Castro

1.PRESENTAZIONE

 Introduzione e alcuni riconoscimenti

L’antica Civitas Castrensis CASTRUM MINERVAE, civitas già nell’antichità, è l’attuale Castro, in Provincia di Lecce, nel Salento orientale.

Abitata nei ripari aturali in epoca preistorica, urbanizzata e fortificata da popolazioni pelasgiche nel 3° millennio a. C., è stata stabilmente popolata, pur con alterna fortuna, fino ad oggi. Ha conosciuto momenti di straordinario splendore sotto i Messapi, svolgendo un ruolo rilevante di emporio con un munito porto; colonia romana, dopo la guerra contro Taranto, conservò tutta la propria importanza mercantile e strategica per il controllo del Canale d’ Otranto, anche con i Bizantini.

In età medievale fu sede di Diocesi e di Contea, governando un ampio territorio con numerosi Casali. La Diocesi e la Contea furono soppresse agli inizi del XIX secolo.

Comune autonomo dal 1978, ha recuperato il proprio rilevantissimo patrimonio architettonico-monumentale ed ha in corso continue campagne di scavi, in collaborazione con il Dipartimento per i Beni Culturali dell’Università del Salento.

Da decenni rinomato centro turistico-balneare, da 8 anni Bandiera Blu d’Europa, negli ultimi due anni 5 e 4 Vele di Legambiente, elevata con il titolo di “Città” con decreto del 20 Giugno 2017 del Presidente della Repubblica Mattarella, per “ricordi, monumenti storici e attuale importanza”, su relazione del Ministro dell’ Interno.

Vanta un gemellaggio con la città di Edremit in Turchia, in virtù del riconoscimento di Castro come luogo di approdo di Enea, nel libro dell’Eneide.

Castro fa parte di diverse reti pubbliche e private che mirano, oltre ad ottimizzare la governance, alla valorizzazione e promozione del territorio, tra cui

  • Associazione nazionale “CITTA’ DELLE GROTTE”
  • Associazione regionale “CITTA’ MESSAPICHE”
  • Associazione nazionale “BORGHI AUTENTICI D’ITALIA”
  • Associazione nazionale “AGTI” (Associazione grotte turistiche italiane)
  • Ente Parco Regionale “OTRANTO-SANTA MARIA DI LEUCA”
  • Gal “TERRA D’OTRANTO”
  • Unione dei Comuni “COSTA ORIENTALE”

 

 

 

  • La città

Castro è un Comune di 2.426 abitanti, in provincia di Leccein Puglia; situato lungo la costa orientale della penisola salentina. Il Comune è formato dall’abitato principale di origine medievale, posto su un promontorio a 98 m s.l.m., e dalla parte bassa di Castro Marina, sorta intorno al porto. Centro peschereccio e balneare, vanta origini antiche quale erede della romana Castrum Minervae.

 

Di sicuro è stata abitata dai Liburni e dagli Illiri ed ebbe significative influenze greche. Prima di passare sotto il controllo romano, a seguito dello scontro tra Roma e Taranto, di cui Castro era alleata, ebbe notevole rilievo di emporio sotto i Messapi.

 

Fu una delle prime città del Salentoad essere elevata al rango di Contea; fu anche sede vescovile fino al 1818.

 

 

  • Il territorio

Il territorio comunale si estende per 4,44 km² ed è il terzultimo Comune per superficie dell’intera Regione. È caratterizzato da modesti rilievi digradanti repentinamente verso il mare e raggiunge il punto più elevato con il Monte Mattia, 123 metri s.l.m.La morfologia del territorio è ondulata con pochi spazi in pianura, soprattutto nella parte nord occidentale del feudo. Dall’ottobre 2006parte del suo territorio rientra nel Parco Costa Otranto – Santa Maria di Leuca e Bosco di Tricase, istituito dalla Regione Puglia. Confina a nord con il Comune di Santa Cesarea Terme, a nord-ovest con il Comune di Ortelle, a sud con il Comune di Diso(dal quale fu distaccato nel 1975), a est si affaccia sul mare.

Il suo territorio è attraversato dal 40° parallelo che passa esattamente sul suo porto.

 

  • Il mare

Ai fini meteorologici (Meteomar) e delle Informazioni Nautiche degli Avvisi ai Naviganti, il limite marittimo tra Adriatico Meridionalee Ionio Settentrionaleè dato dal 40º parallelo nord: sulla costa italiana corrisponde a Punta Mucurune proprio nei pressi di Castro: 40°00′00″N 18°25′48″E / 40, 18.43. Per altri invece il limite convenzionale si sposta più a sud a Punta Mèliso, a Santa Maria di Leuca. In realtà per molti geografi la punta spartiacque vera tra Adriatico e Ionio sarebbe Punta Palascia,a sud di Otranto. Prendendo in considerazione la prima convenzione, Castro si affaccerebbe su entrambi i mari.

 

  • Il clima

Dal punto di vista meteorologico Castro, rientrando nel territorio del basso Salentoche presenta un clima prettamente mediterraneo, con inverni miti ed estati caldo umide. In base alle medie di riferimento, la temperaturamedia del mese più freddo, gennaio, si attesta attorno ai +9 °C, mentre quella del mese più caldo, agosto, si aggira sui +25,1 °C. Le precipitazionimedie annue, che si aggirano intorno ai 676 mm, presentano un minimo in primaveraestateed un picco in autunnoinverno.

Facendo riferimento alla ventosità, i comuni del basso Salento risentono debolmente delle correnti occidentali grazie alla protezione determinata dalle Serre Salentineche creano un sistema a scudo. Al contrario le correnti autunnali e invernali da Sud-Est, favoriscono in parte l’incremento delle precipitazioni, in questo periodo, rispetto al resto della penisola

 

  • Alcuni cenni storici

Castro, l’antica Castrum Minervae, sorge su di un promontorio degradante sul mare Adriatico, adagiata in una pittoresca cornice naturale e paesaggistica.

Il territorio della cittadina è stato frequentato già in età preistorica: ne sono testimonianza gli importanti rinvenimenti effettuati nelle Grotte Zinzulusa e, soprattutto, Romanelli, attestanti una frequentazione umana a partire da circa 70.000 anni fa.

Il territorio circostante le grotte ha ospitato nuclei insediativi sparsi o temporanei già a partire da età post-paleolitica e neolitica (loc. Monte Lacquaru), e certamente nel corso delle età del Bronzo e del Ferro (loc. Palombara, Mucurune, etc.) si hanno le prime testimonianze urbanistiche di fortificazioni.

Nell’area del centro antico le prime tracce di occupazione sinora riscontrate datano all’età del Bronzo recente-finale (XI-X sec. a.C.) e quindi alle età del Ferro ed arcaica (IX-VII sec. a.C.); l’urbanizzazione del centro risale, con ogni probabilità, ad età classica ed ellenistica, quando l’insediamento venne chiuso da possenti mura di fortificazione (IV secolo a.C.): all’interno dello stesso fu edificato il celebre santuario di Atena o templum Minervae citato, fra gli altri, da Licofrone, Strabone, Dionigi di Alicarnasso, e da Virgilio nel III libro dell’Eneide.

Il centro è poi entrato a far parte (già nel III sec. a.C.) del dominio romano, conservando quell’importanza commerciale, associata a quella cultuale, che ne aveva contraddistinto il passato; nella zona della “Grotta del Conte”, attuale “Porto Nuovo”, venne costruito un piccolo porto, probabilmente da identificare con il “Portus Veneris” delle fonti. Nella prima età imperialel’abitato continuò a svilupparsi ed è proprio in questo periodo che si colloca l’apertura della via Appia Traiana, in parte visibile a N dell’attuale centro abitato; tale asse viario collegava la città con i principali centri della penisola salentina: Hydruntum (Otranto), Veretum (Vereto, nei pressi dell’attuale Patù), Uxentum (Ugento), fino a Brundisium (Brindisi).

Lo sviluppo commerciale ed economico della cittadina, la cui frequentazione in età altomedievale proverebbe, stando almeno ai risultati delle recenti indagini archeologiche, un’importanza sempre crescente, nonostante le frequenti scorrerie (Vandali, Longobardi, etc.) testimoniate dai documenti, ne favorisce l’elevazione al rango di diocesi, già forse in età bizantina (IX sec.?) e di capoluogo di Contea e diocesi latina con il dominio normanno (XII sec.);

La neonata civitas di Castro, sede del feudatario e capoluogo del piccolo territorio circostante sparso di casali ed insediamenti rurali, si dota in questo periodo di una Cattedrale e del Castello Comitale. All’ampliamento della fortezza provvederanno, nel corso dei secoli, i vari feudatari che, a partire dal XII sec., possiederanno il Contado, tra i quali bisogna senza dubbio ricordare, a cavallo tra i secc. XIV-XV, la famiglia Orsini del Balzo, principi di Taranto.

In questo periodo, con ogni probabilità, si colloca anche il restauro della Cattedrale ed il suo ampliamento sino alle dimensioni attuali. Anche il Castello subisce un pesante restauro e riassetto architettonico alla fine del XVI secolo, su progetto dell’ingegnere militare senese Tiburzio Spannocchi; è proprio sotto la dominazione aragonese, ed in particolare della famiglia feudataria dei Gattinara, che Castro conosce i momenti più dolorosi della sua storia, vale a dire i rovinosi attacchi turchi del 1537 e 1573.

Da quest’ultimo evento Castro non si riebbe più, e per circa tre secoli trascinò una vita di stenti e di miseria. La sede diocesana, pur restando nominalmente a Castro, sposta la residenza del vescovo in paesi facenti parte della Contea ma meno esposti alle scorrerie rispetto alla città (Poggiardo, Marittima, Diso).

Gli interventi di restauro della Cattedrale operati dai vari vescovi soprattutto nei secc. XVI-XVII, furono quindi come gli ultimi barlumi di una fiamma che lentamente si andava spegnendo; ciò nonostante le lodevoli opere realizzate da parte dell’ultimo vescovo Mons. Francesco Antonio del Duca il quale, sopprimendo tre piccoli conventi della diocesi riuscì ad erigere nei pressi dell’antica Cattedrale una scuola da Re Ferdinando IV riconosciuta come “Regia Università degli Studi”, e favorì la conoscenza in ambito scientifico della celebre Grotta Zinzulusa, da lui descritta nel lontano 1793.

Ciò nonostante nel 1806, con la legge napoleonica che aboliva la feudalità con tutte le sue attribuzioni, Castro cessa di esistere come titolo di Contea e viene aggregata amministrativamente come frazione della vicina Diso, mentre pochi anni più tardi (1818), medesima sorte subisce la sede vescovile, soppressa, ed in pari data annessa, con tutto il suo territorio, alla Arcidiocesi di Otranto.

La ripresa di Castro si avvia solo alla fine del XIX sec., quando per l’opera di alcuni forestieri innamorati di questa terra, e in un certo senso “guidati” da personaggi di grande spessore morale e culturale quali il Canonico Arciprete Gabriele Ciullo, parroco di Castro, si comincia a squarciare il velo del mistero che da alcuni secoli si era steso sulla città e sulla sua storia; venne scandagliato il territorio ma anche le carte ed i documenti e ne conseguirono scoperte di valore “mondiale”, per usare un termine caro agli studiosi dell’epoca.

L’assetto delle nuove strade provinciali del periodo post unitario avviate dai nuovi monarchi rendono per la prima volta agevole la percorrenza del Salento sia da nord a sud (Lecce-Leuca) sia in senso trasversale est-ovest (Otranto-Gallipoli). Le classi più agiate possono eleggere i luoghi di villeggiatura estiva nei posti più belli dell’Adriatico e dello Ionio.

Nascono le colonie marine di Santa Maria di Leuca, Porto Cesareo, Castro, Santa Cesarea Terme, ecc. con le loro splendide ville in stile eclettico. In questi paradisi di villeggiatura le famiglie più colte e benestanti portano le loro mogli e i propri figli al riparo dalle epidemie delle città, dalla tubercolosi, dai pericoli delle infezioni che i progressi della medicina va scoprendo ma non ancora debellando.

Tra essi non può non essere ricordato il noto scrittore e uomo di cultura barese Armando Perotti che, nella prima metà del XX sec., fece dono a Castro della sua presenza, delle sue ricerche e del suo amore per una terra da lui stesso definita come “ultima terra di poesia”.

