Il valore del paesaggio

Una bellissima intervista al vicesindaco del comune virtuoso di Seravezza Valentina Salvatori, tratta da Bestversilia.com, di Ugo Cirilli.

Il Comune di Seravezza (LU), in Versilia, è un territorio dalle notevoli risorse, caratterizzato da una grande varietà di ambienti nei quali si intrecciano meraviglie naturali e memorie storiche antichissime.

La nuova amministrazione guidata dal sindaco Riccardo Tarabella pone particolare enfasi sull’idea di un vero e proprio rilancio turistico del Comune; abbiamo parlato di questo e di altri argomenti con l’attuale vicesindaco, Valentina Salvatori. Dall’intervista, emerge il quadro di un’area dalle enormi potenzialità nella quale potrebbero svilupparsi nuovi, interessanti scenari dal punto di vista culturale, economico e ambientale.

La nuova amministrazione rivolge particolare attenzione all’aspetto turistico. Quali sono i punti di forza del nostro Comune, per renderlo una meta dall’identità autonoma rispetto alle località confinanti?

Sicuramente questa domanda centra temi importanti che ci vedono impegnati da anni e rappresentano alcuni degli aspetti di maggiore interesse per la nuova amministrazione. C’è la consapevolezza di un enorme potenziale dei nostri territori comunali; sul piano turistico, voglio evidenziare la ricchezza e la varietà di risorse che ci consentono di offrire un pacchetto di proposte davvero diversificato.

Un primo punto da considerare è l’aspetto ambientale: il nostro è un territorio dall’articolazione complessa, che passa da una pianura con tratti veramente splendidi (si pensi agli oliveti) che rappresentano ancora oggi traccia dell’antica centuriazione romana, all’area della collina con il capoluogo, per giungere infine alla montagna, senza dimenticare il fiume, elemento ricorrente e caratterizzante.

Tali ambienti rappresentano già un valore di per sé, con la loro bellezza naturale da tutelare; hanno però anche un altro valore, di tipo storico-identitario, molto forte. Ho già accennato al tema della centuriazione romana; risalendo il territorio, si arriva alla Rocca di Corvaia, che ci collega invece al Medioevo e alla possibilità, per il nostro Comune, di contribuire alla riscoperta dei percorsi della Via Francigena, dei quali abbiamo un tratto significativo. Lo sviluppo dell’area della Rocca di Corvaia potrebbe rappresentare sicuramente un’ottima occasione per collegarci alle progettualità della Regione Toscana sull’intero contesto dello storico cammino.

Abbiamo poi lo scenario del Palazzo Mediceo in cui ci troviamo adesso, da pochi anni patrimonio UNESCO, che rappresenta in tutto il suo splendore l’età rinascimentale del nostro territorio. A questo si aggiunga il centro storico del capoluogo di Seravezza, negli ultimi anni oggetto di importanti interventi di riqualificazione e oggi sempre più luogo interessante da scoprire e vivere in tutti i suoi scorci caratteristici.

Si uniscono quindi costantemente i due valori dei quali abbiamo parlato, quello del paesaggio e quello storico.

La presenza del fiume riconduce poi a due matrici di sviluppo importantissime: una è quella della Valle del Serra, legata alla storia di Michelangelo e al percorso che intraprese nel ‘500, alla ricerca dei pregiati marmi del Monte Altissimo. Sappiamo che non arrivò all’obiettivo, però ci furono attività estrattive nella cava di Trambiserra. La bellezza dei luoghi legati a tale vicenda è notevole; forse avrete seguito il dibattito attorno alla Desiata, un ambiente per il quale stiamo cercando di elaborare un progetto di valorizzazione turistica sostenibile.

Un’altra prospettiva molto interessante è quella della Valle del Vezza e delle Vie del ferro e dell’argento. Sono tanti gli antichi opifici nati per la lavorazione di tali risorse minerarie oltre che del marmo, che ci consentono di considerare l’area in un’ottica di sviluppo, magari con particolare attenzione al settore dell’artigianato e dell’arte contemporanea.

