno al rinnovo delle carica alle prossime elezioni amministrative.

Le maggiori emissioni da polveri sottili nelle città sono dovute al gasolio in tutte le sue applicazioni e in ordine di grandezza i motori diesel dei camion della nettezza urbana, gli autobus e poi il trasporto privato in tutte le sue forme poi le caldaie del riscaldamento e anche il consumarsi dei pneumatici e degli impianti frenanti. Queste sono le fonti dell’inquinamento urbano che il decalogo di Ecofuturo, presentato questa mattina al Senato, vuole combattere. «”Vogliamo promuovere una rete delle tante esperienze virtuose del Paese, che permetta di superare la situazione di frammentazione attuale dell’ecologismo italiano – ha detto Michele Dotti, educatore ecologista, uno degli ideatori del Festival EcoFuturo – per il bene comune e la sostenibilità; è ciò che stiamo facendo e che continueremo a fare nella terza edizione del Festival Ecofuturo».

Il festival di Ecofuturo si svolgerà a Rimini dal 26 al 31 luglio 2016 presso l’Ecoarea del capoluogo romagnolo. Alla presentazione del decalogo erano presenti i membri organizzatori del Festival Ecofuturo, arrivati a bordo di tre Nissan Leaf, auto completamente elettriche, tra i quali Fabio Roggiolani, vicepresidente del Gruppo Informale Geotermia e Ambiente (Giga) che ha presentato l’evento citando due tecnologie utili nell’ambito della lotta alle polveri sottili. «Molte città italiane, in primis Milano e Roma, possono usare la geotermia per la climatizzazione, abbattendo le polveri sottili derivate dal riscaldamento. – ha detto Roggiolani – Sul fronte del trasporto, invece è possibile da subito la riconversione dei mezzi pubblici a GNL (Gas Naturale Liquefatto) magari da origine biologica cosa che abbatterebbe immediatamente le polveri emesse dal trasporto privato dell’80% e darebbe una mano a combattere i cambiamenti climatici». Si tratta di un’applicazione nella quale le aziende italiane sono leader nel mondo e che avrebbe dei ritorni sugli investimenti molto rapidi, di circa un anno.

«La tecnologia non aiuta in questo caso. – ha detto Luca Mercalli, metereologo, climatologo e divulgatore scientifico, collegato via internet all’evento – E c’è una connessione tra la rete e l’inquinamento anche se sembra distante. L’utilizzo sistematico di una rete a banda larga di qualità, per esempio, può essere determinante, per ridurre tutti gli spostamenti non necessari, applicando metodologie come le teleconferenze e il telelavoro. E se a tutto ciò aggiungiamo l’uso dell’auto elettrica ecco che potremmo parlare di riduzioni d PMx importanti». E si tratta di un aspetto non trascurabile se si pensa che il 70% del traffico che interessa il centro di Roma è traffico d’attraversamento, ossia di persone che non devono raggiungere il centro e non hanno alternative, come quella rappresentato dal un trasporto pubblico efficiente. Ma la questione non è solo tecnologica.

«Sono necessari coraggio, fiducia e cultura. – ha detto Mario Tozzi, primo ricercatore del Cnr e divulgatore scientifico – Oggi l’auto elettrica è come i primi piccoli mammiferi ai tempi dei dinosauri. Se ne sta acquattata in una nicchia aspettando l’estinzione dei grandi rettili, ossia le auto. E per accelerare questo processo è necessario che si cambi cultura, che si acquisti una certa dose fiducia e ciò può esserci solo se si è coraggiosi e si abbraccia una visione. Per questo è assolutamente necessario che la politica abbia questa visione, senza la quale non si riuscirà a fare nulla». Un problema, quindi, sociologico dal quale, però, non deve prescindere un approccio più allargato, perché esistono mondi diversi che si stanno connettendo, tra loro in maniera inedita. Come nel caso dell’agricoltura che diventa un soggetto attivo nella produzione energetica.

«La campagna può essere il migliore alleato delle città nella battaglia contro le polveri sottili. È necessario che ci si confronti con molte questioni, per mettere assieme tutti gli attori e ciò perché abbiamo di fronte il problema dei problemi. il clima. Non possiamo più immaginare il nostro essere produttori d’energia senza tenere conto dei cambiamenti climatici. – ha detto durante l’incontro Piero Gattoni, Presidente del Consorzio Italiano Bogas (Cib) – è necessaria un’alleanza tra città e campagna per una rivoluzione del paradigma circa i consumi, per andare in direzione di una bioeconomia circolare. Con filiera corta del biometano, interamente made in Italy. In una prospettiva al 2030, l’Italia potrebbe destinare 2,6 mld di metri cubi di biometano all’autotrasporto e alimentare 2 milioni di veicoli all’anno con un abbattimento del 97% delle emissioni di CO2, del 90% il particolato e del 50% gli ossidi di azoto (NOx) rispetto a ciascun veicolo a combustione fossile che si andasse a sostituire. La “rivoluzione agricola” può innescare le rivoluzioni della mobilità sostenibile e delle smart city». Però i cittadini subiscono gli assalti delle fonti fossili anche sotto altri profili.