In questo periodo si sviluppa l’insediamento turistico-balneare di Castro Marina, con la costruzione del Santuario della Beata Vergine del Rosario di Pompei e dell’annesso orfanotrofio ad opera del Canonico Ciullo.

Proseguono inoltre le ricerche nella grotta Romanelli che pongono la Grotta come uno dei siti-chiave per la conoscenza delle culture del paleolitico superiore nell’Italia meridionale e viene aperta ufficialmente al pubblico grotta Zinzulusa (1957).

Già assunta a notorietà nazionale nel periodo del ventennio fascista la Grotta Romanelli rappresenta per l’orgoglio italiano la prova che anche nelle grotte italiche, e non solo in quelle francesi o europee, i nostri antenati erano dotati di particolare capacità grafiche ed intellettive. Il regime la elegge a prova internazionale e ne propone la ricostruzione in scala reale nella programmata mostra internazionale di Torino del 1942. L’Istituto Luce produce in merito un cortometraggio anticipatorio per tutte le sale cinematografiche d’Italia.

Nel 1969 l’antica Cattedrale viene elevata al rango di sede vescovile titolare ed il primo vescovo che ne assume il titolo è S.E. Mons. Peter Seiichi Shirayanagi, in seguito cardinale ed arcivescovo metropolita di Tokyo. L’attuale vescovo titolare di Castro, in carica dal 1979, è S. E. Mons. Richard John Sklba, vescovo ausiliare emerito di Milwaukee (Wisconsin, U.S.A.).

A coronamento di questa vera e propria rinascita si colloca infine (1975) la riacquisizione dell’autonomia amministrativa; ciò consentirà alla rinata civitas castrense di profondere il proprio impegno soprattutto nel recupero dei tasselli di un mosaico che costituiscono la testimonianza parlante di un passato glorioso, tra cui i numerosi monumenti ancora visibili nella cittadina: le fortificazioni dell’età del Bronzo, le mura messapiche ed i resti del santuario di Atena (IV sec. a. C.), la Basilica bizantina (IX-X sec.), la Cattedrale (XII-XIII sec.), il palazzo vescovile (XIV sec.), il Castello e le mura di cinta della città.

 

  1. PARAMETRI LEGATI AL TURISMO (indicati nelle linee guida della delibera di giunta regionale n.1017 del 19/05/2015, art. 2)

 

      2.1 Parametri riferiti alla domanda turistica

– Arrivi su popolazione residente: 4,6

– Presenze su popolazione residente: 12,89

– Arrivi su superficie territoriale (kmq): 2237,27

– Presenze su superficie territoriale (kmq): 7109,32

– Presenze più popolazione residente su superficie territoriale (kmq): 7660,68

 

2.2 Parametri riferiti all’offerta turistica

– Capacità ricettiva (posti letto) totale su popolazione residente (per 100 abitanti): 30,17

– Strutture ricettive su popolazione residente (per 1000 abitanti): 16,05

– Unità locali relative ad attività connesse con il turismo sul totale unità locali: 14%

 

 

 

 

 

 

 

 

  1. PATRIMONIO ARTISTICO, NATURALISTICO, SERVIZI E ATTIVITA’ CULTURALI: REQUISITI RELATIVI AL RICONOSCIMENTO DI “CITTA’ D’ARTE” (indicati nelle linee guida della delibera di giunta regionale n. 1017 del 19/05/2015, art. 3)

 

3.1.1. Il Porto di Enea e il suo Mito.

 

L’APPRODO DI ENEA E LA TRADIZIONE LETTERARIA

Il poeta Publio VirgilioMarone, nell’Eneide(31 a.C.-19 a.C), colloca il primo approdo di Eneain Italiasul capo Japigio (Salento meridionale) in un luogo abitato fondato dal re cretese Idomeneo,  il cui nome era conosciuto in passato col nome di Athenaion (la città di Atena o degli Athini).

L’eco dell’opera virgiliana, nata per onorare le origini di Roma e dell’imperatore Augusto, è tale che nei paesi di lingua latina il mito di Enea, marginale nei poemi greci dell’Iliade e dell’Odissea, funzionale e fondativo della grandezza di Roma, viene tramandato fino ai giorni nostri, ed è ancora oggetto di studio nei licei italiani Virgilio.

Dionigi di Alicarnasso (60 a.C. circa – 7 a.C.) nella sua storia sul passato di Roma (Antichità Romane lib.1) tramanda anch’esso l’Athenaion come il luogo dello sbarco di Enea descrivendolo munito di porto (Porto Venere).

Strabone (60 a.C.-24 d.C.), geografo e storico, la cita come Fanun Minervae e nel IV secolo d.C. Svevio, il più antico e famoso commentatore latino di Virgilio conferma esplicitamente la coincidenza dell’Athenaion di Virgilio e Dionigi con la Castrum Minervae dei suoi tempi.

Già in periodo greco Licofrone (IV secolo a.C.) nel suo “Cassandra” (Alessandra vv. 850-855) racconta di un tempio dedicato alla dea della guerra a sud di Taranto in cui Menelao nel suo peregrinare alla ricerca di Elena dopo la distruzione di Troia lascia alcuni ex-voto.

Secondo il Maggiulli ed altri la città cambiò nome più volte. Città antichissima fondata da popoli venuti dall’Illiria detti Hethei che imposero a numerose città del Mediterraneo il nome di Atene e, secondo il giudizio di questi autori, alla stessa divinità che in queste città veniva venerata, culto da riferirsi all’antica dea madre comune ai popoli del Mediterraneo.

Secondo questi autori la città assunse più volte nomi diversi: Athenaion, poi Laevia, poi con la traslitterazione in latino Castrum Minervae (la città di Minerva) nome che conservò fino alla rappresentazione della Tabula Peutingeriana (riproduzione medievale di una più antica mappa romana III-IV secolo d.C.), nei portolani dei geografi arabi e turchi fino al Rinascimento.

Nella mappa di Soleto (V secolo a.C.), la più antica mappa geografica occidentale proveniente dall’antichità classica, attualmente conservata nel Museo archeologico nazionale di Taranto, la città è indicata col toponimo greco ΛΙΚ.

La conferma tra i luoghi letterari delle fonti storiche è la città di Castro è stata recentemente risolta con la scoperta dei resti dell’antico tempio pre-romano, con i resti della venerazione alla dea Atena e dal ritrovamento di statuaria e oggetti in bronzo da riferirsi sempre alla dea Atena in località Capanne sull’Acropoli del Centro Storico.

Le riserve alla presenza di un tempio dorico in ambito messapico, specie del Salento adriatico meridionale, sono state alla base della mancata accettazione della verità letteraria sul racconto dello sbarco di Enea imputando al poeta Virgilio l’errore di aver inquadrato la leggenda di Enea in un ambito di popolazioni che avevano una diversa religiosità e strutture architettoniche di culto ben diverse dai templi della costa lucana, calabrese o siciliana. Tale riserva può dirsi ormai definitivamente sciolta, anche col contributo di numerosi specialisti nell’archeologia classica.

 

IL VIAGGIO DI ENEA DA TROIA A ROMA

(Eneide Libro III versi 641-657)

Eleno:

Queste terre d’Italia e questa riva
vèr noi vòlta e vicina ai liti nostri,
è tutta da’ nimici e da’ malvagi
Greci abitata e cólta: e però lunge
fuggi da loro. I Locri di Narizia
qui si posaro; e qui ne’ Salentini
i suoi Cretesi Idomeneo condusse;
qui Filottete il melibeo campione
la piccioletta sua Petilia eresse.
Fuggili, dico, e quando anco varcato
sarai di là ne l’alto lito, intento
a sciôrre i vóti, di purpureo ammanto
ti vela il capo, acciò tra i santi fochi,
mentre i tuoi numi adori, ostile aspetto
te coi tuoi sacrifici non conturbi:
e questo rito poi sia castamente
da te servato e da’nepoti tuoi.

Eleno, figlio di Priamo e gemello di Cassandra, esule sulle coste albanesi in Epiro, anche lui col dono della profezia annuncia a Enea il suo destino. Raccomanda a Enea di restare guardingo appena sbarcato in Italia in quanto le popolazioni salentine sono di origine cretese, portate qui da Idomeneo alleato dei greci nella guerra contro Troia. Lo invita a coprirsi il volto col velo rosso, tradizione che i Romani adotteranno sempre nei loro riti per differenziarsi dagli Etruschi e dai coloni greci della Magna Grecia. Per Servio, commentatore latino dell’Eneide, l’avviso di stare attento e non farsi riconoscere in volto vale come avvertimento della presenza anche di Diomede al tempio di Atena, suo feroce nemico, venuto in Italia, per consegnare ad Enea per mano di Nautes suo consigliere il Palladio rubato a Troia assieme ad Ulisse. Il Palladio, magico amuleto che rende invincibile una città, nel racconto di Virgilio deve passare da Troia caduta a Roma in ascesa.

(Eneide Libro III 799-881)

Enea

Entrati in mare,
Ne spingemmo oltre a gli Ceràuni monti
A Butroto vicini, onde a le spiagge
Si fa d’Italia il più breve tragitto.
Già dechinava il sole, e cresceanl’ombre
De’ monti opachi, quando a terra vòlti
Col desire e co’ remi in su la riva
Pur n’adducemmo, e procurammo a’ corpi
Cibo, riposo e sonno. Ancor la notte
Non era al mezzo, che del suo stramazzo
Surse il buon Palinuro; e poscia ch’ebbe
Con gli orecchi spiati il vento e ’l mare,
Mirò le stelle, contemplò l’Arturo,
L’Iadi piovose, i gemini Trioni,
Ed Orione armato; e, visto il cielo
Sereno e ’l mar sicuro, in su la poppa
Recossi, e ’l segno dienne. Immantinente
Movemmo il campo, e quasi in un baleno
Giunti e posti nel mar, vela facemmo.

Avea l’Aurora già vermiglia e rancia
Scolorite le stelle, allor che lunge

Scoprimmo, e non ben chiari, i monti in prima,
Poscia i liti d’Italia. Italia! Acate
Gridò primieramente. Italia! Italia!
Da ciascun legno ritornando allegri
Tutti la salutammo. Allora Anchise
Con una inghirlandata e piena tazza
In su la poppa alteramente assiso,
O del pelago, disse, e de la terra,
E de le tempestà numi possenti,
Spirate aure seconde, e vèr l’Ausonia
De’ nostri legni agevolate il corso.
Rinforzaronsi i venti; apparve il porto
Più da vicino; apparve al monte in cima
Di Pallade il delubro. Allor le vele
Calammo, e con le prore a terra demmo.
È di vèr l’Orïente un curvo seno
In guisa d’arco, a cui di corda in vece
Sta d’un lungo macigno un dorso avanti,
Ove spumoso il mar percuote e frange.
Ne’ suoi corni ha due scogli, anzi due torri,
Che con due braccia il mar dentro accogliendo,
Lo fa porto e l’asconde; e sovra al porto
Lunge dal lito è ’l tempio. Ivi smontati,
Quattrodestrier vie più che neve bianchi,
Che pascevano il campo, al primo incontro

Per nostro augurio avemmo. “Oh! – disse Anchise,
Guerrane si minaccia; a guerra additti
Sono i cavalli; o pur sono anco al carro
Talvolta aggiunti, e van del pari a giogo:
Guerra fia dunque in prima, e pace dopo”.
Quinci devoti venerammo il nume
De l’armigera Palla, a cui gioiosi
Prima il corso indrizzammo. In su la riva
Altari ergemmo; e noi d’intorno, come
Eleno ci ammoní, le teste avvolte
Di frigio ammanto, a la gran Giuno argiva
Preghiere e doni e sacrifici offrimmo.
Poiché solennemente i prieghi e i vóti
Furon compiti, al mar ne radducemmo
Immantinente; e rivolgendo i corni
De le velate antenne, il greco ospizio
E ’l sospetto paese abbandonammo.

