Una società dei comuni per la gestione dei rifiuti
Il progetto per la società territoriale pubblica per la gestione del servizio di spazzamento e raccolta rifiuti è stato definito, insieme al perimetro dei Comuni della Provincia di Forlì-Cesena che hanno scelto questa modalità (Bagno di Romagna, Bertinoro, Castrocaro e Terra del Sole, Cesenatico, Civitella, Dovadola, Forlì, Forlimpopoli, Galeata, Meldola, Modigliana, Portico e San Benedetto, Predappio, Rocca San Casciano, Tredozio).
La proposta contiene due punti originali e rilevanti:
1) Separazione proprietaria tra i gestori della fase di raccolta e quelle di recupero e smaltimento, al fine di ottenere massima efficienza del servizio; “proprietà pubblica” del rifiuto, al fine di garantire a tutti l’accesso al servizio e promuovere il recupero e riciclo di materia, indipendentemente da vincoli di profitto.
2) Tutelare le funzioni fondamentali degli Enti locali. La gestione e pianificazione dei servizi pubblici locali è una funzione fondamentale degli Enti. L’idea che per motivi economici, finanziari e organizzativi sia preferibile gestire i servizi attraverso aziende private costituisce un precedente pericoloso che rischia di aprire la via alla privatizzazione dei servizi pubblici. A parità del costo del lavoro, le uniche differenze tra il modello pubblico o privato, sono causate dalle scelte per i servizi pubblici locali.
L’idea della società territoriale pubblica è quella di riprodurre il modello già adottato con successo per il servizio idrico integrato in Romagna, un modello di successo che riunisce i vantaggi della gestione pubblica dei beni comuni e l’efficienza e la capacità di investimento di aziende private.
Per il servizio idrico integrato vi è una separazione tra la proprietà dell’acqua e delle reti, attraverso Romagna Acque e Unica reti rispettivamente; e la gestione del servizio attraverso Hera.
Per i rifiuti, si propone una separazione tra la “proprietà pubblica del rifiuto”, realizzata attraverso la società territoriale per la raccolta, “le reti”, ovvero le dotazioni strumentali per il servizio che saranno acquisite da Unica reti, e la “gestione del servizio”, ovvero le fasi di recupero e smaltimento che saranno gestite da aziende private attraverso gare sulla base della regolazione regionale e nazionale.
Questo scriveva sul suo blog nel giugno del 2015 Alberto Bellini, allora assessore all’ambiente del Comune di Forlì. Quel progetto, grazie al lavoro e alla caparbietà di una giunta coraggiosa e coerente con l’azione avviata fin dalla precedente amministrazione, ha visto un suo momento importante nella presentazione pubblica che il Sindaco Davide Drei e l’assessore Nevio Zaccarelli hanno fatto alla città il 31 marzo scorso.
La nuova società di gestione dei rifiuti crea un precedente dirompente in un campo dove un nuovo protagonismo delle comunità e degli enti locali può restituire dignità a una politica che troppe volte ha delegato e ceduto controllo e azione in cambio di briciole di investimenti e, spesso, evidenti carenze gestionali.
E’ un’inversione di tendenza importante, fatta in un momento e in un contesto in cui i servizi pubblici e le municipalità sono oggettivamente sotto attacco (tagli, carenza di personale, blocco della formazione, ecc.).