È chiaro, quindi, che il turista potrebbe beneficiare di una grande varietà di itinerari. L’amministrazione Neri aveva dato un nome e una forma precisa a un progetto, quello della “Via dei Marmi e di Michelangelo”, recepito dall’Unione dei Comuni e riconosciuto quindi di valenza comprensoriale. Con l’Amministrazione Tarabella tale progetto viene acquisito nel più ampio quadro del “Distretto Culturale” puntando a mettere a sistema l’intero complesso dei nostri valori storici, paesaggistici, monumentali e culturali.

Abbiamo parlato dell’importanza del fiume anche dal punto di vista turistico. Recentemente, si è svolta a Seravezza una masterclass internazionale dedicata allo sviluppo di progetti per l’area fluviale; un’iniziativa che lascia intravedere nuove, interessanti prospettive?

Innanzitutto, voglio esprimere soddisfazione per l’iniziativa della masterclass. Il nostro territorio risulta interessante anche per il mondo accademico e ci piace pensare che quell’evento sia stato l’inizio di un percorso dedicato alla valorizzazione delle nostre risorse ambientali.

La vicinanza con il mondo universitario può esserci di grande aiuto, sia per la fase di progettazione, che per quanto riguarda la ricerca di finanziamenti. Ci siamo impegnati molto nella lettura del territorio, maturando veri e propri piani di recupero che ne hanno messo in evidenza le potenzialità; occorrono però anche investimenti di privati e, negli ultimi anni, la crisi ha chiaramente rallentato tale spinta.

Ora assistiamo a segnali, sebbene timidi, di ripresa e registriamo un interesse crescente per la nostra zona; è quindi fondamentale che un’amministrazione realizzi, anche in collaborazione con il mondo accademico, progetti di grande valenza pubblica che potrebbero incoraggiare eventuali investitori.

È interessante notare che i ragazzi coinvolti nella masterclass, con la direzione dell’esperto Andre Dekker del collettivo olandese Observatorium, hanno sviluppato soluzioni che coniugano spunti artistici e sostenibilità ambientale, utilizzando materiali tipici del luogo e riproducendo forme caratteristiche dei nostri ambienti.

Alcuni progetti, tra quelli presentati, potrebbero essere realizzati più facilmente?

Per quanto riguarda la fattibilità dei progetti io, in maniera un po’ provocatoria, ho detto ai ragazzi, entusiasti dell’esperienza fatta e orgogliosi di esporre i propri lavori: “Servirebbe ora un vostro collega della facoltà di economia, che realizzi un business plan” . Mi hanno risposto che alcuni degli interventi potrebbero essere realizzati con costi davvero contenuti, come ha affermato anche lo stesso Andre Dekker, riferendosi in particolare a due progetti.

Uno è quello legato alla Desiata, l’altro riguarda l’area delle vecchie cave di marmo de La Cappella, oggi dismesse.

Per quest’ultimo contesto, i ragazzi hanno concepito l’idea di un ambiente dedicato ad attività contemplative come lo yoga e a sport particolari, come il tiro con l’arco e il climbing, cioè l’arrampicata. Il tutto sarebbe realizzabile mediante strutture leggere, eventualmente rimovibili. Nel progetto gli studenti hanno inserito delle installazioni particolari attraverso l’utilizzo di punti luce e la realizzazione di graffiti sulla pietra rievocativi del tema michelangiolesco.

Per la Desiata, invece, gli studenti hanno proposto, nell’ottica di uno sviluppo turistico dell’area,  soluzioni interessanti per la gestione dei parcheggi, con l’utilizzo di materiali lapidei del luogo per disciplinare la sosta in maniera sostenibile e per facilitare le passeggiate lungo il letto del fiume, attraverso un’apposita passerella.