 

Virgilio sfoggia tutta la sua conoscenza nautica in questi versi. È noto che egli abbia navigato ben due volte verso la Grecia e morto a Brindisi di ritorno proprio da un viaggio in Grecia. Il poeta fa percorrere all’eroe le rotte tradizionali che fanno le piccole barche del tempo. Fa risalire la flotta degli esuli troiani più a nord possibile lungo la catena degli Acrocerauni, fino all’attuale Punta Linguetta, quasi fino all’isola di Saseno. Le correnti della costa facilitavano la risalita e poi da qui il lancio in mare aperto verso il Salento. In caso di correnti o venti avversi di tramontana questa misura di prudenza avrebbe impedito lo scarrocciamento oltre il Capo di Leuca in pieno Mediterraneo. Erano all’epoca barche che preferivano navigare di cabotaggio, sotto costa, che necessitavano di continue riparazioni e rinzeppature ai fasciami. Enea descrive la vista del tempio di Pallade Atena, posto molto in alto, la risalita fino al tempio, l’osservanza del consiglio di Eleno di coprire il capo e la prudenza verso le genti del posto forse ancora nemiche dei troiani.

Nel III libro Enea racconta: “ci spingiamo innanzi sul mare (…) quando da lungi scorgiamo oscuri colli e il basso lido dell’Italia (…) Le invocate brezze rinforzano, e già più vicino si intravede un porto, e appare un tempio di Minerva su una rocca. I compagni ammainano le vele e volgono a riva le prore. Il porto è incurvato ad arco dalla corrente dell’Euro; i suoi moli rocciosi protesi nel mare schiumano di spruzzi salati, e lo nascondono; alti scogli infatti lo cingono con le loro braccia come un doppio muro, e ai nostri occhi il tempio si allontana dalla riva”.

 

IL GEMELLAGGIO CON EDREMIT, PROVINCIA DI BALIKESIR, (TURCHIA)

Il patto di gemellaggio è stato firmato a Castro nel luglio del 2011, dai Sindaci delle due Comunità.

Nel 2014 poi, un accorpamento di comuni che ha interessato Altinoluk, ha comportato il decadimento del gemellaggio. Per questo motivo è stato necessario riformulare un patto nel Settembre 2017.

Negli ultimi anni, una serie di campagne di scavo archeologico, dirette dall’emerito prof. Francesco D’Andria, dell’Università del Salento, hanno restituito numerose testimonianze riguardanti l’antica storia di Castro, in provincia di Lecce, nella Regione Puglia (Italia), confermando che l’approdo di Enea, nel racconto di Virgilio del terzo libro dell’Eneide, possa essere proprio l’attuale Castro, già Castrum Minervae in periodo latino, come sostenuto da Svevio nel IV secolo d.C.

Partendo dallo spunto letterario tramandato da più autori e dallo stesso Virgilio sui luoghi di imbarco dall’Anatolia e di sbarco in Italia dell’esule eroe troiano Enea, in fuga da Troia, le comunità di Castro e di Altinoluk, l’antica Antandros, del distretto di Edremit, nell’odierna provincia del Balikesir, in Turchia, si sono gemellate.

 

IL PORTO DI CASTRO

Il porto di Castro si apre all’interno di un’ampia baia naturalmente protetta dai venti dei quadranti settentrionali e da ponente. Esso è difeso a sud-est da un massiccio molo artificiale. A lato del porto turistico, in una caratteristica insenatura, c’è un altro porticciolo (porto vecchio), utilizzato prevalentemente dalle piccole barche da pesca. Accesso in porto: difficile con venti forti di scirocco e levante (in primavera ed inverno).

Traversia: 90° – 135°

Profondità media nella zona di accesso: metri 5,00; pescaggio alla banchina da metri 5,00; capienza massima naviglio da diporto: circa 250 imbarcazioni medio – piccole; possono attraccare imbarcazioni fino a 12,00 metri; banchina riservata per imbarcazioni della Capitaneria di Porto; Banchina riservata per imbarcazioni da pesca.

 

 

3.1.2. Le mura messapiche

 

MURA MESSAPICHE PIAZZA A. PEROTTI

La struttura, scoperta nel 1978 durante i lavori di realizzazione di una fossa settica ad uso dell’ambulatorio comunale, è stata oggetto di indagine a cura della Soprintendenza Archeologica di Puglia (Lippolis-Mazzario). Consta di tre setti murari che si intersecano tra loro ad angolo retto delimitando al loro interno uno spazio di forma quadrangolare: tale spazio era colmato con livelli di riempimento costituiti da terra e pietre contenenti una notevole quantità di reperti ceramici databili ad età ellenistica (IV- III sec. a.C.) Nell’anno 2009, la riapertura del saggio di scavo e l’allargamento dello stesso sui margini meridionale ed occidentale, ha aggiunto dei nuovi dati alla conoscenza della struttura, evidenziando in particolare una frequentazione o utilizzo della stessa databile alle età romano-repubblicana ed imperiale. Il dato più sorprendente è costituito dalla scoperta, all’interno dello spessore delle mura, di un vano intonacato in cocciopesto, il cui scavo ha restituito reperti ceramici databili a partire del II sec. a.C. e sino almeno al III-IV d.C. I reperti rinvenuti sono attualmente visibili nel locale Museo civico archeologico.

 

MURA MESSAPICHE LOCALITA’ VARCUNI

È visibile un piccolo tratto, in ottimo stato di conservazione, delle mura ellenistiche (IV sec. a.C.) dell’abitato di Castro, in prossimità di una probabile porta o varco di accesso del circuito difensivo. Le recenti indagini archeologiche (2007/2008) hanno evidenziato un’altezza conservata delle mura in questo punto di circa 7 metri: è questa, peraltro, l’unica porzione del circuito murario che non appare manomessa, come invece osservato in altri punti del tracciato, dalla costruzione delle soprastanti fortificazioni medievali ed aragonesi.

Le indagini hanno inoltre evidenziato la presenza di un contrafforte/bastione con terrapieno interno e rivestimento in blocchi squadrati addossato al muro del IV sec. e riferibile ad una seconda fase edificatoria delle mura (III sec. a.C.). Nel tratto attualmente visibile, i blocchi sono caratterizzati dalla classica disposizione ad assise alternati di testa e di taglio e sono messi in opera senza leganti, con tecnica molto accurata. Il tratto conservato ed attualmente visibile misura m.  8 di lunghezza, per un’altezza massima di m 3,50. Nella parte alta delle mura sono stati collocati, probabilmente in età medievale, due lunghi blocchi in pietra “leccese” interpretabili come architravi o stele (cippi) funerarie.

 

         3.1.3. Scavi Archeologici

 

Nel territorio comunale sono presenti due aree di scavo principali: “Capanne” e “Palombara” che prendono il nome dalle località in cui sono ubicati.

 

Gli studi, tutt’ora in corso, hanno permesso di consolidare la caratura di Castro nel panorama scientifico.

Le fortificazioni e i rinvenimenti costituiscono oggetto di studio di Università e studiosi da tutto il mondo.

In ordine di tempo, il busto di Minerva nel 2015 e l’altare del templio nel 2017 hanno ricevuto attenzione dalla stampa internazionale.

Straordinariamente conservate dai terrapieni e dalle mura di fortificazione angioine ed aragonesi a partire dal 2001 sono stati messi in luce circa 95,00 ml di murature ellenistiche, tra cui una porta di accesso, che in alcuni punti conservano un’altezza fuori terra di oltre 8,00 metri. Gli scavi più recenti, culminati col ritrovamento di un busto di una figura femminile da datarsi al IV secolo a.C., hanno evidenziato numerosi sistemi murari che testimoniano la ricostruzione di edifici, terrazzamenti e mura di fortificazione già in periodo arcaico.

La campagna di scavi, non ancora esaurita, ha consentito il ritrovamento e lo studio di imponenti stratificazioni di materiale votivo (ceneri, resti di cibo, vasetti offertivi, punte di lance e frecce in bronzo) chiaramente dedicati alla dea Atena (o Minerva nella tradizione latina). La conferma della ubicazione del santuario virgiliano è stata supportato inoltre dal ritrovamento di numerose statuette votive, sia in bronzo che in terracotta raffiguranti figure femminili.

Il ritrovamento del busto in pietra leccese e di motivi di ornato nello stesso materiale, da riferirsi secondo gli esperti a manufatti di culto del IV secolo a.C. ha avuto ampio risalto sulla stampa nazionale e internazionale.

Il ritrovamento di elementi architettonici di stile dorico (fusti di colonne, capitelli, architravi, ecc.) dispersi e messi in luce sulle aree di scavo indagate confermano senza ombra di dubbio la presenza di un tempio dorico benché in ambito messapico, nel periodo ellenistico, si fosse sempre sostenuto che questo non fosse possibile.

 

3.1.4. Il Castello Aragonese

L’impianto più antico dell’attuale castello aragonese risale al XIIXIII secoloe fu innalzato sui resti della rocca bizantina. Nel 1480, in seguito al saccheggio di Otranto, la città fu invasa dai Turchied il castello venne semidistrutto. Nel XVI secolofu ristrutturato dai Gattinara, impiantando una nuova struttura difensiva a pianta quadrilatera, con quattro bastionie un terrapieno. Nuovi e ripetuti danneggiamenti costrinsero successivamente il viceré spagnolo don Pedro de Toledo a potenziare ulteriormente la struttura. L’architetto senese Tiburzio Spannocchiprogettò la completa ristrutturazione dell’assetto difensivo, con la costruzione del bastione a protezione della Porta Terra, della imponente torre sud, detta Torre Catalano, e di una cinta fortificata ad impianto esagonale allungato, munita di baluardi e torri di cortina nei punti strategici.

Il castello, a pianta rettangolare con quattro torri angolari di varia forma e dimensione, risulta composto da un ingresso protetto da un fossatoe da ponte levatoio, ormai rimosso. Entrando, ci si trova in un cortile anticamente destinato al deposito di prodotti agricoli che venivano commercializzati, e un’ampia scala, ora scomparsa, con la quale si accedeva ai piani superiori. Nel cortile si affacciano inoltre le porte delle stanze del piano terra. La stanza di ponente si affaccia sul mare ed è dotata di un accesso esterno che porta agli orti sottostanti.

 

Attualmente il castello ospita:

  • Museo Archeologico civico “Antonio Lazzari”
  • Info point regionale
  • Sala conferenze
  • Biblioteca

 

3.1.5. La torre capanne

 

Nel 2000, in seguito ai lavori di ampliamento della rete fognaria, sono stati ritrovati resti di mura messapiche e di un importante complesso santuariale dedicato alla dea Minerva. La zona “Capanne”, fino al secolo scorso l’area più degradata del paese, è diventata area di pregio e oggetto di studio da parte degli archeologi dell’Università del Salento. Tutta l’attenzione è stata dedicata a questi ritrovamenti mentre la Torre Sud-Est, nonostante sia stata ristrutturata, è rimasta sempre poco valorizzata. Eppure è l’angolo della cinta muraria più visibile dal mare, dal quale si sono sempre controllate le rotte di attraversamento del canale d’Otranto.

In quest’ottica gli alunni della classe quinta della Scuola Primaria di Castro nell’a.s. 2015-16 hanno adottato la Torre Sud-Est della cinta muraria, in località “Capanne” a Castro, ribattezzandola “Torre Capanne”.

Il progetto è stato candidato al premio nazionale “Adotta un monumento”.

Il 28 ottobre 2016, nella sala della Promoteca del Campidoglio a Roma si è svolta la premiazione delle scuole vincitrici del concorso: alla quinta primaria di Castro la medaglia d’argento per il video realizzato sulla Torre Sud-Est della cinta muraria del borgo.

 

3.1.6. L’arco monumentale

 

Costituisce l’unico elemento architettonico pertinente ad una abitazione di proprietà signorile ad oggi visibile nel centro storico. Errori di interpretazione nelle passate ricerche documentali hanno attribuito la proprietà del palazzo alle famiglie baronali di Castro, e persino alla celebre famiglia romana dei principi Barberini. La sua data di costruzione, osservabile nel cartiglio soprastante il fornico si colloca nell’anno 1767.

