I borghi della lentezza
Sedici borghi storici, quattro vallate (quelle dei fiumi Sillaro, Santerno, Senio e Lamone) a cavallo tra le provincie di Bologna e Ravenna, un’affascinante area protetta, due sorgenti termali immerse in parchi secolari e tanta tranquillità a pochi chilometri dalla vivace Riviera Romagnola. È l’area turistica Imolese-Faentina, piacevole meta per un weekend primaverile tra arte, cultura, natura e buona cucina. Il viaggio può iniziare a Brisighella, antico borgo circondato da dolci colline dove si coltiva l’olivo. E proprio al prezioso condimento ottenuto da quelle piante è dedicato il Museo dell’Olio, un percorso all’aperto che si snoda in sette tappe tra i “casotti” (piccoli fabbricati adibiti a servizio del coltivatore), i novantamila olivi da cui si produce l’olio extravergine, fino ad arrivare al Frantoio sociale presso la Cooperativa agricola brisighellese. Nel centro storico, dominato dalla bella Rocca Manfrediana, si visita l’insolita Via del Borgo o degli Asini, una strada sopraelevata e coperta di origine medievale che riceve luce da mezzi archi tutti diversi fra loro e collega case addossate alla scarpata della Rocca. Poco fuori si incontrano la Pieve del Tho, le cui origini risalgono a Galla Placidia, figlia di Teodosio, che l’avrebbe fatta erigere con i resti di un tempio dedicato a Giove Ammone, e l’area naturale del Parco del Carnè, che rappresenta uno degli ambienti più belli della Vena del Gesso Romagnola. A pochi km dal Parco, lungo la strada che conduce a Rolo Terme, si trova l’ingresso della Grotta Tanaccia, aperta al pubblico per 500 metri, solo con visite guidate da uno speleologo.
Una quindicina di chilometri separano Brisighella da Riolo, borgo famoso per il suo centro termale immerso in un parco secolare. Le terme, edificate nel 1870, utilizzano le acque medicali Vittoria, Breta, Margherita e Salsoiodica e il finissimo fango sorgivo dei vulcanetti di Bergullo, unico in Regione. Tra un trattamento e l’altro vale la pena visitare la Rocca Sforzesca di fine XIV secolo, con il museo archeologico ospitato dal Mastio e la sezione del Museo del paesaggio dell’Appennino faentino che illustra il paesaggio collinare circostante, con i calanchi e gli affioramenti di gesso osservabili grazie ai binocoli messi a disposizione dei visitatori. Fuori dal centro abitato si visita la Grotta del Re Tiberio, con testimonianze archeologiche che attestano una frequentazione dell’uomo protratta per diversi millenni. La grotta, lunga oltre quattro chilometri, è raggiungibile percorrendo uno stretto ed in alcuni punti ripido sentiero panoramico, che si inerpica sul fianco della parete gessosa, partendo da una ex cava. Si visita solo su prenotazione, accompagnati dalle Guide Speleologiche del Parco Regionale della Vena del Gesso Romagnola.
Casola Valsenio è sede del Giardino delle Erbe Augusto Rinaldi Ceroni, nato con l’obiettivo di conservare e coltivare piante officinali e aromatiche. Nei suoi gradoni con splendida vista sulla Vena del Gesso Romagnola, vengono coltivate circa 450 specie di specie officinali utilizzate in cucina, nella medicina e nella cosmesi, secondo la tradizione dei monasteri. Poco lontano si visita il Cardello, l’abitazione storica dello scrittore e poeta Alfredo Oriani ( (Faenza 1852 – Casola Valsenio 1909). L’edificio, edificato probabilmente nel secolo XI come foresteria dell’Abbazia benedettina di Valsenio, è oggi un raro esempio di abitazione signorile romagnola fra Otto e Novecento, con lo studiolo e la camera da letto di Alfredo Oriani, lasciate così come erano. Da vedere la bicicletta con cui lo scrittore, considerato un po’ il padre del cicloturismo, compì nel 1897 in solitaria il viaggio di quasi 1000 km tra Romagna e Toscana. Oltrepassando Imola, con il celebre autodromo Enzo e Dino Ferrari e il Museo Checco Costa dedicato ai motori, si arriva a Castel San Pietro, l’altra località termale della zona. Circondate da un grande parco secolare, le Terme di Castel San Pietro, che utilizzano acqua solfurea e salsobromoiodica, sono conosciute per le loro proprietà sin dal medioevo, anche se il primo vero stabilimento termale è sorto nel 1870.
Fonte: La Repubblica