Nel 2015 Seravezza ha ottenuto il riconoscimento di “Comune più virtuoso d’Italia” per le buone pratiche legate alla promozione di uno stile di vita sano e alla tutela dell’ambiente. Avete progetti per proseguire in tale direzione?

Il progetto è proprio quello di… proseguire nel progetto! Il riconoscimento ci rende particolarmente orgogliosi, perché rappresenta un giudizio complessivo sulle politiche di un’amministrazione, dalla pianificazione urbanistica alla gestione dei rifiuti, alla sfera della promozione di stili di vita salutari. Dal punto di vista socio-sanitario, infatti, è molto importante non limitarsi a erogare servizi, ma fare anche prevenzione.

Vogliamo proseguire le nostre iniziative lavorando molto, ad esempio, con i giovani e con le scuole, come abbiamo fatto negli ultimi anni. I bambini sono più di ogni altro pronti a recepire i messaggi legati alle buone abitudini e spesso sono i più bravi a trasmetterli ai genitori, che danno retta ai figli, adeguandosi! Si crea un circuito davvero positivo che porta grandi risultati.

Coinvolgendo le famiglie e le scuole, possiamo trasmettere nozioni che vanno dalla tutela ambientale, ad esempio, attraverso progetti educativi sulla raccolta differenziata e sul corretto uso delle risorse energetiche, fino alla tutela e al rispetto della propria persona fisica. Promuoviamo, infatti, anche la cura del corpo attraverso un’alimentazione sana (già a partire dal servizio delle mense scolastiche) e uno stile di vita attivo, un tema sul quale l’amministrazione può intervenire, tra le altre cose, arricchendo e potenziando le dotazioni sportive.

Puntiamo molto sulle attività all’aria aperta, alle quali si ricollegano anche la valorizzazione della sentieristica e dell’area fluviale, la previsione urbanistica di aree a verde pubbliche e la realizzazione di piste ciclopedonali, delle quali è stato già realizzato un primo, importante tratto nella zona di Via Federigi a Querceta.

La pista ciclabile di Querceta sarà sviluppata ulteriormente?

Sì, abbiamo già le risorse e un progetto approvato che ci consentirà di estendere tale percorso fino al confine con il Comune di Forte dei Marmi; l’iniziativa ci colloca nell’ambito di un piano generale di livello versiliese, che prevede la realizzazione di varie piste ciclabili. Così, possiamo far compiere alla nostra zona un salto di qualità, coniugando la promozione di uno stile di vita sano per i cittadini con la possibilità di offrire anche ai turisti un ulteriore spazio per l’attività all’aria aperta.

È importante sottolineare che la nostra pista ciclabile può consentire a un turista di percorrere “a ritroso” una parte della Via dei Marmi di Michelangelo, portandolo così dal mare a scoprire l’entroterra con le sue risorse.

Sappiamo che le conseguenze della crisi si fanno ancora sentire, anche se osserviamo i primi segnali di miglioramento; cosa è possibile fare per accelerare la ripresa nella nostra zona, creando nuovi posti di lavoro per i giovani e non solo?

È una domanda importantissima e complessa; diciamo che il nostro territorio ha delle risorse da mettere a frutto, soprattutto nell’ottica di creare nuove economie anche a favore dei giovani.

Abbiamo già toccato alcuni aspetti legati a tale questione; un punto interessante, sul quale vorremmo lavorare, riguarda le opportunità che possono nascere dal recupero di alcune aree della montagna e della collina.

I giovani, oggi, possono trovare possibilità di finanziamento per quanto riguarda le attività di recupero del territorio, dall’agricoltura all’allevamento, alla sfera turistico-ricettiva legata magari al mondo dei bed & breakfast e degli agriturismi montani. Questo si ricollega chiaramente al fascino dei nostri territori e alla capacità di accoglienza dei piccoli centri storici, non ancora valorizzata del tutto; diverse aree, pur essendo veramente belle da visitare, si sono impoverite nei decenni, perché molti abitanti si sono trasferiti o vi sono rimasti ad abitare svolgendo, però, il proprio lavoro fuori zona.