Una tradizione orale, ancora oggi tramandata, riferisce della proprietà del palazzo da parte di un non meglio specificato marchese; recenti ricerche documentali condotte da studiosi locali consentirebbero di riferire la proprietà del complesso, non senza dubbi, al Marchese di Botrugno Carlo Maria Castriota, assiduo “frequentatore” di Castro in ragione delle sue attività lavorative ed in particolar modo commerciali. Tali attività suggerirono all’intraprendente Marchese, nell’anno 1781, l’idea della costruzione nel porto di Castro di una “nave” o sciabecco, successivamente intitolato “Santissima Annunziata”, evento ricordato nei documenti dell’antico archivio capitolare della Cattedrale.  L’arco monumentale, pur nella sua semplicità decorativa, grazie alle decorazioni a bugna dei conci laterali, rivela una solida bellezza che richiama le costruzioni salentine con prospetti bugnati assai in voga nel corso dei secc. XV-XVI.

 

3.1.7. Chiesa dell’Annunziata – Ex Cattedrale

 

La chiesa madre dell’Annunziata, già cattedrale dell’omonima diocesisoppressa nel 1818, fu completata nel 1171, probabilmente sulle rovine di un tempio greco. I continui interventi e rifacimenti nel corso dei secoli hanno sensibilmente alterato la struttura originaria in stile romanico. È sede vescovile titolaredal 1969.

La facciata principale, ripristinata in un restauro del 2010che ha interessato l’intera superficie esterna dell’edificio, si compone di un portale e di un rosone centrali. Lateralmente denota gli elementi tipici del romanico pugliese. L’interno possiede una pianta a croce latina a navata unica terminante nel presbiterio. La navata fu più volte rifatta sino alla sostituzione del suo tetto in legno nel 1670. Lungo le pareti laterali si susseguono alcuni altari ospitanti le tele della Madonna Immacolata con i Santi Francesco d’Assisi e Francesco di Paola, della Madonna con Sant’Antonio di Padova e il Beato Luca Belludi, della Vergine Immacolata con i Santi Filippo Neri, Francesco di Sales, Ignazio di Loyola e Francesco Saverio, della Madonna con i Santi Gaetano di Thiene, Carlo Borromeo e Andrea Avellino, dell’Annunciazione, della Madonna del Rosario e della Visita di Maria a Sant’Elisabetta. L’altare maggiore, in stile barocco, fu edificato dai vescovi De Marco e Capreoli tra il 1670ed il 1685. È un’opera scultorea di notevole interesse ed è arricchito da due tele di diverse dimensioni raffiguranti la Madonna Annunziata, protettrice della città.

La chiesa accoglie inoltre un affresco bizantineggiante di Santa Lucia, il seicentesco pulpitoligneo, l’organo a cannedel XVII secolo, l’urna lignea contenente le reliquie di Santa Dorotea, compatrona di Castro, e alcune pregevoli statue processionali in cartapesta, fra cui quella della Madonna Annunziata.

 

         3.1.8. Santuario Madonna del Rosario

 

La prima pietra fu posata l’8 Maggio del 1893 su progetto dell’architetto Filippo Bacile, noto conoscitore dell’architettura sacra e militare pugliese e funzionario del Genio Civile. Promotore della sua costruzione fu Don Gabriele Ciullo, canonico della Cattedrale di Castro. L’ispirazione fu un viaggio a Roma per la festa giubilare in onore di papa Leone XIII, dove il Ciullo si recò in compagnia di mons. Gaetano Caporali, vescovo di Otranto, e soprattutto la tappa nel ritorno con sosta a Pompei, presso il complesso della Vergine del Rosario, fondato dal Beato Bartolo Longo. I terreni furono ceduti da tale Adolfo Mellone, tecnico del nascente catasto, che, insieme ai terreni del futuro adiacente orfanatrofio, lo teneva probabilmente in enfiteusi. Capomastro della costruzione fu lo sponganese Salvatore Corvaglia e come decoratori furono chiamati i mosaicisti tricasini Giuseppe e Michele Peluso. Il rendiconto dell’opera fu dato nel gennaio 1904.

Il Santuario nasceva, oltre che per la fervida fede del reverendo Ciullo, anche per dotare i bagnanti e i primi abitanti della località marina di un luogo di preghiera. Scrive il Perotti, che ancora nel 1907 pochi ardimentosi si cimentavano con la risalita fino a Castro alta e che una volta arrivati, per l’abbandono, l’occhio e il naso ne restavano offesi. Pertanto la nuova classe benestante che si bagnava alla marina di Castro si premurò di dotarsi di una chiesa consona al suo status e alle sue ambizioni. Molte informazioni sulla sua realizzazione le possiamo leggere direttamente nel lastrone marmoreo appena entrati, sulla destra. Ci fu una raccolta di fondi di cui non conosciamo i numeri. La costruzione fu solerte e si dice che la chiesa fu completata in un solo anno.

Il 16 luglio 1895 fu inaugurata e nello stesso anno il Papa, che ne aveva autorizzata l’edificazione, ne elevò lo status a Santuario con gli stessi privilegi del Santuario di Pompei (11 Dicembre 1895).

Sulla soglia dell’ingresso, nel mosaico originale venne posta la dedica in ricordo delle benefattrici: “Per divozione – Signore bagnanti” e la data del 1895. Il 10 marzo 1896 fu fondata la Confraternita Madonna del Rosario e negli anni successivi, sempre ispirati dall’opera di Bartolo Longo a Pompei, si diede mano alla costruzione di un convitto per orfanelle e figlie di carcerati e di una canonica. La struttura assistenziale, intitolata al parroco Don Gabriele Ciullo, sorse a fianco della Chiesa. Sul portale di ingresso del convitto è riportata incisa la data di inizio della costruzione (1901) e in secondo piano si intravede ancora la vecchia intestazione a pittura “Ospizio per Orfanelle”.

Fu completato e inaugurato il 28 ottobre 1903 e affidato alle suore Salesiane, il cui ordine era stato fondato da San Filippo Smaldone, particolarmente devoto alla Madonna di Pompei per essere stato salvato dalla Vergine durante l’epidemia di colera del 1884.  In altri testi invece si ritrova che la gestione fu affidata alle suore del Sacro Cuore. Attualmente è inquadrato come IPAB (Istituto per l’Assistenza ai Bisognosi) sotto il controllo della Regione Puglia e con Consiglio di Amministrazione autonomo. In questi anni è inoltre oggetto di una integrale ristrutturazione edilizia.

Nel 1986, per decreto del vescovo Mons. Vincenzo Franco, la chiesa fu dichiarata Parrocchia. Sono conservate al suo interno la statua della Vergine con il Bambino, l’una che porge il rosario a S. Caterina da Siena, l’altro a S. Domenico di Guzman, a formare un gruppo posto all’interno di un padiglione in marmo di Carrara in posizione sopraelevata sul fondo dell’abside, coperto da una volta in sottile pietra a forma di volta a crociera sostenuta da quattro colonne sempre in marmo sui quattro vertici. Sul basso il lato verso la navata del tabernacolo è risolto ad altare con un ripiano e il tabernacolo. Il nuovo altare conciliare è stato ricavato poi sul davanti limitando di molto già l’angusto spazio dell’abside.

La statua della Vergine è opera del maestro leccese Achille De Lucretiis e commissionata col contributo dei pescatori di Castro a ringraziamento dello scampato pericolo per la mareggiata del 30 dicembre 1896 e, per voto, portata a spalla dalla bottega dell’artigiano in Lecce fino alle acque del Porto Vecchio. “La sera del 22 luglio 1897 a bordo di un traino di proprietà del signor Guida Salvatore di Vignacastrisi d’anni 56, otto giovani castrioti, uguali di statura, partono da Castro alla volta di Lecce per trasportare a piedi la statua della Madonna di Pompei” – Erano Lazzari Ludovico di Giuseppe di anni 20; Lazzari Giuseppe Antonio di Pantaleo di anni 31; Lazzari Giovanni di Pantaleo di anni 27; Lazzari Salvatore di Oronzo di anni 17; De Santis Gabriele fu Antonio di anni 42; De Santis Giuseppe Domenico fu Antonio di anni 42; Coluccia Girolamo di Donato di anni 46. Gli otto sono di ritorno a Castro la sera del 23 luglio 1897 accolti da cittadini e villeggianti che in processione accompagnarono la statua fino al mare per la benedizione. Alcuni anni dopo furono realizzate le due coroncine d’oro che ornano la fronte.

Nel Salento, la Madonna del Rosario è venerata come liberatrice dall’errore e dal vizio e riconduttrice alla strada della salvezza. L’attuale festa della Madonna del Rosario è stata istituita da San Pio V, in segno di ringraziamento alla Vergine, per la vittoria della flotta cristiana contro i turchi a Lepanto il 7 ottobre 1571 nel golfo di Patrasso in Grecia. Il titolo è equivalente a quello di Madonna della Vittoria, a cui si devono i tantissimi battesimi di Vittorio e Vittoria nel Salento. La ricorrenza è celebrata a Castro marina, come nel resto del mondo, sia l’8 maggio che la prima domenica di ottobre. A Castro, in estate si svolgono solenni festeggiamenti civili e religiosi, con la caratteristica processione in mare.

 

3.1.9. Chiesa del Santissimo Sacramento

 

Nella parte nuova dell’abitato, è stata eretta nel 1974 una nuova Chiesa. L’edificio in stile moderno è stato costruito su iniziativa della locale Confraternita del SS Sacramento, cui la Chiesa è dedicata, e attualmente è di proprietà della parrocchia Maria SS Annunziata. Notevole merito va riconosciuto all’allora Parroco di Castro reverendo arciprete don Salvatore Martella.

 

3.1.10. La cripta bizantina

 

Si tratta dei resti di una chiesa di età bizantina (IXX secolo), edificata su un precedente impianto paleocristiano. Sulle sue pareti rimangono tracce di affreschi riconducibili ad almeno tre distinti cicli decorativi. Si distinguono le immagini di Sant’Onofrio, di San Giovanni Battista e del Redentore. Nel XVIII secolola struttura fu murata e utilizzata come cimitero. Venne definitivamente riportata nelle condizioni attuali nel 1953 e si presenta come opera gemella della chiesetta di San Pietro ad Otranto.

 

3.1.11. Il palazzo vescovile

 

Antica residenza dei vescovi di Castro, l’attuale ex-palazzo vescovile si presenta come il frutto di fasi costruttive e rifacimenti di epoche diverse occorsi, per quanto sino ad oggi osservato, tra il XVI ed il XIX sec. È formato da un piccolo cortile, anticamente cinto da un alto muro con portale di accesso arcuato sormontato da stemma vescovile, da cui è possibile accedere ai vani del piano inferiore, forse utilizzati come locali di servizio e, attraverso una scalinata posta sul lato S, a quelli del piano superiore, destinati all’archivio curiale ed agli appartamenti privati del Vescovo.

I recenti lavori di restauro effettuati alla fine degli anni ’90, hanno messo in luce al piano terra una piccola area necropolare con sepolture databili per lo più ad età tardo-medievale (XV sec.). La necropoli è stata in seguito obliterata dalla costruzione dell’attuale piano terra, da collocare orientativamente agli inizi del sec. XVI. Il piano superiore reca sulla facciata principale lo stemma di Mons. V. A. Grande, arcivescovo di Otranto, in memoria di restauri dell’edificio collocabili alla metà del sec. XIX; essi hanno visto la realizzazione delle notevoli volte in pietra in sostituzione di quelle lignee anticamente esistenti.

La realizzazione del piano superiore del palazzo, o quanto meno una sua radicale trasformazione è attribuibile, sulla base della documentazione attualmente esistente, all’opera del vescovo di Castro Mons. Agostino Gorgoni (1770-1790); due stemmi episcopali del presule si possono ammirare sulle facciate S ed E.

In seguito alla soppressione della diocesi di Castro (1818) la struttura è stata utilizzata come manifattura di tabacchi; attualmente è destinata ad attività di tipo culturale (mostre, manifestazioni). È proprietà della Curia Arcivescovile di Otranto.

 

3.1.12. Casa di Armando Perotti

 

In questa piccola abitazione, edificata in via Tempio di Minerva intorno alla fine del sec. XIX, dimorò per alcuni anni, nel primo ventennio del ‘900, il noto letterato, poeta e storico barese Armando Perotti. Ripagò l’ospitalità della piccola città che egli stesso ebbe a definire “ultima terra di poesia” con ricerche e studi che contribuirono in modo decisivo a squarciare il velo dell’oblio che da secoli si era disteso sulla città e sulla sua gloriosa storia. Ciò favorì la creazione di un polo di richiamo culturale che nel breve volgere di poco più di un decennio avrebbe portato Castro ad imporsi non solo come luogo di studi, ma anche di villeggiatura e di balneazione, tra i più importanti e rinomati dell’epoca nel Salento ed in tutta la Puglia.

