Essere vento
Di diverso, in queste ore, hanno che dormono in macchina, dentro a una tenda, comunque a un passo dalle proprie comunità ferite. Per il resto, questi sindaci di periferia di cui si occupano in queste ore drammatiche i media nazionali, fanno esattamente ciò che fanno ogni giorno.
Con mezzi sempre più inefficaci rappresentano uno Stato con il fiato corto, e la visione appiccicata al naso. Non hanno il tempo di programmare, di immaginarsi il futuro, figuriamoci provare a governarlo. Sono operai e vigili urbani, assistenti sociali e dirigenti urbanistici. Interpretano norme sempre più incasinate per sfuggire alle maglie strette di una burocrazia che con la bava alla bocca appesantisce l’azione di buon senso e presta il fianco a chi intanto fa affari e se ne infischia delle regole, di tutte le regole.
Di diverso, hanno l’apprensione per i loro vecchi, appollaiati in casette sempre più instabili su per la schiena di una montagna, con i quali contrattare un abbandono forzato, si spera temporaneo. Per una promessa in cui devono credere pur se atei alle promesse sempre quelle e sempre uguali di una politica che non è vero che non sa scegliere. Che sceglie sbagliato. Dandosi altre priorità (ponti, tav, aerei di guerra, inceneritori…).
Di diverso, in queste ore, hanno un microfono in cui sputare il sangue di un’indifferenza altrimenti costante, immutabile. Di anni di denunce, appelli, richieste, proteste. Proposte. Come sassi caduti tutti nel vuoto. Abbattuti, a colpi di fusioni, e tagli, e privatizzazioni, ed esternalizzazioni. Patti di stabilità. Blocco delle assunzioni.
Hanno il volto stanco ma ostinato di chi ha già perso ma non vuole perdere. Di chi, comunque e nonostante tutto, prova a ricucire un rapporto slabbrato, tra cittadini e istituzioni. Di chi si incaponisce a mettere al centro le persone: e un certo modo di prendersi cura del territorio, di fare economia senza pregiudicare pezzi di futuro, di essere comunità rispettando il passato, traducendolo in un presente vivo.
Di diverso, i nostri sindaci, hanno il nostro appoggio incondizionato. E non importa il nome o il colore della tessera. Sono come bandiere ben salde in una terra dispettosa e vigliacca. Occorre essere vento, oggi, e domani ancora.
Marco Boschini – Coordinatore Associazione Comuni Virtuosi