«Oggi assistiamo a una finanziarizzazione dell’economia e quindi anche di quella degli alimenti. – ha detto Elio Lannutti, presidente di Adusbef – Si tratta di un fenomeno che ha delle chiare connessione con la cultura delle fonti fossili, sia perché ha le stesse dinamiche finanziarie, sia perché i sistemi alimentari d’oggi sono fortemente dipendenti da queste fonti. E su tutto ciò c’è una cappa, una sorta di censura fossile che è pervasiva e avvolge tutto ciò che tocca». E inoltre ci sono anche le esternalità ambientali, ossia i costi ambientali e sanitari di questa situazione.

«Bisogna fondare le analisi su dati scientifici consolidati. E la verità scientifica è che nel 2013 54mila italiani sono morti per patologie legate o aggravate dalle polveri sottili. – ha detto Valerio Rossi Albertini, docente di fisica e ricercatore del Cnr – In pratica è sparita una città di medie dimensioni. Ma non basta. Oltre ai 54mila morti è necessario considerare tutti coloro che sono ammalati a causa dell’inquinamento e che per questo motivo pesano sulle casse del sistema sanitario. E a livello individuale non possiamo fare nulle. Possiamo scegliere acqua e cibo, ma non l’aria che respiriamo e c’è un deficit anche di conoscenza perché la polveri sottili delle città sono un cocktail di sostanze chimiche che non esiste in natura, ragione per la quale non sappiamo come risponde il nostro sistema respiratorio». E la situazione peggiore è quella di Roma, dove la non gestione del problema traffico porta a costi pesanti per i cittadini.

«Roma rispetto al problema del traffico è indietro di decenni. – ha detto Enrico Stefano, candidato alle comunali di Roma per il M5S che ha parlato in rappresentanza di Virginia Raggi candidata sindaco alla Capitale del M5S – Oggi abbiamo un veicolo per abitante (somma di auto, motocicli e mezzi pesanti N.d.R.)e ciò è il risultato di una politica fallimentare che ha portato la Capitale a una differenza abissale rispetto alle altri grandi città europee dove il tasso di motorizzazione è di almeno il 50% inferiore. Una delle soluzioni sarà quella di ricostruire la rete tranviaria iniziando a recuperare i 2-3 miliardi i euro che i romani perdono ogni anno con la congestione». Fare tranvie elettriche e continuarle ad alimentarle con elettricità da fonti fossili significa spostare il problema e la situazione in Italia non è quella ottimale.

«La quantità d’energia elettrica da fonti rinnovabili è in calo. – ha detto il senatore del M5S Gianni Girotto – E ciò lo si deve ai provvedimenti di questo governo che ha fatto del “terrorismo industriale” per bloccare le rinnovabili da un lato e normando fino all’inverosimile l’efficienza energetica arrivando quasi a bloccarla, il tutto per favorire le fonti fossili». Si tratta di normative che vorrebbero fare gli interessi del paese, ma rendono impossibile l’attività imprenditoriale sana e sostenibile, favorendo poche lobby, allontanando, così, investimenti importanti dall’Italia.

«Bisogna sgomberare il campo da un equivoco. Non è vero che siamo dipendenti dal petrolio e abbiamo le tecnologie utili per fare ciò. – ha detto Annalisa Corrado, portavoce di Green Italia e membro del comitato scientifico di Possibile – Detto questo penso che in Italia abbiamo una classe imprenditoriale, quella che si occupa di rinnovabili, eroica. Eroica per due motivi. Il primo è che resistono nonostante le incredibili bordate che ricevono il secondo è che credono che si possa migliorare il mondo al di la del profitto». Però ci sono anche cose positive nell’azione del governo che si accomunano al fatto che per la prima volta a Parigi nel dicembre scorso, a Cop 21, si è arrivati a un accordo.