 

 

 

 

 

3.1.13. Oratori e Orfanotrofi

 

ORATORIO DON SALVATORE MARTELLA

Nato da una generosa donazione di terreno di circa 15’000 mq da parte del Sig. Vincenzo Lazzari, vede l’ultimazione dei lavori nel 1966. L’opera vede promotore don Salvatore Martella.

Don Salvatore Martella, in qualità di unico parroco di Castro fino al 1986, è stato intraprendente e generoso. Diede impulso e vitalità all’Asilo e all’Oratorio, anche grazie alla presenza, per un decennio (1980-1990), delle Suore Maestre Pie Filippine.

La posizione in cui è ubicato l’Oratorio con annessa una piccola pineta, molto utile per gli incontri all’aperto, è unica: si affaccia sulla Grotta Zinzulusa. Non poche volte nel corso dell’anno è possibile scorgere nitide le Montagne dell’Albania.

Nel 2000 è cessata del tutto l’attività scolastica dell’Asilo; e si è intensificata di più l’attività pastorale dell’Oratorio. I due parroci succeduti a don Salvatore, don Luigi Caracciolo prima e don Fabiano Leone dopo, hanno continuamente promosso iniziative piccole e grandi sia formative che culturali e ricreative.

Praticamente l’Oratorio è, per Castro, luogo privilegiato di incontri, per le feste patronali e religiose in genere, per il teatro, per i festival canori, per i giochi. All’Oratorio si svolgono gli incontri del Consiglio Pastorale parrocchiale e vicariale, delle catechiste, per l’Azione Cattolica (ragazzi e giovanissimi). Qui trovano ospitalità gli Scout per i campi, i disabili e gli anziani; le mamme e i papà per festeggiare i loro piccoli. All’interno dell’Oratorio vi è una chiesa dove i ragazzi sostano per la preghiera personale e si celebrano momenti di preghiera di gruppo; d’estate con il bel tempo ci si sposta nell’atrio esterno dell’oratorio per la messa prefestiva. Nello stesso spazio si tiene il Grest (Gruppo Estivo). Un’esperienza che si svolge nel primo periodo dell’estate, e costituisce un significativo momento di crescita rivolto ai ragazzi e ai bambini delle elementari e delle medie che, insieme al parroco e a un gruppo di animatori, sono impegnati a promuovere attività importanti di vita e di amicizia insieme a Gesù.

 

ORFANOTROFIO GABRIELE CIULLO

Il progetto del Parroco Ciullo prevedeva che vicino al Santuario sorgesse una istituzione caritativa, così come era avvenuto nella valle di Pompei.

Appena completata la nuova chiesa, l’8 maggio 1901 ebbe inizio la costruzione dell’ospizio delle orfane che fu terminato il 28 ottobre 1903. L’ ospizio delle orfanelle cominciò a funzionare senza alcuna rendita, grazie alle donazioni del fondatore e di generosi benefattori; fu eretto in Ente Morale nel 1918. Nel 1935, per iniziativa del Rettore D. Beniamino Plenteda, successore di Ciullo nella guida della Parrocchia e del Santuario, l’Ospizio fu dotato di un ampio dormitorio, di una cucina e di un refettorio e di un cortile esterno per lo svago delle orfanelle.

Anima di questo luogo di formazione per tante giovani sono state per circa un secolo le Suore Salesiane dei Sacri Cuori, le quali hanno ulteriormente qualificato la loro opera attivando una sezione di Scuola Materna intitolata a S. Gaetano e, con esemplare dedizione e spirito di carità, hanno sempre avuto cura del Santuario.

Per molti decenni l’Ospizio ha accolto bambine e ragazze del territorio salentino, provenienti da famiglie con problemi, ed ha costituito un luogo protetto di inclusione e di crescita sana per tante giovani sfortunate.

 

3.1.14. Il sacrario dei caduti di El Alamein

CAPPELLA FOLGORE – PAOLO CACCIA DOMINIONI

 

Il Sacrario fu innalzato nell’anno 1968 in onore dei caduti della Divisione Paracadutisti “FOLGORE” nella battaglia di El-Alamein (1942), su progetto del celebre soldato-architetto Paolo Caccia Dominioni. La Cappella innalzata su iniziativa della famiglia Starace ed in particolare dal M.O.V.M. Nino Starace, ha la particolarità di essere orientata a 135°, ossia verso il Sacrario di El Alamein, costruito e progettato dallo stesso Paolo Caccia Dominioni.

Nella Cappella sono da segnalare un dipinto su maiolica raffigurante San Michele Arcangelo e realizzato dallo stesso architetto e la statua di un soldato in bronzo appoggiata ad un cannoncino anticarro originale recuperato direttamente dai luoghi della battaglia.

In occasione di particolari ricorrenze del corpo, i reparti di paracadutisti dell’Esercito Italiano celebrano in loco cerimonie commemorative alla presenza dei più alti ufficiali in comando.

 

 

3.2 PRESENZA DI OFFERTA DI SERVIZI CULTURALI QUALI BIBLIOTECHE, EMEROTECHE, ARCHIVI DI STATO, RACCOLTE DI DOCUMENTI, DI RILIEVO PROVINCIALE RELATIVI A MATERIE STORICHE, AERTISTICHE E ARCHEOLOGICHE.

 

            3.2.1. Biblioteca

 

La biblioteca comunale, intitolata alla “Prof.ssa Maria Rosaria Semeraro”, è stata istituita nel 1976. Ha un Regolamento, approvato con delibera G.M. n. 337 del 24.09.1986, ed è inserita nel sistema bibliotecario regionale. La Biblioteca è allocata in due ambienti aventi una superficie complessiva di mq. 50 circa, presso l’ex edificio della Scuola Elementare di Via Dei Mille, ed ha una dotazione libraria di circa 3.500 volumi oltre a materiale audiovisivo, cd e dvd.

La biblioteca ha una sezione staccata presso il Castello aragonese di Castro con dotazione libraria di interesse storico e archeologico. Gran parte dei testi provengono dalla biblioteca personale del concittadino prof. Antonio Lazzari, già docente presso la facoltà di Scienze della Terra dell’Università di Napoli.

Notevole, altresì, la dotazione libraria della biblioteca scolastica presso il plesso scolastico di Via dei Gerani.

L’ultima rilevazione statistica del sistema bibliotecario ha registrato una media annua di 1.500 utenti e di 450 iscritti al prestito.

 

3.2.2. Museo Archeologico (MAR)

 

Il Museo di Castro, intitolato al Prof. Antonio Lazzari, è stato istituito nel 1994 con deliberazione del Consiglio Comunale n.74 del 24 dicembre. È dotato di Regolamento approvato con deliberazione del Consiglio Comunale n.10 del 19.5.2005.

Il museo “archeologico” è ospitato all’interno del Castello di Castro e occupa circa 640 mq di superficie, prevalentemente a piano terra e di facile accesso. È stato inaugurato nel 2009 e nel 2015 è stato oggetto di una integrale ristrutturazione per l’ampliamento e la riorganizzazione del materiale esposto.

Il Museo è riconosciuto come permanente dalla Soprintendenza Archeologica della Puglia di Taranto; dispone di sorveglianza e misure di sicurezza ed è autorizzato a conservare l’intero corpo dei ritrovamenti di interesse preistorico, protostorico e storico del territorio comunale.

L’allestimento attuale comprende materiale lapideo, bronzeo, ceramico, a partire dal Paleolitico superiore, proveniente dagli scavi di Grotta Romanelli e nella Grotta Zinzulusa e dalle campagne di scavo in ambito protostorico e storico in particolare dell’acropoli attualmente occupata dal Centro storico e da località Palombara.

I reperti originali, le ricostruzioni e le copie ripropongono il percorso della frequentazione dall’uomo di Neanderthal al giorno d’oggi illustrando la vita dell’uomo delle caverne, dei primi villaggi protostorici dell’Età del Bronzo, le fortificazioni e la vita del periodo Ellenistico, ed in particolare del popolo dei Messapi, della presenza della colonia romana, con continuità cronologica dalla fine della presenza bizantina fino alla riorganizzazione militare in epoca aragonese.

I reperti esposti sono provenienti esclusivamente da scavi all’interno del territorio comunale e il nucleo di interesse principale è costituito dal periodo ellenistico che attesta la presenza di una struttura templare a partire dalle prime colonie greche sulla costa italica fino a tutto il periodo Repubblicano romano dedicata alla dea Minerva. Nel Museo sono esposti gli oggetti votivi specifici del culto della dea guerriera (punte di frecce e lance, statuette in bronzo o terracotta, ecc.) oltre ai pezzi più interessanti della ceramica votiva ritrovata nei pressi del tempio.

Il nucleo ellenistico si compone di numerosi pezzi di statuaria ed architettonici tra cui il busto gigantesco di una dea, un quadriglifo di colmo di una struttura di tipo templare, le parti di un podio in pietra leccese, alcuni parti anatomiche di figure umane di diversa scala. La sezione urbanistica occupa la parte centrale a piano terra nella sala detta della “cannoniera”.

Accanto alla ceramica d’epoca sono esposte anche epigrafi messapiche in alfabeto greco.

Il nucleo preistorico illustra i graffiti parietali della Grotta Romanelli e alcuni calchi anteguerra di pietre scolpite e figure primordiali. La riorganizzazione del nucleo preistorico si completerà a breve col recupero di alcuni vasi dell’Età del Rame e di altri reperti dispersi tra vari laboratori archeologici d’Italia. Altro materiale è previsto in arrivo con la ripresa degli scavi in Grotta Romanelli nella prossima estate a cura dell’Università La Sapienza di Roma.

La sezione preistorica occupa parte dei vani a livello seminterrato che per estensione e altezza si presta a una efficace esposizione.

Il periodo protostorico, rappresentato con pannelli didattici e ricostruzioni, espone reperti provenienti dalla Grotta Zinzulusa (due asce ad occhio in bronzo) e i reperti provenienti dalle campagne di scavo in località Palombara, riferiti a un insediamento costiero con ceramica datante a partire dal 1800 a.C. fino al periodo messapico, i cui interventi sono ancora in corso. I reperti sono caratterizzati da ceramica (vasi), piccoli oggetti in bronzo d’uso quotidiano, di particolare interesse archeologico essendo il periodo di riferimento scarsamente conosciuto anche nel campo degli studiosi del territorio pugliese adriatico.

Alcuni reperti, come orecchini in oro, sigilli per ceralacca, oggetti di decoro per finimenti di cavalli oltre a pannelli ricostruttivi delle opere di maggiore dimensione, come il porto romano o la struttura isodomica in località Capanne, illustrano la presenza romano-messapica a partire dalla metà del III° secolo a.C. fino a tutto l’Alto Medioevo.

Materiale illustrativo espone le raffigurazioni della chiesetta bizantina posta sotto la Cattedrale romanica aprendo la sezione medievale che si caratterizza dall’attività della famiglia Del Balzo e Orsini-Del Balzo con la ricostruzione sulla vecchia fortificazione messapica di una nuova cinta fortificata in periodo angioino. La sezione illustra, attraverso una notevolissima selezione di ceramica, l’evoluzione della ceramica d’uso a partire dal ‘200 fino al ‘600 esponendo le differenti tecniche di impasto, tornitura, cottura e decorazione che si sono sviluppate in ambito salentino. Sono esposti fondi di piatti riportanti gli emblemi delle principali famiglie nobiliari pugliesi (Charmont, Brienne, Orsini-Del Balzo, ecc.).

Una sezione del Museo si focalizza sulle tradizioni locali ormai scomparse come le forme arcaiche e/o ormai abbandonate della pesca e della tecnica di costruzione delle barche in legno. La presenza di ami, pesetti in terracotta o in piombo, la presenza di lische di pesce e gusci di fauna marina, anche in ambito preistorico e protostorico, consente attraverso l’esposizione di oggetti e pannelli, di comunicare la metodologia di pesca e le consuetudini alimentari delle popolazioni adriatiche del Salento.

