Aree interne: l’Associazione non ci sta!
Parola d’ordine: accompagnare le aree interne alla loro estinzione. L’Associazione Comuni Virtuosi non ci sta. Tornano da qualche giorno nel dibattito pubblico e politico le aree interne.
Ci sono frasi, infatti, che non passano inosservate, perché segnano un confine netto tra una visione di Paese e il suo contrario. È il caso di quanto si legge nell’Obiettivo 4 del Piano Strategico Nazionale per le Aree Interne (PSNAI) 2021–2027, aggiornato nel marzo 2025 dal Ministero per le Politiche di Coesione: “Un numero non trascurabile di Aree Interne (…) non può porsi alcun obiettivo di inversione di tendenza. Hanno bisogno di un piano che le assista in un percorso di cronicizzato declino e invecchiamento”.
Una frase che fotografa una scelta politica chiara e preoccupante: non rilanciare, non investire, non creare opportunità, ma assecondare l’inesorabile svuotamento di interi territori. È una visione, questa, che l’Associazione nazionale Comuni Virtuosi respinge con forza, mentre sostiene il dossier “Rigenerazione e ripopolamento delle aree territoriali marginali” presentato dal CNEL a giugno 2025, il quale intende rilanciare le aree interne attraverso una politica nazionale che mira a realizzare progetti di rigenerazione.
Oggi le aree interne italiane, secondo la Strategia Nazionale dedicata (SNAI), comprendono circa 4.000 comuni, abitati da oltre 13 milioni di persone, il 23% della popolazione. Sono borghi, vallate, dorsali montane e colline dell’Appennino e delle Alpi, distanti dai poli dei servizi essenziali, ma vitali per l’equilibrio geomorfologico e sociale dell’intero Paese. La stessa SNAI li ha definiti tali, provando a dare loro contenuti e strumenti per contrastarne il declino ma spesso scontrandosi con un contesto amministrativo inadeguato e fragile.
“Parlare di queste comunità come se fossero “non più recuperabili” non è solo una dichiarazione politica grave: è una resa formale, mascherata da strategia. La parola d’ordine diventa quindi “accompagnare” un declino definito irreversibile, pianificare una lenta ma ordinata estinzione, poiché forse è la strada più semplice ma temo sbagliata” – commenta Asia Trambaioli, Presidente dell’Associazione nazionale Comuni Virtuosi. “Proprio lì, in quei territori spesso ignorati, si custodiscono risorse chiave per il futuro: la difesa del suolo, la biodiversità, i paesaggi storici, la coesione sociale. Le aree interne non sono “margini”, ma centri pulsanti di un’altra idea di sviluppo, fulcro di resilienza locale e comunità attive. Riconoscerle come “irrimediabilmente in declino” vuol dire non averne compreso il valore, e soprattutto avere una visione disinteressata dell’Italia nel suo complesso” continua la Presidente.
Per questo Comuni Virtuosi rivendica una politica che abbia il coraggio di investire in questi territori, non di certificarne la fine. Che promuova nuove forme di lavoro, cultura, cura del territorio. Che accompagni sì, ma verso il rilancio, non verso la sparizione. Dunque una politica che sappia andare oltre le parole e introduca, ad esempio, una fiscalità ridotta per le botteghe e le piccole attività, che tengono in vita i paesi e creano lavoro; un costo del carburante calmierato, dove i mezzi pubblici non arrivano e ogni spostamento da necessità, si trasforma inevitabilmente in lusso; l’istituzione di un reddito ambientale per i giovani che scelgono di vivere in quelle aree; maggiore progettazione comunitaria e programmi di social housing.
“In altri Paesi europei, dalla Francia alla Scandinavia – rimarca Trambaioli – le aree rurali e periferiche vengono riconosciute come laboratori di innovazione territoriale e ambientale, sostenute con fondi e visione di lungo periodo. In Italia, invece, si pianifica e normalizza il loro declino. Serve un cambio di paradigma e uno sforzo di visione. Le aree interne non diventeranno mai cattedrali del consumo o metropoli globali. Ma possono e devono restare presìdi di umanità, di bellezza, di resilienza locale. Luoghi dove si coltiva una forte idea di futuro, che in questi mesi con le nostre attività e progetti abbiamo potuto toccare con mano” – continua la Presidente.
L’Associazione sarà impegnata anche nei prossimi giorni a lanciare dei programmi proprio per le Aree Interne, per il coinvolgimento dei giovani e per una maggiore coprogettazione locale, fondata sulla formazione e sperimentazione anche di opportunità di finanziamento europee.
A riguardo, è prevista una conferenza stampa presso la Camera dei Deputati coordinata dall’On. Ilenia Malavasi per dare il via al patto di collaborazione tra Comuni Virtuosi e Give Back Aree Interne aps, il Think Tank di studenti, ricercatori, professionisti in ambito economico, sociale e culturale che mira a coinvolgere giovani under 40 per ripensare il futuro delle aree interne, montane e rurali.
“Il futuro dell’Italia non può essere costruito solo nelle grandi città. Deve passare anche “lassù”, nei paesi dove si resiste, si cura, si spera. È lì che si gioca la vera sfida del nostro tempo: non quella di sopravvivere al declino, ma di rilanciare la speranza come l’Associazione Comuni Virtuosi sostiene e continuerà a farlo, non solo a parole ma con i fatti. Oggi e domani” – conclude la Presidente.