Castello d’Argile

TERRITORIO

Superficie: Kmq. 29,07
Altitudine: 15 – 25 m.s.l.m
Capoluogo: m. 23

Distanze da:

Bologna Km. 25
Ferrara Km. 35
Modena Km. 39
Cento Km. 6
Comuni confinanti

Argelato
San Giorgio di Piano
San Pietro in Casale
Pieve di Cento
Cento
San Giovanni in Persiceto
Sala Bolognese
Prefisso telefonico: 051 Distretto Telefonico Telecom: Cento
CAP:40050

Frazione: Venezzano detto anche Mascarino.

Confini Naturali:

ad Ovest il fiume Reno ed il torrente Samoggia;
ad Est il canale Riolo.
In mezzo al territorio comunale scorre il canale Gallerano, che, per un lungo tratto, fa da confine interno tra gli ambiti della frazione Venezzano e del capoluogo Argile, coincidenti in gran parte con gli antichi e attuali rispettivi ambiti parrocchiali.

Il territorio comunale è diviso in quattro aree: il capoluogo Argile, la frazione Venezzano-Mascarino, Bagnetto e l’Isola Amministrativa.

Argile

È la parte ovest del territorio comunale e fin dalle origini porta questo nome, tratto dalle prime formulazioni in latino e volgare. Fu indicato negli antichi documenti, dal 946 in poi, dapprima come “fundus”, o come “loco”, e poi come “comune”, inteso come ambito in cui risiedeva una comunità con centro abitato e chiesa parrocchiale.

Fino al 1223 fu sottoposto alla giurisdizione (e in buona parte fu anche di proprietà) del Vescovo di Bologna; poi, da quella data, entrò a far parte del “contado” sottoposto al governo del Comune di Bologna.

Nel 1380, il centro abitato che prima si trovava più ad ovest e che era stato distrutto nel 1351 dalle truppe dei Visconti, fu ricostruito dove si trova ora, a forma di “castrum”, su base rettangolare circondata da fossato e palancato; e fu sede di Vicariato con giurisdizione sui “comuni” vicini di Argelato (comprendente Venezzano), Bagno e Bagnetto (originariamente unito ad Argile, poi separato e con proprio “massaro” dopo il 1460).

Venezzano-Mascarino

È la parte est del territorio, unita stabilmente e compresa nell’ambito comunale di Castello d’Argile dal 1828. Originariamente era parte dell’ambito comunale di Argelato e vi rimase fino al 1470 circa; poi fu “comune” autonomo, ma sempre compreso (con Argelato, Bagno e Bagnetto), nella giurisdizione civile del Vicariato di Argile.

Nel 1588 la sua chiesa di S. Maria fu elevata al rango di titolare di parrocchia.

Nel 1662, il territorio comunale di Venezzano fu ridotto nella parte sud (area tra i Ronchi e S. Giacomo e la via dei Maceri) e 40 famiglie che vi risiedevano furono di nuovo sottoposte al comune di Argelato.

Isola Amministrativa

Sottile, lunga e tortuosa striscia di terreno in buona parte già golenale, staccata dal corpo centrale, da sempre parte del territorio comunale di Argile, che si protende a sud-est, tra i comuni di Argelato e Sala bolognese, fino alla località di Savignano.

È raggiungibile dalla via Lame di Volta Reno (comune di Argelato). Anche questo è il residuo di un ambito territoriale argilese antico più ampio, che in secoli lontani (fino al 1200 e inizio 1300) comprendeva parti di Bagno e Volta Reno e che fu poi modificato e ritagliato tra vecchi alvei del fiume, corretti più volte.

Bagnetto

Piccola area (300 tornature circa) che si protende a ovest, oltre il Reno, chiusa tra questo e l’ultimo tratto del torrente Samoggia; raggiungibile solo passando per il ponte di Bagno e il territorio comunale di Sala bolognese.