La tecnica della costruzione dei natanti racconta le consuetudini dei traffici sul Canale d’Otranto a partire dal periodo romano con illustrazioni e/o modellini dei navigli romani affondati col loro carico davanti alla costa di Castro.

Il Museo è aperto tutto l’anno, dispone di personale per le visite guidate, di numeroso materiale illustrativo gratuito e/o a pagamento e dispone di sistemi di proiezione di audiovisivi con la presentazione di ricostruzioni svolte con il computer-art. Una saletta attrezzata di circa 80,00 mq consente lo svolgimento di incontri di interesse culturale o a tema.

Nell’anno 2014 è stato visitato da più di 13.000 persone, nel 2015 da 14.470 persone.

 

3.2.3. Cineteatro comunale

 

La ristrutturazione di una ex palestra inutilizzata ha reso possibile l’apertura nel 2014 del Cineteatro Comunale. La sala ha la disponibilità di 180 posti ed ha una adeguata strumentazione audio video e luci.

Oltre alle rassegne teatrali e agli spettacoli in calendario, da subito è divenuta punto di riferimento per incontri e dibattiti.

 

         3.2.4. Bosco dello scarra

 

Il Bosco, più recentemente denominato Parco delle Querceo dello Scarra è ubicato a Ovest dell’abitato, in un’area cinta da muretti a secco. È un bosco di leccidi notevole interesse, anche perché rara testimonianza dei lembi boschivi lungo la fascia costiera orientale del Salento.

È diviso in due parti: una pianeggiante a nord-est ed una rocciosa e scoscesa a sud-ovest, quest’ultima presenta un canale che costituiva il letto di un fiume. La parte pianeggiante è caratterizzata dalla presenza di notevoli esemplari di leccio (Quercusilex) con tronchi che superano il metro di diametro, quella scoscesa è più fitta e impenetrabile. Il sottobosco è ricco di esemplari vegetali fra cui è possibile trovare: l’alloro(Laurusnobilis), il nespoloselvatico (Mespilus germanica), il biancospinocomune (Crataegusmonogyna), il terebinto(Pistaciaterebinthus) l’ederacomune (Hederahelix), l’elleborine minore (Epipactismicrophylla), un’orchidea molto rara, e la scrofularia nodosa (Scrophularia nodosa) molto diffusa nel Salento.

Il bosco, inoltre, ospita un numero elevato di specie animali, fra le quali il pettirosso, la tortora, l’occhiotto, l’upupa, la civetta, il fringuelloe l’usignolo.

 

3.2.5. Centro sportivo polivalente

 

Il Centro Sportivo Polivalente Comunale, intitolato al Dr. Vitale Nuzzo, e le attrezzature in esso esistenti sono destinati ad uso pubblico per la promozione e per la pratica dell’attività sportiva, motoria e ricreativa, nell’ambito di un’organizzazione delle risorse rinvenibili nel territorio in ambito cittadino volta a valorizzare il sistema di rete delle strutture destinate allo sport.

Oltre al campo di calcio, ha il campo di calcetto, il campo di pallavolo e di pallacanestro, due campi da tennis e due campetti di bocce.

È luogo privilegiato per il tempo libero e l’attività sportiva non solo dei residenti ma anche dei tanti turisti e villeggianti che lo frequentano nei periodi primaverile ed estivo.

 

 

3.2.6. Percorso naturalistico lungo la costa: Sentiero “Palombara”, Sentiero “Mucurune”, Sentiero Blu, Grotte Costiere (Grotta Zinzulusa e Grotta Romanelli).

 

SENTIERO “PALOMBARA”

Il sentiero collega il versante orientale dell’acropoli con l’area costiera in prossimità della grotta “Palombara”. Il tratto ubicato a valle della strada Litoranea per Santa Cesarea Terme, che interseca il sentiero, conserva ancora parte della originaria pavimentazione in ciottoli di età post-medievale.

Recenti attività di ricognizione e scavo archeologico nell’area, hanno rivelato la presenza di un tratto murario risalente all’età ellenistica, che pare costeggiare il viottolo sul lato settentrionale e sin quasi al pianoro a monte della grotta. Tracce di frequentazione di età ellenistica sono comunque ravvisabili sul piccolo pianoro ubicato sul lato meridionale del sentiero in prossimità della strada litoranea. Il dato più rilevante è tuttavia costituito dalla presenza, sempre su questo pianoro, di un’area di abitato risalente all’età del bronzo finale (XII- XI sec. a.C.). Lo scavo per la posa in opera della conduttura fognaria lungo la strada litoranea, ha restituito un’urna protogeometrica iapigia con decorazione sovra dipinta. Dal pianoro a monte della baia di grotta “Palombara” si può godere di uno scenario naturalistico di incomparabile bellezza.

 

SENTIERO “MUCURUNE”

Collega la strada Litoranea per Santa Cesarea Terme all’imponente promontorio denominato “Pizzu Mucurune”, che con un “braccio” roccioso di circa 400 m di lunghezza, protegge la rada di Castro Marina ed il suo porto dai venti provenienti dal quadrante di NE. Nel primo tratto il sentiero conserva parte dell’acciottolato di pavimentazione risalente ad età post-medievale. Al termine del sentiero si giunge al piccolo Sacrario-Cappella dei Paracadutisti della Divisione “Folgore”, innalzato nell’anno 1968 in onore dei caduti nella battaglia di El-Alamein (1942), su progetto del celebre soldato-architetto Paolo Caccia Dominioni. Nel pianoro immediatamente fiancheggiante l’area della cappella, si rinvengono resti archeologici pertinenti ad un nucleo di abitato la cui frequentazione è datata all’età del Bronzo finale (XII-XI sec. a.C.). Lungo il sentiero, piccole aree coltivabili destinate prevalentemente ad uliveti, fanno da cornice ad un sito di alta valenza storico-paesaggistica e naturalistica.

 

SENTIERO BLU

Il tratto di mare tra Grotta Zinzulusa e Grotta Romanelli è sicuramente una delle zone più belle ed interessanti del Mediterraneo.

Il sentiero blu si snoda attraverso vaste praterie di Posidonie Oceaniche, popolose scogliere di Coralligero e Precoralligero, ed i famosi, lindi fondali rocciosi del mare di Castro, tanto apprezzati dai fotografi subacquei.

 

GROTTE COSTIERE: Grotta Zinzulusa e Grotta Romanelli

Sulla costa, si trova la grotta Zinzulusa, unico sito carsicoitaliano tra i dieci mondiali segnalati dal Karst Waters Institute(KWI) come meritevole di tutela. Esistono inoltre altre grotte, come lagrotta Romanelli, la grotta Azzurra e la grotta Palombara.

 

 

Grotta Zinzulusa

Grotta Zinzulusa è sicuramente una delle manifestazioni più importanti del carsismo costiero pugliese.

La grotta si apre sul mare con uno spettacolare arco naturale frutto del carsismo e della violenta azione demolitrice del mare. Nella zona di accesso, dalla volta, simili a stracci, pendono le caratteristiche stalattiti che danno il nome alla grotta; “Zinzulusa”, cioè “grotta stracciona” nel dialetto del posto. L’interno si presenta ricco di stalattiti e stalagmiti. Ben due gli affioramenti in grotta di acqua dolce: “Laghetto” e  “Cocito”. Ma la grotta Zinzulusa presenta anche particolarità biologiche, paletnologiche e paleontologiche sicuramente uniche tra le grotte d’Italia. All’interno del paleo-fiume che ancora scorre ai livelli più bassi del condotto carsico, vive la Thyphlocaris salentina, gamberetto privo di occhi e pigmentazioni e la Spelaeomysis bottazzi, misidaceo dalle antenne poligeminate, Higginsia ciccaresei, spugna stibogia unica nel suo genere.

Una nutrita colonia di pipistrelli (Rinofilo minore, Rinofilo maggiore, Rinofiloeuriale, Miottero) utilizza dalla primavera all’autunno, la parte più profonda della grotta (non aperta al pubblico) per la riproduzione e l’allevamento dei piccoli.

Grotta Zinzulusa è stata frequentata dall’uomo preistorico che abitò l’avangrotta (stazione neolitica, eneolitica, paleolitica), la parte più profonda della grotta (il Duomo – reperti paleolitici e neolitici) ed utilizzò il laghetto interno per attingervi l’acqua e, probabilmente, lasciare doni ad una qualche divinità (ritrovamenti di vasi della cultura di Piano Conte, Serra d’Alto e Dianqa. Reperti eneolitici, protostorici, romani oltre a depositi di animali preistorici).

Il servizio guide alla Grotta è gestito dall’Amministrazione Comunale. La parte attualmente visitabile si estende per 150 metri all’interno del blocco calcareo ed è visitata da più di 100.000 persone paganti all’anno.

 

Grotta Romanelli

Poco lontano dalla grotta Zinzulusa, con l’ingresso parzialmente ostruito da una breccia ossifera, si apre grotta Romanelli. La grotta, a quasi un secolo dalla scoperta (Paolo Emilio Stasi), conserva ancora in sito ed intatti gran parte dei suoi depositi (terre rosse e terre brune – 70.000 – 12.000 a.c.) in cui l’uomo preistorico e gli animali, dal paleolitico al neolitico, lasciarono le tracce della loro frequentazione.

Grotta Romanelli è ritenuta una delle più importanti stazioni italiane della preistoria. Oltre ai raffinati oggetti litici caratteristici della grotta (industria romanelliana), importanti graffiti decorano le pareti (Bos Primigenius, Cervide, figure Vulvali e figure Fusiformi: Arte Parietale del Paleolitico).

Reperti provenienti da Grotta Romanelli sono conservati presso i più importanti musei specializzati d’Italia.

Grotta Romanelli non è aperta al pubblico.

 

    3.3. Presenza di attività culturali quali mostre, convegni, manifestazioni culturali o tradizionali svolte con il patrocinio della Regione, o degli altri enti locali;

 

L’Amministrazione Comunale, attiva e sensibile verso l’organizzazione di attività culturali, ha svolto, nell’anno 2017, diverse iniziative fra qui:

– “Incontro sulle recenti scoperte archeologiche” con il patrocinio morale dell’Università del Salento e della Sovraintendenza, rivolto alla cittadinanza per informarla sui recenti sviluppi e ritrovamenti archeologici effettuati nella città di Castro;

– “Eduational per Giornalisti”, per incrementare la promozione internazionale del territorio di Castro;

– “Archeologia dei Querceti”, attraverso bando CUIS 2014, conferenza sulle ricerche archeo-paleobotaniche presenti nel Parco Naturale Regionale Otranto-Santa Maria di Leuca;

– “Approdo del riconoscimento Bandiera Blu 2017”, con il patrocinio di Fee Italia, celebrazione del Riconoscimento Bandiera Blu 2017;

– “Green Team”, rivolto a tutta la cittadinanza, gruppo di volontari che hanno effettuato la pulizia di alcune zone del territorio Comunale;

– “Notte in tenda” con la collaborazione di Legambiente ed inserita nel progetto “Green Reporter”, rivolta ai giovani cittadini di Castro per sensibilizzarli al rispetto e alla cura dell’ambiente in cui vivono;

– “Castrum Minervae”, premiazione di alcune personalità che hanno contribuito alla promozione del territorio comunale e alle scoperte archeologiche;

– “Puliamo il Blu” in collaborazione con Legambiente, giornata dedicata alla pulizia del fondale marino di Castro;

– Istituzione dell’Ufficio Politiche Ambientali del Comune di Castro;

“European Mobility Week” , quest’iniziativa prevedeva l’interdizione al traffico in alcune strade del centro e rientrava in un programma di sensibilizzazione rivolto ai cittadini, per la tutela ambientale e l’utilizzo di strumenti di mobilità alternativi per ridurre l’inquinamento e migliorare lo stile di vita;

– Molta attenzione è stata posta sul Parco delle Querce che versa in uno stato di sofferenza chiedendo l’attivazione di uno studio da parte dell’Università di Bari sulle possibili soluzioni che hanno colpito il leccio, la pianta che rappresenta la storia, la vita e la cultura del nostro bosco;

– Convegno sulla tematica ambientale tenuto dal Prof. Boero.