L’idea è stimolare un ripopolamento della montagna favorendo nuove opportunità professionali sul territorio, grazie alle tipologie di attività delle quali abbiamo parlato; non disponiamo probabilmente di spazi per pensare a grandi alberghi, ma a bed & breakfast e ad aziende agricole in un contesto di massimo rispetto ambientale, favorito magari dal recupero di manufatti in disuso o dall’ampliamento di proprietà preesistenti.

C’è dunque un grande interesse a valorizzare tali attività, anche perché ricreare una presenza attiva sui territori montani contrasterebbe il fenomeno dell’incuria, una delle principali cause del dissesto idrogeologico. Al tempo stesso, dunque, si tratterebbe di tutelare l’ambiente e di sviluppare un’economia.

Un altro fronte è quello dell’artigianato e della manifattura; settore tradizionalmente legato, nel nostro territorio, al mondo della trasformazione lapidea, sul quale dobbiamo tornare a insistere, sostenendolo però con una visione nuova. L’attività manifatturiera può, infatti, trasformarsi e avvalersi di moderne tecnologie.

Questo argomento mi dà l’occasione di parlare dell’idea di una “scuola del marmo” a Seravezza, un punto molto interessante sul quale vogliamo lavorare nei prossimi anni. Noi pensiamo e ci auguriamo che ci siano le condizioni per realizzare questo progetto, perché si tratterebbe di ripartire da un’attività legata alla tradizione del nostro territorio, concepita in un’ottica moderna e innovativa.

Tra l’altro, la “scuola del marmo” andrebbe ad arricchire sul territorio l’offerta formativa per i nostri giovani e rappresenterebbe una nuova, importante scommessa dopo quella fatta pochi anni fa con l’apertura di una sede dell’Istituto alberghiero Marconi. Quest’ultimo – destinato a creare una nuova classe di operatori nel settore turistico ricettivo e della ristorazione, in un territorio che punta a valorizzare la propria attrattività turistica – si è rivelato in breve tempo una realtà davvero soddisfacente, come confermato dal numero di iscritti, in costante crescita.

Aggiungerei a quanto detto finora anche il mondo dei servizi e del commercio, che trova particolare espressione e suo luogo di naturale vocazione nella zona di Querceta. Quest’area ha tutte le caratteristiche per diventare sempre più punto di riferimento nell’offerta di servizi complementari al mondo dell’impresa e per tutto il comprensorio versiliese.

Occorre inoltre continuare a sostenere, incentivare e favorire l’innovazione tecnologica e lo sviluppo di nuovi settori imprenditoriali.  Abbiamo già, ad esempio, realtà imprenditoriali che si sono lanciate nel settore delle nuove tecnologie raggiungendo livelli d’eccellenza, creando un notevole numero di posti di lavoro anche per i giovani; anch’esse rappresentano un elemento importante da considerare per il rilancio economico, perché l’iniziativa privata può fare molto in tale ambito, soprattutto quando si compie la scelta etica di impiegare personale locale.

Negli ultimi anni si è sviluppata un’efficiente zona industriale nell’area Ciocche-Puntone, mentre un’altra area di natura artigianale è in fase di pianificazione, all’insegna della sostenibilità ambientale.

A chiudere il cerchio, consideriamo che anche lo sviluppo di attività legate alla tutela dell’ambiente e alla gestione dei rifiuti potrebbe creare nuove opportunità lavorative, contribuendo inoltre al concetto di “Comune virtuoso”.

Ringraziamo la vicesindaco Valentina Salvatori per la sua disponibilità. Invitiamo i nostri lettori a seguire tutti gli sviluppi del territorio comunale di Seravezza: un’area destinata, sempre più, a trasformarsi in un vero e proprio “brand” turistico dalla forte identità.