L’accoglienza che funziona

Le Comunità locali devono essere protagoniste nell’accoglienza ai rifugiati perché posseggono tutte le capacità per organizzarla evitando speculazioni, emarginazioni e degrado.

Con un ruolo attivo dei Comuni si può organizzare un’accoglienza diffusa che permetta ai rifugiati  di vivere in piccoli appartamenti con il sostegno di una efficace rete di servizi utilizzando i finanziamenti appositamente destinati dalla Comunità Europea e dal Governo Italiano.

In qualità di Presidente dei comuni virtuosi ho personalmente constatato la positività della straordinaria esperienza della Val Camonica , in provincia di Brescia , dove 355 rifugiati sono stati accolti con metodo diffuso nei 41 comuni della valle.

Un metodo veramente efficace, frutto di un protocollo d’intesa condiviso e sottoscritto dai 41 Sindaci e dal Prefetto , che ha trasformato i Comuni della valle in luoghi di vera integrazione e accoglienza.

È un modello che ha dimostrato di funzionare e l’esempio viene citato come eccellente anche dallo SPRAR (sistema di protezione per richiedenti asilo e rifugiati).

L’accogliere diventa in questo modo un valore utile sia socialmente che economicamente poiché non solo si ritrova il senso di Comunità ma si crea anche più lavoro.

L’accoglienza diffusa è più efficace e più semplice rispetto all’ospitalità negli alberghi dove i numeri, molto spesso, aumentano insieme ai malumori e ai dissensi come dimostrano tante esperienze.

Copiare e incollare esperienze virtuose già praticate con successo è un’azione semplice e utile per aiutarci a risolvere problemi che a volte appaiono insormontabili.

PER APPROFONDIRE

Bengasi Battisti, Presidente Associazione Comuni Virtuosi