 

    3.4. Presenza di una domanda turistica e di una offerta turistica calcolata sulla base dei parametri indicati dalla Regione Puglia, rapportati alla popolazione della Città.

 

Vedi punto 2.

 

  1. IL COMUNE PER LA CITTA’ E PER I CITTADINI: i servizi Educativi e Scolastici, Servizi Sociali, Politiche Abitative, Politiche Sanitarie, La partecipazione, Servizi commerciali, finanziari, sanitari e sociosanitari.

           

4.1.  Servizi Educativi e Scolastici

 

Centro giochi

Da anni l’Amministrazione Comunale di Castro si preoccupa del benessere psico-fisico di bambini e ragazzi e concorre, unitamente alle famiglie ed all’intera comunità, alla loro crescita culturale ed umana.

Nel tempo sono stati predisposti luoghi di incontro tra pari, sotto la guida di adulti competenti, in cui i giovani possono trascorrere il tempo libero, strutturare relazioni positive ed impegnarsi su percorsi per la conoscenza delle tradizioni rilevanti del territorio in cui vivono, la pratica ed il recupero dei mestieri del passato e dei giochi dei nonni.

Vengono utilizzati a questo fine i locali della Casa delle Associazioni, la palestra della Scuola e il Parco delle Querce.

 

Refezione scolastica

La refezione scolastica è destinata ai bambini che frequentano la Scuola dell’Infanzia. È gestita dall’Unione dei Comuni della Costa Orientale, d’intesa con la ASL di Lecce, Distretto Sociosanitario di Poggiardo, ed è affidata, mediante gara di pubblica evidenza, ad Azienda in possesso dei requisiti richiesti dalla vigente normativa.

 

Centro estivo

Da sempre il Comune di Castro avvia nel periodo estivo un Campus per i bambini e i ragazzi, non solo residenti ma anche di famiglie di turisti che scelgono di impegnare i propri figli in attività ricreative e culturali. Bambini e ragazzi partecipano ad attività sportive, nella piscina di Grotta Zinzulusa, nel Centro Sportivo Polivalente e nella palestra della Scuola, oppure sono impegnati in corsi di teatro, campagne di scavo nei siti archeologici di Castro, percorsi di pittura e di musica che si concludono con saggi e manifestazioni.

Le iniziative raccolgono da sempre l’adesione spontanea dei minori per la efficacia delle proposte e per l’entusiasmo messo in campo dagli animatori.

 

Trasporto scolastico

Considerato che l’abitato di Castro è particolarmente esteso e che alcune aree sono lontane dall’edificio scolastico, collocato nell’ estrema periferia nord-est del paese, da sempre è attivo il servizio di trasporto alunni con accompagnatore. Serve con orari differenti la Scuola dell’Infanzia, la Scuola Primaria e la Scuola Secondaria di primo grado, all’ingresso e al termine delle lezioni. Il servizio di trasporto copre anche i bisogni derivanti dai rientri pomeridiani, per le uscite didattiche sul territorio e nei Comuni limitrofi e per le attività sportive e ricreative in genere.

Lo scuolabus comunale è utilizzato anche per il Campus estivo.

 

Sostegno alla disabilità

Il Comune interviene nell’ attività di integrazione scolastica di alunni disabili, così come previsto nelle normative nazionali e regionali per il diritto allo studio. Dà supporto all’Istituzione Scolastica per le attività di sostegno e interviene con attrezzature e sussidi didattici per alunni non vedenti i ipovedenti. Vengono inoltre assicurati, tramite l’Unione dei Comuni della Costa Orientale, gli accorgimenti necessari nel servizio mensa per i bambini celiaci e, nell’ambito del trasporto scolastico, è disponibile uno scuolabus dell’Unione dei Comuni con pedana per gli alunni con disabilità motoria.

Negli anni 2003-2004 il plesso scolastico di Via dei Gerani è stato oggetto di intervento specifico per la messa in sicurezza degli impianti e l’abbattimento delle barriere architettoniche.

Notevoli sono stati gli sforzi per rendere agevole ai portatori di handicap l’accesso alle strutture pubbliche e ai servizi. Ultimamente il Comune si è dotato di un bus navetta con pedana per il trasporto degli utenti con disabilità dal piazzale Zinzulusa al Castello per la visita multimediale della grotta.

 

SCUOLE DEL TERRITORIO

 

Le Scuole di Castro fanno parte dell’Istituto Comprensivo di Diso, con i Comuni di Diso, Andrano e Castro e con le frazioni; la Dirigenza è situata in Marittima, nel locale plesso di Scuola Primaria e Secondaria. L’ Istituto è stato riordinato nell’ anno scolastico 2012-2013.

 

Scuola dell’Infanzia Statale

Dalla istituzione dell’Orfanotrofio “Gabriele Ciullo” a Castro Marina, ha funzionato un Asilo per bambini e bambine fino ai sei anni, gestito dalle suore di San Filippo Smaldone; a Castro Città, dalla metà degli anni ’90 è stato attivo un Asilo infantile, curato dalle suore Maestre Pie Filippini.

Dal 1983 è in funzione un Plesso di Scuola dell’Infanzia statale, oggi con due sezioni, allocato nella struttura di via Marinai d’Italia. La sede dispone di uno spazio didattico per le attività comuni, di ampie e luminose aule per le sezioni, di una attrezzata sala-mensa, di servizi di qualità elevata e di un cortile esterno con strutture per il gioco e l’attività motoria.

 

Scuola Primaria Statale

La Scuola Primaria è ospitata, insieme alla Scuola Secondaria di 1^ grado, nell’ edificio di via dei Gerani, al primo piano. Si costituisce di cinque classi. Dispone di spazi ampi e luminosi per le aule, di una sala multimediale per l’apprendimento delle nuove tecnologie e di laboratori di scienze ed attività artistiche e musicali. Condivide con la Scuola Secondaria l’uso di una splendida palestra attrezzata per l’educazione fisica e per tutte le iniziative sportive.

 

Scuole Secondaria di primo grado Statale

La Scuola Secondaria di primo grado ha sede nell’ edificio di via dei Gerani, unitamente alla Primaria. L’ edificio è nato per la sola Scuola Media e così ha funzionato fino a pochi anni addietro; poi, la progressiva diminuzione di alunni ha indotto l’Amministrazione Comunale a concentrare i due segmenti scolastici nello stesso plesso per una migliore utilizzazione degli spazi e per consentire alle persone in formazione ogni supporto logistico, didattico e funzionale.

La scuola ha quattro classi, un laboratorio informatico, uno linguistico, spazi attrezzati per le attività musicali e artistiche e dispone di un’ottima palestra in grado di soddisfare tutti i bisogni dei ragazzi, tanto nel tempo-scuola quanto nell’extra-scuola.

 

4.2.  Servizi Sociali

 

Il Comune di Castro gestisce i Servizi Sociali con l’Assessore preposto, il funzionario incaricato e l’Assistente Sociale, presente in ufficio 12 ore a settimana e regolarmente disponibile previo contatto telefonico.

In generale, la gestione avviene d’ intesa e in collaborazione con l’Ufficio dell’Ambito del Piano di Zona per i Servizi Sociali di Poggiardo, al quale fanno riferimento 15 Comuni del territorio. I contatti sono stabilmente mantenuti dal consigliere delegato.

Con l’Ufficio d’Ambito, il Comune garantisce l’assistenza generica per gli handicap scolastici ed il servizio di trasporto presso strutture e centri di recupero e riabilitazione.

È attivo anche il servizio di trasporto sociale, in collaborazione con la cooperativa “Angelo Custode”, che accompagna persone che non hanno il supporto della famiglia presso gli ambulatori del Distretto socio-sanitario di Poggiardo, il Centro di Igiene Mentale o la struttura riabilitativa dei Padri Trinitari.

Il Comune di Castro ha attivato i Buoni di Conciliazione Vita-Lavoro, in virtù dei quali minori e diversamente abili conviventi con persone che lavorano possono frequentare centri diurni accreditati, regolarmente iscritti al Registro Regionale.

In collaborazione con il Distretto Socio-sanitario e l’Ufficio d’Ambito di Poggiardo, il Comune assicura l’assistenza domiciliare e l’assistenza domiciliare integrata con interventi di personale sanitario e di OSA e OSS. Sempre in collaborazione con l’Ufficio d’Ambito, si attuano gli interventi di Educativa Domiciliare, con educatori professionali che si fanno carico delle situazioni familiari più critiche.

Con fondi propri ed in collaborazione con l’Associazione “Una mano in più” il Comune realizza i Campus estivi nei mesi di giugno, luglio e agosto. Gli interventi a favore dei minori coinvolgono in realtà tutte le Associazioni operanti sul territorio, per le specifiche competenze: Lega Ambiente per le occasioni ecologiche, Pro Loco Castro per le attività di promozione, ASD Gioventù per i momenti ludico-ricreativi, Castro Medievale per gli aspetti storico-culturali, ecc.

I Campus estivi propongono ai minori di Castro e di famiglie che a Castro trascorrono le vacanze o lavorano percorsi di nuoto in piscina Zinzulusa, attività sportive nella palestra dell’Istituto Comprensivo, corsi di giardinaggio nel bosco; e ancora: laboratori di cucina e piccola pasticceria, di musica, di yoga per bambini, di educazione ambientale.

Tutte le attività proposte nei mesi estivi vengono socializzate e rappresentate alle famiglie ed alla comunità secondo un piano di manifestazioni non competitive ricompreso sotto lo slogan “L’Estate dei Bambini”. Decisiva, anche in questa circostanza, è la collaborazione attiva e qualificata di tutte le Associazioni presenti sul territorio.

Per tutto l’anno scolastico, a bambini e ragazzi vengono proposti percorsi gratuiti per il recupero scolastico, utilizzando anche le disponibilità del volontariato.

Molteplici sono le iniziative in favore della fascia giovanile, dall’attività formativa con i progetti di Servizio Civile Nazionale e l’alternanza scuola-lavoro, entrambi realizzati sia dal Comune di Castro che dalla Pro Loco di Castro, al progetto comunale “Garanzia Giovani”.

Ed ancora: il Laboratorio Urbano Giovanile di Archeologia, gestito dall’APS Athenaion, i Laboratori estivi di Cinematografia, di Teatro, di Canto, di Pittura, realizzati dalla Pro Loco Castro. Queste iniziative spesso interagiscono con la didattica della Scuola, favorendo momenti di integrazione, prevenendo forme di devianza e producendo attività formativa che sfocia in lavori cinematografici, rappresentazioni teatrali, spettacoli musicali, collettiva d’arte di notevole pregio, proposti ai turisti durante la stagione estiva.

Per le persone adulte annualmente il Comune programma il soggiorno climatico, realizzato insieme ai Comuni dell’Unione della Costa Orientale, e il corso di ginnastica dolce, realizzato con la Pro Loco di Castro.

In Piazza Perotti, in locali comunali, è attivo il Centro diurno polivalente per gli Anziani; l’Amministrazione Comunale da sempre è particolarmente attenta a verificare le condizioni di vita degli anziani e degli ammalati, anche con visite periodiche presso le loro abitazioni, per provvedere, tempestivamente, con specifici interventi, in caso di necessità espressa dalle stesse persone in difficoltà o verificata dalla struttura comunale.

Agli anziani invalidi o non automuniti vengono assicurati i servizi di spesa a domicilio e infermieristico a domicilio.

L’Amministrazione Comunale interviene con il servizio civico comunale, che può durare fino a tre mesi per lavori di pubblica utilità, con il sostegno al progetto “Lavoro e solidarietà”, attivato dalla Pro Loco di Castro, e con i buoni voucher di avvio all’occupazione, anche periodica o giornaliera, a favore delle famiglie in condizioni di disagio economico e sociale. Questi interventi a sostegno delle famiglie, particolarmente con minori, sono finanziati esclusivamente con risorse del bilancio comunale.

L’Amministrazione Comunale, la Responsabile dei Servizi Sociali e le Associazioni del territorio promuovono numerose iniziative di solidarietà. L’ Associazione “Castro puoi volare”, d’ intesa con l’Assessorato ai Servizi, anima la vendita di mele e gardenie; tutte le Associazioni danno vita a frequenti mercatini di beneficenza i cui proventi vengono destinati a minori o anziani di famiglie con difficoltà. Piuttosto che consegnare il denaro raccolto, le Associazioni e l’Amministrazione Comunale comprano generi di prima necessità e li portano a casa delle persone bisognose.

