Il loro 25 aprile

Ci siamo. Domani ricorderemo il 72° anniversario della Liberazione e saranno fiumi di retorica, divisioni pretestuose e inutili polemiche, chi è andato e chi no, chi aderisce, chi svilisce…

Uno dei temi ricorrenti nei commenti sui media e sul web sarà l’assenza dei giovani alle manifestazioni, il disinteresse di un’intera fetta di popolazione che (chissà come mai…) la politica e le istituzioni faticano a coinvolgere e interessare.

Io credo però che ci si debba sforzare, per una volta, a cambiare prospettiva. Perché, come sempre accade, la penna del giudizio è in mano a noi adulti che, appunto, giudichiamo senza conoscere un pezzo importante di realtà.

Penso, infatti, che se potessero scriverli loro, gli editoriali del 26, verrebbe fuori un’altra verità. Che ci spaventa, ci terrorizza ammettere, ci brucia in fondo riconoscere. L’indifferenza, quella vera. E la paura, quella che blocca. Ed il cinismo, del tanto non cambia più niente. E l’arroganza, che ho ragione io… E’ tutta, o quasi, in capo a noi adulti.

Che i giovani, di resistenza, ne sanno e fanno a quintali. Ogni santo giorno. Salgono su per montagne che nemmeno sappiamo più vedere, o riconoscere come tali. Lottano, contro eserciti sulla carta molto più forti di loro, per avere la libertà di aggiustare un mondo guasto, tenuto su a pezze di silenzi, e compromessi, e grossolani errori da far venire i brividi.

E dunque sospendiamo il giudizio, almeno per una volta. Guardiamoci intorno, non solo domani. Potremmo pure lasciarci coinvolgere da quel fermento, da quel trambusto di vita che salverà il mondo, non appena ci faremo da parte.

Marco Boschini, coordinatore Associazione Comuni Virtuosi