Anci Conai

L’iniziativa “Per un nuovo accordo quadro Anci-Conai” è stata lanciata nel luglio del 2013 in vista del rinnovo dell’accordo quinquennale in scadenza tra l’Associazione Nazionale Comuni Italiani ANCI e il Consorzio Nazionale Imballaggi Conai nella convinzione che il nuovo, e quarto accordo nel suo genere, andasse profondamente rivisto. L’Accordo regola, per il quinquennio 1/4/14 – 31/3/19, il rapporto tra Comuni convenzionati e Consorzi per le modalità di conferimento e l’entità dei corrispettivi per i “maggiori oneri” della raccolta differenziata degli imballaggi di acciaio, alluminio, carta, legno, plastica e vetro.

L’iniziativa prosegue con un monitoraggio costante delle criticità evidenziate nel Dossier e delle vicende di attualità correlate allo stato dell’arte della gestione dei rifiuti e delle raccolte differenziate. Continua la produzione di studi, commenti, comunicati stampa e relativa diffusione dei contributi attraverso i nostri canali destinati ai Comuni, movimenti di cittadinanza attiva e altri portatori di interesse. Vai alla sezione Notizie Correlate.

In particolare sono le notizie che riguardano la recente indagine conoscitiva dell’Antitrust IC49 d – Indagine conoscitiva sul mercato dei rifiuti urbani: meno discariche più raccolta differenziata che confermano la validità degli argomenti contenuti in questo nostro Dossier.

L’iniziativa in sintesi

Per fare chiarezza sulla gestione degli imballaggi nel nostro paese l’Associazione Comuni Virtuosi, in collaborazione con E.S.P.E.R., (Ente di Studio per la Pianificazione Ecosostenibile dei Rifiuti), ha elaborato uno specifico dossier che entrando nel merito dei conti del settore, indica le modifiche ormai necessarie per portare ai comuni le risorse economiche di cui necessitano per garantire i servizi di raccolta di imballaggi e rifiuti e per raggiungere gli obiettivi del 50% di avvio a riciclo al 2020.

Sono passati quasi 18 anni da quando l’Italia recepì nel 1997 il principio chiave: “chi inquina paga” della Direttiva Europea sugli imballaggi. Gli Stati Membri hanno dovuto organizzarsi per raggiungere gli obiettivi stabiliti di riciclo/recupero dei rifiuti di imballaggio nei tempi prefissati. In Italia, prima il Decreto 22/97 e poi il D.lgs 152/2006, hanno posto in capo ai produttori e agli utilizzatori di imballaggi, attraverso il Consorzio Nazionale Imballaggi, l’onere del raggiungimento degli obiettivi nazionali di riciclo/recupero. In Italia il legislatore ha scelto però di ricorrere al principio della responsabilità condivisa ed è stato costituito il sistema Conai . Una scelta diversa è stata invece intrapresa in Germania, Austria ed in generale nel nord Europa dove l’onere del recupero degli imballaggi rimane in capo solo ai produttori ed utilizzatori degli imballaggi senza alcun ribaltamento della responsabilità sugli enti locali.

LA GESTIONE DEGLI IMBALLAGGI E’ A CARICO DEI PRODUTTORI (CONAI) SOLO PER IL 20% DEI COSTI COMPLESSIVI

foodwaste

Gli imballaggi costituiscono il 35-40% in peso ed il 55-60 % in volume della spazzatura che si produce ogni anno in Italia. Nella spesa alimentare degli italiani, ad esempio, il costo degli imballaggi è diventato la componente più rilevante, superando quello del prodotto alimentare contenuto.
Per ogni imballaggio prodotto e immesso nel mercato, il produttore versa ai consorzi un contributo denominato CAC (Contributo Ambientale Conai) che dovrebbe essere trasferito ai comuni quando l’imballaggio, passando per la raccolta differenziata RD, viene consegnato alle piattaforme di raccolta dei consorzi a seconda dei materiali (acciaio, alluminio, carta, legno, plastica vetro). Sono cifre importanti, che dovrebbero essere destinate a coprire i costi di raccolta e, se ben utilizzate, contribuire concretamente a diminuire la bolletta dei cittadini.

Ma delle centinaia di milioni di euro che vengono incassati annualmente dal Sistema Conai, solo poco più di un terzo viene girato ai Comuni per finanziarne le RD e queste risorse spesso non entrano neppure nelle casse comunali poiché vengono in gran parte utilizzate per pagare le piattaforme private che si occupano della preselezione di tali flussi. A differenza di quanto avviene negli altri paesi europei ai consorzi del Conai vengono inoltre ceduti gratuitamente i materiali che i comuni hanno raccolto con prevalente dispendio di risorse economiche proprie. A confermare questa situazione di sofferenza economica dei Comuni è intervenuta nuovamente una lunga e dettagliata indagine conoscitiva sui rifiuti urbani presentata il 10 febbraio 2016 voluta dall’Antitrust (Autorità Garante della Concorrenza e del mercato – AGCM-). L’indagine (identificata con la sigla IC49) fornisce una fotografia aggiornata e puntuale dello scenario italiano della gestione dei rifiuti, e indica concrete ed immediate azioni correttive per appianare le attuali anomalie o storture del sistema rifiuti nel suo complesso. Attualmente, segnala l’Antitrust, il finanziamento a carico dei produttori copre solo il 20% del costo totale dei servizi di raccolta differenziata mentre il resto è a carico dei cittadini.

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