Con delibera di Consiglio Comunale che si rinnova annualmente, si è deciso che i gettoni di presenza dei Consiglieri sono in toto destinati ad interventi di tipo assistenziale. Il Sindaco e gli Assessori partecipano al progetto devolvendo quota-parte della propria indennità mensile. Una parte delle somme accantonate è destinata ad attività di promozione del territorio comunale.

 

Sportello Sociale

Lo sportello Sociale, previsto nella legge nazionale di riforma del Welfare (L. 328/2000), è un servizio rivolto a tutti i cittadini quale strumento di garanzia dei loro diritti, luogo di ascolto dei loro bisogni, analisi della domanda e conseguente orientamento sulle opportunità di risposta, “porta unica di accesso” alla rete dei servizi sociali e socio-sanitari offerti dal Comune e dall’A.S.L.

 

I servizi per gli Stranieri

Gli stranieri presenti a Castro sono pari all’1,2% della popolazione residente, tutti ben integrati nella comunità. La più nutrita è la comunità rumena con 20 presenze di cui due minori che frequentano la scuola ben relazionandosi con i compagni.

A loro disposizione è lo Sportello Sociale che offre ascolto, informazione ed orientamento anche ai cittadini immigrati. In particolare vengono affrontate varie questioni legate al rinnovo dei permessi di soggiorno, ai ricongiungimenti familiari, alle tutele sanitarie, all’inserimento nel mondo del lavoro.

 

4.3.  Politiche Abitative

 

La particolare conformazione del territorio comunale e l’indice di edificabilità pone non pochi problemi allo sviluppo abitativo. Ciò nonostante, le azioni, gli interventi ed i servizi realizzati dal Comune di Castro a sostegno delle Politiche abitative, sono adeguati in rapporto ai bisogni della popolazione; si evidenziano in particolare:

  • La realizzazione dei Piani Particolareggiati “Campitelli”, “Frasciule” e “Serre”;
  • La realizzazione del Piano di Edilizia Economica e Popolare (zona 167);
  • La assegnazione in proprietà, previo riscatto, degli alloggi IACP di Via Mucurune;
  • La assegnazione, previo bandi pubblici, degli alloggi IACP di Via Lit. S. Cesarea.

Attualmente è in fare di realizzazione il Piano di residenza pubblica “Monte Mattia”.

 

4.4.  Politiche Sanitarie

 

La priorità è data alla promozione della salute che, principalmente, si sostanzia nella realizzazione di un programma di incontri e di seminari rivolti alla comunità. Si tratta di un percorso di accrescimento delle conoscenze in materia igienico-sanitaria, realizzato con il supporto delle Associazioni del territorio, finalizzato a favorire scelte consapevoli circa stili di vita e prevenzione.

Sul territorio sono presenti tre ambulatori medici, la guardia medica notturna e, in estate, il servizio di assistenza sanitaria turistica.

La Farmacia presente sul territorio risulta sufficiente per i bisogni della popolazione residente; nel periodo estivo è attivo nella marina un dispensario farmaceutico per far fronte alla maggiore richiesta di turisti e villeggianti.

 

4.5.  La partecipazione

 

Il Comune ha avviato un sistema integrato di interventi di informazione, di strumenti della partecipazione, di politiche per la semplificazione dell’accesso agli atti e del linguaggio, con l’obiettivo di garantire il diritto del cittadino di sapere e di intervenire sui temi riguardanti la collettività.

È attivo il sito internet www.comune.castro.le.it costantemente aggiornato con la pubblicazione di atti amministrativi e notizie per informare tempestivamente i cittadini sulle scadenze e gli appuntamenti imminenti.

Periodicamente il sindaco e la giunta, in previsione dell’approvazione del bilancio e/o in occasione di scelte programmatiche di notevole rilievo, incontrano i cittadini in assemblea pubblica. Un’occasione importante di confronto diretto e di ascolto che riscuote sempre buoni risultati sia relativi al gradimento che alla partecipazione.

Fra ottobre e dicembre 2017, l’Amministrazione ha realizzato un programma di programmazione partecipata denominato “RipensiAMO Castro”.

 

CALENDARIO INCONTRI

 

OTTOBRE:

 

–          14 : QUADRO GENERALE AMMINISTRAZIONE (Assemblea Pubblica) Sala Cineteatro, via di Mezzo, ore 17.30

 

–          18 : ASSOCIAZIONI e TERRITORIO (riservato, su invito) Sede Comunale, ore 18.00-20.00

 

–          20 : ASSOCIAZIONI e TERRITORIO (riservato, su invito) Sede Comunale, ore 9.00-12.00

 

–          23 : OPERATORI TURISTICI (riservato, su invito) Sala Cineteatro, via di Mezzo. ore 17.30

 

–          30 : CENTRO STORICO (Incontro pubblico), Castello Aragonese, ore 17.30

 

NOVEMBRE:

 

–          6 : CASTRO MARINA, COMPARTO ZINZULUSA (incontro pubblico), Castello Aragonese, ore 17.30

 

–          13 : POLITICHE SOCIALI E GIOVANILI, AMBIENTE E SPORT (incontro pubblico), Castello Aragonese, ore 17.30

 

–          20 : VIABILITA’ E TRASPORTI, URBANISTICA (incontro pubblico), Castello Aragonese, ore 17.30

 

–          27 : CONCLUSIONI (incontro pubblico), Castello Aragonese, ore 17.30

 

E’ stato istituito “Informagiovani” presso la sede comunale con una bacheca e anche con uno sportello settimanale ogni giovedì dalle 15 alle 18.

 

È attivo un servizio di informazione puntuale e h24 sulle notizie che riguardano la comunità attraverso “Whatsapp”. L’attivazione del servizio, gratuito, è subordinata alla richiesta dei singoli cittadini.

 

 

 L’associazionismo ed il volontariato

Il Comune di Castro riconosce e promuove il pluralismo associativo per la tutela dei cittadini e per il perseguimento nell’interesse generale della comunità locale dei fini civili, sociali, culturali, scientifici, educativi, sportivi, turistici, del tempo libero, di protezione ambientale e di salvaguardia del patrimonio storico, culturale e artistico.

Il Comune favorisce l’attività delle libere forme associative nel rispetto reciproco di autonomia e garantisce i diritti alle stesse attribuiti dalla legge generale, dalla legge regionale e dallo statuto comunale.

È istituito, per tanto, con atto del Consiglio Comunale n. 46/13 del 30/10/2013, l’albo delle Associazioni, che perseguono una o più finalità, di cui all’art. 1, e che non hanno scopi di lucro, finalità sindacali o politiche o di partito.

L’albo, attualmente costituito da n. 12 associazioni, è suddiviso nelle seguenti sezioni tematiche:

  1. Tutela ambientale;
  2. Attività culturali;
  3. Attività ricreative e sportive;
  4. Attività socio-sanitarie di volontariato;
  5. Attività per la tutela e la promozione dei diritti dei portatori di handicap;
  6. Impiego civile, tutela e promozione dei diritti umani;
  7. Economia e lavoro, formazione ed orientamento professionale.

Nel 2013 un vecchio immobile comunale in disuso, ex sede municipale, è stato recuperato e assegnato alle associazioni presenti sul territorio e costituisce oggi un interessante laboratorio di idee e un centro di aggregazione giovanile, denominato per l’appunto “Casa delle Associazioni”, intitolato alla memoria del giovane Iqbal Masih

 

 

4.6.  Servizi commerciali, finanziari, sanitari e sociosanitari.

 

I servizi commerciali e finanziari presenti sono adeguati rispetto alle esigenze della comunità; ci sono un ufficio postale e uno sportello bancario; la farmacia è situata a ridosso del centro storico. La dotazione del commercio è ampiamente adeguata alla dimensione urbana, con presenza di piccole e medie strutture di vendita.

Per quanto riguarda i servizi sanitari sono presenti ambulatori di base, la guardia medica notturna e, nel periodo estivo, il punto di assistenza sanitaria turistica.

La casa per ospitalità religiosa “Genesareth”, già Istituto Stella Maris, oltre a fornire alloggio ai pellegrini in visita al Santuario della Madonna del Rosario, accoglie su richiesta delle autorità preposte cittadini stranieri.

Sul territorio sono presenti, inoltre, l’IPAB “G. Ciullo” e l’IPAB “De Viti”, con immobili in fase di restauro.

 

4.7. ATTIVITA’ PRODUTTIVE

 

Castro ha un’economia basata soprattutto sulla ricettività turistica e sulla pesca; sono queste, infatti, le attività produttive di maggior rilievo del territorio.

Anche l’industria e l’artigianato hanno avuto, negli ultimi decenni, un notevole sviluppo con la realizzazione del Piano per gli Insediamenti Produttivi.

 

La Pesca

Per la pesca, compatibilmente con le norme di tutela, sono in continuo potenziamento le strutture di supporto a terra al fine di consentire l’ammodernamento della flotta peschereccia e promuovere e valorizzare la vendita del pescato anche attraverso il recupero di tecniche di pesca, come è accaduto per la “chianci”, con l’obiettivo di incrementare l’occupazione locale.

Oltre all’attività peschereccia, notevole rilevanza ha la commercializzazione del pescato sia nel mercato ittico comunale che nelle pescherie della marina, la depurazione dei mitili e la trasformazione dei prodotti ittici, le friggitorie dove poter gustare i prodotti appena pescati.

 

Il Turismo

L’attività turistica ha conosciuto, negli ultimi decenni, un notevole sviluppo con la realizzazione di strutture ricettive in grado di offrire servizi destagionalizzati e di alto livello e contemporaneamente incrementare l’occupazione locale.

Rilevante l’impulso dato in questi ultimi anni all’attività alberghiera, extra alberghiera e della ristorazione, servizi questi indispensabili per lo sviluppo turistico del territorio. In particolare, ampio spazio ha trovato la formula del B&B e dell’Albergo diffuso con una elevazione della qualità dei servizi di ospitalità e di accoglienza occasionale estiva.

Sono presenti tre hotel a quattro stelle e cinque hotel a tre stelle; due bed and breakfast professionali e ventotto bed and breakfast di tipo familiare; una pensione; diciannove ristoranti.

 

 

 

 

La Pro Loco

Fondata il 9 marzo 1958, in cinquant’anni di storia ha garantito una presenza vigile e operativa sul territorio, prodigandosi nell’accoglienza turistica e promuovendo le risorse culturali, ambientali ed umane della città. Iscritta nel registro nazionale delle associazioni di promozione sociale, presta particolare attenzione ai problemi dei giovani sostenendo, con i progetti del Servizio Civile Nazionale e con le attività di laboratorio, la loro formazione e la partecipazione attiva alla vita della società, accrescendo il senso di servizio alla comunità, oltre che il conseguimento di una specifica professionalità.

La Pro Loco di Castro, sul piano del puro volontariato, valorizza la località con frequenti iniziative culturali spesso tendenti a riscoprire usi e costumi, storie e leggende, gioie e dolori di chi ci ha preceduto.

Da sempre eroga servizi di informazione e accoglienza turistica.

 

L’Ufficio IAT

L’Ufficio Informazioni e Accoglienza Turistica, con il coordinamento dell’Agenzia Regionale “PugliaPromozione”, svolge attività di front office, comunicazione e divulgazione informativa rivolto a turisti e cittadini. Attivo in tre diversi punti del paese, Centro storico, Marina e Zinzulusa, fornisce dati e contatti utili sulle principali attrattive turistiche, eventi, manifestazioni e distribuisce gratuitamente agli utenti materiale illustrativo/informativo.

Gli operatori sono a disposizione di tutti per informazioni relative a: ricettività, ristorazione, servizi della città, trasporti, itinerari storico-artistici, eventi, mostre, visite ad aziende di produzione tipica.

 

 

 

Gallery

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Indirizzo
Via di Mezzo

Provincia
LE

CAP
73030

Referente
Luigi Fersini, sindaco

Telefono
Tel. 0836 947005

Sito web
http://www.comune.castro.le.it/hh/index.php

Email
protocollo.comune.castro@pec.rupar.puglia.it