«L’aria sta cambiando. E la distanza tra la politica e le persone, per quanto riguarda le tematiche ambientali sta diminuendo. Da un paio d’anni a questa parte molti dei pregiudizi e delle costruzioni mentali che ponevano resistenze alle questioni ambientali si stanno allentano. La legge sui reati ambientali, il collegato ambiente, l’ecobonus ci vede paese leader in Europa per le politiche sull’efficienza sono il segno di ciò. – ha detto Laura Puppato, senatrice PD, componente della Commissione Ambiente e capogruppo PD in Commissione Ecomafie – Mi sento di dire che c’è una politica più sensibile, sia con questi atti da parete del governo, sia con la prossima risoluzione sull’economia circolare che stiamo inviando in questi giorni a Bruxelles».

«Per quanto negli ultimi anni il dato relativo all’inquinamento a Milano stia migliorando, meno il 20%, i cambiamenti climatici renderanno ancora più sfidante lo sforzo di ridurre al minimo le emissioni inquinanti. – ha detto Beppe Sala candidato sindaco a Milano, in un suo messaggio di saluto all’iniziativa di Ecofuturo – Dobbiamo stimolare una riconversione edilizia ed energetica del patrimonio edilizio pubblico e privato. Il Comune per primo ha l’obbligo i dare l’esempio, trasformando gli involucri edilizi e le caldaie degli edifici comunali, a partire da quelli alimentati a gasolio». Ma non solo politica, nazionale e locale. È anche sulle tecnologie e sui monitoraggi che gioca la partita.

«Nelle città il gioco delle polveri sottili è truccato. Bisogna fare i monitoraggi ad altezza dei bambini, non a tre metri d’altezza. – ha detto Jacopo Fo, – E se lo facessimo ci accorgemmo che non ci sono degli sforamenti dei limiti ma che la normalità è tutto uno sforamento. Quindi non abbiamo speranze? No ne abbiamo, perché ora la questione dell’inquinamento sta diventando un problema economico. Un dato per tutti. I possessori di case del nord Italia in trenta anni hanno “buttato dalla finestra” è il caso di dirlo il valore della propria casa in termini di spreco energetico». Tradotto significa che stiamo lasciando un futuro più inquinato e più povero alle generazioni future. Questo è uno dei temi su cui verterà la prossima edizione del festival di Ecofuturo in programma a Rimini al 26 al 31 luglio prossimo.

DECALOGO PER MUOVERSI SENZA SOFFOCARE

PRIMO: ANDARE A PIEDI E IN BICI

La più bella risposta in città è andare a piedi, poi certamente andare in bicicletta ma il tributo di sangue dei pedoni e dei ciclisti è palese nelle statistiche e nelle cronache, per questo occorre che i soggetti deboli vengano protetti da scelte urbanistiche e di politica dei trasporti coerente. Ovvero bassa velocità di norma a 30 km/h e al massimo 50 km/h escluso le tangenziali veloci, inoltre piste ciclabili in tutte le forme possibili, aree pedonali/ciclabili (anche il ciclista deve dare la precedenza ai pedoni sempre, utilizzando luci e campanelli e una ragionevole velocità) zone a traffico limitato, strade a protezione rafforzata.

SECONDO: ANDARE ELETTRICI

L’uso dei mezzi elettrici a partire da biciclette, motorini, veicoli senza patente a due posti, auto, furgoni, autobus è la madre di tutte le battaglie e subito le zone a traffico limitato devono essere aperte solo ai mezzi interamente elettrici sempre e con la semplice comunicazione inoltre devono essere autorizzate senza complicazioni, il montaggio di colonnine o prese di ricarica privata e pubblica in ogni dove, con concessione di spazio parcheggio dedicato solo ai veicoli elettrici davanti alla colonnina. La colonnina privata deve essere messa a disposizione di tutti obbligatoriamente, previo accordo oneroso ma regolato da accordo pubblico. Favorire in ogni modo lo sviluppo della riconversione delle vecchie auto endotermiche con il kit a motore elettrico.

