Accoglienza a Castello d’Argile
Sedici i migranti accolti a Castello d’Argile (BO) a partire dal Maggio del 2015.
“Forti dall’esperienza precedente – dichiara il sindaco Michele Giovannini – da subito abbiamo proposto ai migranti di prestare servizio di Volontariato a favore della nostra Comunità. I ragazzi hanno accettato; in poco tempo li abbiamo iscritti all’Associazione di Volontariato di Castello d’Argile (a.v.c.a.), assicurati, muniti di scarpe antinfortunistiche e loro hanno cominciato a prestare servizio, coordinati dal nostro ufficio tecnico e dai volontari di a.v.c.a“.
Pulizie di strade e parchi, piccole manutenzioni, tinteggiature, servizi davanti alle scuole elementari per l’attraversamento in sicurezza dei bambini sono solo alcuni esempi.
“Valuto molto positivamente l’esperienza di “Acoglienza” svoltasi fino ad oggi a Castello d’Argile, alla quale hanno contribuito fortemente Associazione di volontariato locale e singoli cittadini, sempre in collaborazione con la Cooperativa Lai-Momo che gestisce l’ospitalità. Penso semplicemente che abbiamo fatto il nostro dovere, e che la loro presenza abbia rappresentato un valore aggiunto per tutti.
Ma ora sono preoccupato. Gli 11 procedimenti relativi alle richieste di “protezione internazionale” che si sono conclusi hanno dato tutti esito negativo. La “Commissione per il riconoscimento della protezione internazionale” con sede a Bologna ha negato sia il diritto di protezione internazionale che quello di protezione umanitaria, un cambio di atteggiamento che non capisco. Eppure i nostri migranti provengono anche da paesi nei quali sono presenti conflitti, come il Mali. Ora faranno ricorso e dovranno restare qui ancora a lungo. In questo modo impediamo a queste persone di portare avanti i loro progetti di vita, di raggiungere amici e parenti che li attendono da qualche parte in Europa, nonostante abbiano dimostrato correttezza, responsabilità, rispetto delle regole. Inoltre, così facendo, non si liberano posti per i nuovi arrivi, e si congela un sistema che per funzionare deve invece essere dinamico.
Auspico che l’orientamento della commissione, che svolge un lavoro molto difficile e delicato, possa essere meno rigido e tenere in considerazione, in modo approfondito, sia le “singole storie” dei richiedenti asilo che le esigenze del sistema di accoglienza che abbiamo saputo costruire sui nostri territori.
Certamente il tema è molto vasto e complesso e va gestito con delicatezza e sensibilità, soprattutto nel rapporto con i territori, ai quali va sempre garantito che il rispetto delle regole è requisito fondamentale per chi vuole rimanere nel nostro Paese, ed ai quali non vanno mai fatte calare le decisioni dall’alto, ma è proprio per questo che occorre fare squadra ed ognuno la propria parte.
Fanno bene il Presidente della Repubblica e quello del Consiglio a chiedere maggiore responsabilità e maggiore impegno all’Europa, che non può essere “vera” senza una forte condivisione nella gestione di temi fondamentali come quelli dell’immigrazione, dell’accoglienza e del rispetto dei diritti”.
Fare bene la nostra parte ci permetterà di chiedere con forza agli altri paesi europei di fare la loro.
Qual è il pericolo maggiore?
“Quello di cadere nella “guerra fra poveri”, un errore che porterebbe solo disgrazie. I popoli migrano dalle guerre, dalla miseria, dalle malattie, dall’assenza di diritti, dalle discriminazioni, dalle dittature, dai cambiamenti climatici; l’articolo 10 della nostra Costituzione, che ci ha ricordato il Presidente della Repubblica, parla chiaro:” …lo straniero, al quale sia impedito nel suo paese l’effettivo esercizio delle libertà democratiche garantite dalla Costituzione italiana, ha diritto d’asilo nel territorio della Repubblica secondo le condizioni stabilite dalla legge“.
Non è vero che rubano il lavoro a noi, c’è una scarsa concorrenzialità fra il lavoro straniero e quello autoctono, ma certamente la disoccupazione va combattuta con forza. Non è vero che vengono trattati meglio degli italiani bisognosi, basterebbe visitare i luoghi in cui vivono e conoscere il lavoro delle assistenti sociali dei nostri Comuni dedicato ai nostri cittadini per capirlo. Quello che dobbiamo pretendere è un mondo più giusto e più equo, ed un mondo così non si ottiene costruendo muri ma offrendo aiuto ai più bisognosi e portando avanti “politiche di giustizia” a tutti livelli, da quelli locali a quelli internazionali”.
Condanni i cittadini di Gorino?
“Io non condanno nessuno, ci mancherebbe. Credo che si siano sbagliati e che sia necessario dialogare con loro, ed è quello che sta facendo il loro Sindaco. Condanno invece chi “strumentalizza” il tema dell’immigrazione, soprattutto se ha delle responsabilità politico-istituzionali. Sono fermamente convinto che alcuni temi non andrebbero mai strumentalizzati da nessuno, indipendentemente da chi si trova al governo in quel determinato momento. L’immigrazione è la faccia delle ingiustizie del mondo e non esisterà mai un muro abbastanza alto per eludere la realtà, almeno fino a che avremo una coscienza in corpo”.
Fonte: Il Resto del Carlino