La bandiera della memoria
Una pandemia che ha messo a nudo il valore incommensurabile della persona. E ci ha fatto capire quanto il bene comune dipenda dai governanti, ma non dipenda meno da ciascuno di noi.
Da questo turbinio di pensieri è nata un’opera collettiva dal titolo “Legame-Ricostruiamo la vicinanza”: il mio punto di vista, le mie priorità, la mia felicità, le mie debolezze diventano di tutti, intrecciandosi con le altrui vite. Dando forma a una memoria collettiva.
Un’opera pensata dall’artista e communication designer Davide Rotatori, coordinata con la Memoteca di Corinaldo, con il prezioso contributo dell’azienda Etica di Giuseppe Bacchiocchi. Un’opera presentata nell’ultimo numero del periodico comunale InformAttiva inviato a tutte le famiglie corinaldesi. Uno speciale numero di Natale dove è inserito un piccolo pezzo di stoffa sul quale ogni famiglia potrà lasciare un proprio pensiero, disegno o firma da inviare al Comune di Corinaldo (AN) che legherà tutti i pezzi pervenuti dando vita a una bandiera della memoria in ricordo di un 2020 segnato dalla pandemia. I drappi della memoria potranno essere riconsegnati nella speciale “casetta di Babbo Natale” allestita all’ingresso di Porta del Mercato, ai piedi della Piaggia.
«Il progetto “Legame-Ricostruiamo la vicinanza” nasce da una serie di riunioni che il Comune di Corinaldo ha organizzato coinvolgendo le associazioni locali. Vista l’assenza delle celebrazioni natalizie collettive, si cercava un’idea su come poter entrare nelle case delle persone, portare loro il Natale. Il tutto unito dalla parola ‘speranza’ presentata nelle sue tante sfaccettature», racconta Davide Rotatori.
É nata così l’opera collettiva corinaldese. «Abbiamo pensato a un’installazione che ricalcasse la situazione di questo Natale e, più in generale, il periodo che stiamo vivendo: una bandiera strappata, i cui brandelli verranno ricuciti insieme, come augurio di una ri-unione futura. La bandiera ricostruita diventa quindi il simbolo dell’esperienza di ognuno che diventa speranza collettiva. Ora siamo divisi, isolati e forse anche feriti, ma arriverà il giorno in cui ci riuniremo. Ogni pezzo di stoffa che verrà consegnato alle famiglie servirà a raccogliere le testimonianze individuali: tutto quello che verrà scritto, disegnato o semplicemente firmato, diventerà una grande trama intrecciata dei nostri ricordi e pensieri. Uno scambio di doni che la comunità fa con se stessa, costituendo una memoria corale.»
Un progetto che vede, tra i protagonisti, anche la Memoteca di Corinaldo. «Il lavoro di Massimo Bellucci riporta alla mente momenti storici dei quali le persone, tolti chi li ha vissuti ovvero i nostri nonni, non hanno memoria, parliamo di crisi passate, di guerre. Siamo consapevoli che stiamo facendo la storia, ciò che stiamo vivendo è un momento epocale. Quindi ricongiungere ciò che è stato separato, riparare ciò che è stato rotto attraverso la testimonianza di ognuno ci permetterà di costruire una memoria di comunità. Vogliamo attivare la speranza, prendere coscienza che ritornerà ad esserci un ‘insieme’.»