Fermare il glifosato è possibile
Nell’articolo tratto da Greenreport la parziale buona notizia relativa all’uso dell’erbicida glifosato. Ricordiamo l’esempio virtuoso del Comune di Malles con il regolamento comunale per l’uso dei pesticidi in agricoltura.
Ieri sono entrate in vigore in Italia le restrizioni al commercio del glifosato, l’erbicida brevettato dalla Monsanto nel 1974 che è il più diffuso al mondo ed è accusato da ambientalisti, associazioni agricole e scienziati di avere effetti cancerogeni. Restrizioni precedute da un comunicato del ministero della salute nel quale si sottolinea che «con Decreto Dirigenziale 16 agosto 2016, è stato rettificato l’allegato al decreto 9 agosto 2016 recante la revoca di autorizzazioni all’immissione in commercio e modifica delle condizioni d’impiego di prodotti fitosanitari contenenti la sostanza attiva glyphosate (in attuazione del regolamento di esecuzione della Commissione n.1313 del 1 agosto 2016). La rettifica si è resa necessaria a seguito di comunicazioni pervenute alla Direzione generale per l’igiene e la sicurezza degli alimenti e la nutrizione da aziende citate nell’allegato al decreto in merito alla presenza e/o all’assenza, nella composizione di alcuni prodotti fitosanitari in esso indicati, del coformulante ammina di sego polietossilata (n. CAS 61791-26-2)».
Il decreto del ministero della salute in vigore da oggi stabilisce la revoca delle autorizzazioni all’immissione in commercio di 85 prodotti fitosanitari contenenti la sostanza attiva “glifosate” e che il glifosato non possa essere usato in «parchi, giardini, campi sportivi, aree gioco per bambini, cortili ed aree verdi interne a complessi scolastici e strutture sanitarie» e nella fase di «pre-raccolta, al solo scopo di ottimizzare il raccolto e la trebbiatura». Sono inoltre fuori legge i formulati che avevano ancora il coformulante ammina di sego polietossilata. Le scorte dell’erbicida potranno essere commercializzate ancora per 3 – 6 mesi, a seconda di chi ne farà uso, ma dovranno essere rietichettate entro il 20 settembre.
Ad accendere i riflettori sul glifosato è stata la valutazione di cancerogenicità espressa nel 2015 dall International agency for research on cancer, l’organo dell’Organizzazione mondiale della sanità ritenuto la massima autorità in campo oncologico. Dopo un lungo dibattito tra favorevoli e contrari sull’opportunità di rinnovare il permesso di vendere il glifosato, scaduto il 30 giugno, la Commissione europea aveva messo la parola fine alla vicenda rinnovando l’autorizzazione al commercio di prodotti contenenti il principio attivo per 18 mesi in attesa di nuovi studi sulla sua sicurezza.
La Coalizione Stop Glifosato sottolinea che il glifosato viene utilizzato in fase di pre-raccolta del grano che «l’Italia e altri Paesi europei hanno vietato questa pratica, ma non basta. Serve il divieto totale di utilizzo del glifosato in agricoltura, con divieto d’importazione del grano trattato con questo diserbante, per tutela la nostra salute e la produzione del grano in Europa con più elevati standard di tutela ambientale. Stop glifosato subito a livello globale. Ora».