Sacchetti ortofrutta: una proposta alla GDO per superare l’impasse

COSA E’ SUCCESSO DAL PRIMO GENNAIO
Si è dovuto aspettare che si scatenasse la protesta nei supermercati ad inizio anno per avere conferma che i timori espressi come associazione comuni virtuosi mesi fa fossero fondati.
Era prevedibile che l’obbligo di pagare per un sacchetto che era sempre stato “apparentemente” gratuito senza avere a disposizione delle alternative per ridurne o prevenirne l’uso avrebbe suscitato del malcontento, e non solamente per una mera questione economica.
Chi insiste a ritenere che all’origine della protesta ci fosse solamente stata la volontà di risparmiare pochi centesimi a sacchetto offre un’interpretazione riduttiva della questione.
In realtà, il punto è un altro, come hanno convenuto anche altri (pochi) osservatori della vicenda e riguarda più in generale il modo in cui questo provvedimento è stato applicato e comunicato ai cittadini. Va detto che anche la migliore comunicazione, da sola, non può rimediare ad una legge mal scritta che non saputo tener conto delle possibili conseguenze.
Non per nulla la comunicazione a sostegno del provvedimento, infatti, già piuttosto debole se non inesistente, ha perso i pezzi via via che sono venute meno le argomentazioni su cui si fondava. Una volta caduta la giustificazione più sbandierata del “ce lo chiede l’Europa”, aveva già perso una buona dose di credibilità.
Non è andata meglio con la motivazione di ordine ambientale: avrebbe dovuto compensare le falle aperte dal venir meno delle basi politiche , ma, non si è dimostrata comprensibile o convincente per l’uomo comune. Il buon senso suggerisce infatti che l’ambiente ci guadagni quando si riduce l’imballaggio, non quando si cambia solamente il materiale, anche se meno impattante, senza agire sulle cause (consumo usa e getta).
Se poi per ridurre l’impatto della plastica nei mari andiamo ad accrescere l’impatto sulle foreste, per ricavare la cellulosa per i sacchetti di carta, o sui suoli, con la coltivazione intensiva di specie vegetali per produrre materiale biobased per l’industria della bioplastica, rischiamo di trovarci a fronteggiare, tra cinque o dieci anni, vecchie e nuove emergenze.  Il caso dell’olio di palma, e dei biocarburanti in genere, dovrebbe avere fatto scuola.
Anche se i sacchetti ultraleggeri possono servire per contenere l’organico il numero di sacchetti che le famiglie rischiano di prendere dai reparti della GDO oscilla dalle 3 alle 4 volte in più della quantità necessaria, senza considerare le shopper prese alle casse .
Un intervento a favore dell’ambiente avrebbe richiesto poi un approccio unico verso tutti i materiali usa e getta e gli imballaggi, perché altrimenti le persone non ne comprendono la logica.
Questa è la linea adottata dall’Olanda, che ha reso onerosa per legge la distribuzione di shopper in plastica e bioplastica, o della città di Montreal che ha vietato la distribuzione di shopper monouso ( spessore inferiore 50 micron) in plastica e bioplastica a favore di sporte riutilizzabili.
Per sgombrare poi il campo da ombre e sospetti  se un provvedimento vuole mettere in evidenza i costi dell’imballaggio, come si è letto in alcuni articoli, deve interessare tutte le categorie di imballaggio.

LA NOSTRA “METTILA IN RETE ” VIENE ADOTTATA : ALL’ESTERO
Con l’iniziativa “mettila in rete” lanciata oltre sette anni fa, avevamo consigliato alla GDO di procedere in modo graduale. ​Secondo la nostra proposta, il primo passo avrebbe dovuto essere mettere a disposizione dei clienti un​’opzione di sacchetto riutilizzabile a loro scelta.
Questa possibilità alternativa al monouso, affiancata da una comunicazione che ne spiegasse le finalità ambientali, avrebbe potuto essere incentivata per spingerne una più rapida adozione. Ad esempio attraverso piccoli sconti offerti ad ogni utilizzo del sacchetto per un certo periodo promozionale e/o tramite un accredito di punti fedeltà, come sperimentato da un’insegna del gruppo Gabrielli a Spoleto. Successivamente si sarebbe potuto passare alla disincentivazione economica di tutti gli shopper monouso senza andare incontro a particolari traumi.

Video :
Iniziativa al Simply di Milano in occasione della settimana nazionale Porta la Sporta Aprile 2011
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