Cento milioni di tonnellate
Dal nostro inviato alla #COP23
Alle 14:30 di mercoledì 15 novembre si è aperto l’High Level Segment della COP23 (per la verità con quindici minuti di ritardo, in attesa del presidente dell’assemblea ONU Miroslav Lajčák). Erano presenti il presidente della Germania Frank Walter Steinmeier, il segretario generale delle Nazioni Unite António Guterres (alla sua prima COP), la segretaria UNFCCC Patricia Espinosa e il primo ministri di Fiji Frank Bainimarama, presidente della COP23.
Ma il primo intervento è stato quello di Timoci Naulusala, un ragazzino figiano di 12 anni che ha fatto uno straordinario e commovente discorso, tutto a memoria. Un oratore nato.
Conclusa l’apertura sono iniziati gli interventi degli stati membri, organizzati in ordine gerarchico. Prima parlano i capi di stato, poi i ministri, poi quelli ancora più bassi in grado. Per l’Italia c’è il ministro Galletti, il cui intervento è previsto nel pomeriggio di giovedì 16. La prima della scaletta era Angela Merkel, il secondo Emmanuel Macron. Merkel ha fatto un discorso “alto” e molto ispirato, tralasciando i problemi dovuti al cambio della sua maggioranza e alle trattative per la formazione del nuovo governo, non ancora concluse. I nuovi alleati Conservatori e Liberali stanno cercando di limitare la riduzione delle emissioni da carbone a una cifra tra 15 e 30 milioni di tonnellate, mentre il piano presentato dalla Germania per applicare l’Accordo di Parigi prevede una riduzione di cento milioni di tonnellate. Inoltre Daimler, BMW e Volksvagen stanno pressando Merkel per non applicare nuovi limiti di emissioni per i veicoli. Dal 1990 a oggi in Germania le emissioni del settore trasporti non sono diminuite, anzi hanno avuto un leggero aumento. La Germania ha dichirato nel suo NDC (Nationally Determined Contribution) una riduzione del 40% entro il 2020, ma seguendo il trend attuale andrà bene se arriverà al 30.
Macron è stato molto più concreto. Era già stato ringraziato dal segretario ONU Guterres per avere organizzato un Summit su Finanza e Clima a Parigi il prossimo 12 dicembre, il secondo anniversario dell’Accordo di Parigi. La questione delle risorse finanziarie resta al centro dei negoziati di questi giorni e l’uscita degli Stati Uniti la rende ancora più cruciale.
Il premier francese ha chiesto che l’Unione Europea si sostituisca agli Stati Uniti per garantire la quota di finanziamenti all’UNFCCC, la Convenzione Quadro ONU sul clima. Ha proposto una Border Tax, un dazio aggiuntivo sulle importazioni dai paesi che non rispettano la riduzione delle emissioni prevista dall’Accordo di Parigi. Ha ribadito la necessità di incrementare l’autoproduzione energetica e lo stoccaggio, con batterie e altri sistemi. Ha richiamato tutti all’urgenza di agire immediatamente.
Emilio D’Alessio, architetto ed esperto di sviluppo sostenibile, è stato fondatore e presidente della rete delle Agende 21 Italiane. Attualmente è portavoce del Gruppo 21, il think tank delle Agende 21, e fa parte della Commissione Mediterranea Sviluppo Sostenibile di UNEP. Segue le conferenze ONU sul Clima dalla COP13 del 2007, nella delegazione delle Autorità Locali.