TERZO :MEZZI PUBBLICI E CAMION PRIVATI SOLO A BIO GNL

La maggior parte delle polveri sottili deriva dai motori pesanti a gasolio, oggi sono in commercio Autobus e Camion a GNL che riducono di oltre il 70% le polveri sottili senza perdere potenza e consentendo autonomie di percorrenza molto importanti.Sono da tempo in uso anche gli autobus a metano compresso (CNG) occorre un provvedimento del governo centrale che escluda dalle gare di acquisto di nuovi mezzi il motore a gasolio e benzina in maniera definitiva. I tempi di una simile rivoluzione sarebbero però lunghissimi a causa dei problemi finanziari ma finalmente abbiamo a disposizione tecnologie tutte italiane per la trasformazione dei motori a gasolio in circolazione in motori bi-fuel (metano GNL e gasolio) e per la sostituzione dell’intero motore da gasolio a gas. Grazie al costo inferiore del metano rispetto al gasolio una riconversione di tutti i motori con questi sistemi si ripaga con il risparmio indotto sul consumo di gasolio. Il gas metano può essere prelevato dalla rete ma la vera svolta è la produzione di biometano liquido rinnovabile dal compostaggio dei rifiuti umidi urbani e dalla filiera del #biogasfattobene che, in una nuova alleanza città campagna, senza uso di chimica e mantenendo lo stesso livello di produzione food, è in condizione di autoprodurre gran parte del fabbisogno di biometano liquido necessario alla mobilità. (Km percorribili per ettaro).

QUARTO: CONDIVIDERE

Car sharing elettrico, noleggio elettrico per entrare in città e comunque condivisione su ogni uso anche periferico delle automobili. Bike sharing e Bike sharing elettrico. Ridurre l’occupazione di suolo pubblico da autovetture private è fondamentale per restituire l’uso facile e non pericoloso della città agli esseri umani e agli animali. Bla Bla Car e tutte le altre app per muoversi insieme saranno alleati per un futuro in cui la mobilità non sia assolutamente inefficiente dal punto di vista energetico.

QUINTO : ASFALTI DRENANTI E SENZA PETROLIO

Un asfalto senza bitume e drenante non aumenta la temperatura a terra, ingloba le polveri sottili e le dilava con le piogge, sottraendole al rilancio fatto dai pneumatici che generano deleteri fenomeni di risospensione.

Un asfalto senza petrolio ci aiuta a combattere le isole di calore urbano anche con la variazione di colore, evitando che per la gran parte degli acquazzoni non avvengano fenomeni di allagamento immediato.

SESTO: RISCALDARE E RAFFRESCARE CON LA GEOTERMIA

Gli impianti di riscaldamento possono essere riconvertiti con le pompe di calore e se ci sono gli spazi per fare sonde (oppure pozzi in aree in eccesso idrico come Milano) la riconversione regina è costituita dallo scambio geotermico. La geotermia a bassa temperatura ci dà sia calore d’inverno che fresco d’estate, combattendo l’isola di calore all’esterno degli edifici, determinata oggi dagli impianti di condizionamento tradizionali.

SETTIMO: TELERISCALDARE E COGENERARE

L’uso dei combustibili fossili o bio per il semplice riscaldamento è una bestemmia ecologica e economica. Cogenerazione e trigenerazione devono essere resi obbligatori per tutte le strutture pubbliche e per tutte le istituzioni come banche, ospedali ecc. Occorre una linea finanziaria di prestito che svincoli gli enti pubblici dal patto di stabilità per questa riconversione, capace di portare immediati benefici economici ed infiniti benefici per la lotta alle polveri sottili e agli inquinanti cittadini.

OTTAVO: RINVERDIRE

Il verde in ogni spazio disponibile è un alleato fondamentale per ombreggiare, per assorbire CO2, per riprodurre ossigeno. Il verde va ripiantumato in ogni spazio residuale cittadino,vanno ricoperti tutti i muri di scarso valore come vanno inerbiti tutti i tetti che ne abbiano la giusta conformazione. Il riequilibrio cromatico, l’effetto barriera su rumore ed inquinante oltre alle caratteristiche di Carbon Captur rendono la presenza intensiva in ogni micro o grande spazio urbano una delle strategie basilari per la rinascita ecologica delle città .

NONO: ABBANDONARE GLI EQUIVOCI

Chiedere auto euro 6 e autorizzando nel contempo le minicar diesel superinquinanti.

Incentivare con i fondi del trasporto pubblico locale gli autobus scoperti per i tour turistici nei centri storici a gasolio.

Consentire ancora l’acquisto di Taxi non elettrici a metano o ibridi.

Dare nuove licenze di taxi anche a chi non ha una auto elettrica.

Consentire le consegne con mezzi a gasolio nelle zone a traffico limitato

DECIMO: POTENZIARE I TRASPORTI PUBBLICI

“Last but not least”, potenziare i trasporti pubblici ovviamente senza motorizzazioni a gasolio e renderli flessibili alle esigenze orarie e territoriali. Far girare autobus vuoti è un contributo all’inquinamento e non la sua soluzione. Integrare l’offerta di pubblico trasporto con le offerte dei taxi (solo con i possessori di taxi eco) con i siti di condivisione come Bla Bla Car, My Cicero e le numerose altre esperienze di condivisione di veicoli.