Originariamente era unito al corpo del territorio argilese, fino al 1660 circa, quando fu scavato il “cavo novo”, cioè un tratto nuovo di Reno che tagliava un’ansa pericolosa nella zona di immissione del Samoggia. Per alcuni decenni questi terreni rimasero completamente isolati e circondati dai corsi vecchi e nuovi di Reno e Samoggia, finché, verso il 1690, fu prosciugato il tratto del Reno a sud, confinante con Bagno.

È quanto resta di pertinenza del Comune di un più vasto territorio, che arrivava fino al corso di Reno “vecchio” fino al 1460, comprendente anche l’area del Bagnetto, dal 1800 inserito nel comune di San Giovanni in Persiceto, estesa fino al confine col centese, all’altezza del palazzo Ariosti; porzione di territorio che fu separata da Argile dal nuovo alveo del fiume fatto scorrere da allora tra Pieve e Cento.

STORIA

Dalle origini ai giorni nostri

Epoca romana

Trovandosi al centro di un territorio bolognese sicuramente abitato nel periodo (189 a. C./476 d. C.) di occupazione e colonizzazione ad opera dei Romani (dopo quelle di Etruschi e Galli Celti), è probabile che anche nell’area dove sono sorte le comunità di Argile e Venezzano vi fosse qualche insediamento, sia pur minore, di coloni Romani e che le denominazioni delle due località siano di origine romana.

La presenza del fiume Reno, allora a est del territorio, non arginato, con alveo variabile e frequenti spagliamenti d’acque, sabbie e argille, ha probabilmente cancellato ogni antica traccia di centuriazione e di insediamenti, a differenza delle località confinanti, ricche di reperti.

Periodo altomedioevale

Periodo che inizia dopo la caduta dell’Impero romano d’Occidente (476 d.C.). Il più antico documento trovato che cita un “fundo Argele” è datato 946 e si riferisce ad una donazione di vasti beni nella zona, lasciati dal Marchese Aimerico e dalla moglie Franca al Vescovo di Bologna.

Il territorio argilese, fino al 1223, fu di proprietà e sotto la giurisdizione del Vescovo di Bologna.

Periodo comunque di incerta documentazione per quanto riguarda le località minori, travagliato da dissesti idrogeologici, passaggi di truppe, lotte per il possesso delle terre tra Conti, Marchesi, Vescovi e Abati, in seguito alla crisi del Sacro Romano Impero fondato da Carlo Magno (800-814) e diviso in feudi, con Regni, Ducati e contee in lotta tra loro e con imperatori contestati.

Tra il X e il XII secolo si estese e consolidò la giurisdizione religiosa e territoriale sulle terre emiliane di Vescovi e Monasteri, di Bologna, di Modena, di Ravenna e di Toscana; si fondarono molte chiese e “pievi”, si definirono gli ambiti parrocchiali, plebani e di diocesi intorno ad esse. Molte terre, prese o date in enfiteusi anche alle comunità locali furono disboscate, o prosciugate, bonificate e coltivate.

Periodo di Comuni e Signorie

Dopo il lungo travaglio delle lotte tra Papato e Impero per la supremazia e le cosiddette “investiture”, le popolazioni delle città, impugnando le armi contro l’uno e l’altro potere, ottennero una loro autonomia statutaria e fondarono i “liberi Comuni”.

Dal 1223 quasi tutto il “contado” fu sottoposto agli organi di governo del Comune di Bologna. Al primo “estimo” (censimento dei terreni e beni tassabili) imposto dal Comune di Bologna nel 1245 risultavano in territorio di Argile 87 capifamiglia residenti e possidenti di qualche modesto bene, un pezzo di terra e una casa, quasi sempre di canna o paglia; poche in muratura. Gran parte dei terreni e molte delle case erano di proprietà del Vescovo di Bologna e di possidenti esterni, soprattutto di Bologna.

Nel 1284 fu costruito, a spese dei nobili bolognesi Guastavillani, ai Ronchi di Venezzano il Convento con Chiesa per i frati minori conventuali dell’Ordine di S. Francesco. Venezzano era luogo già citato nel 1146, come parte del ”comune di Argelata”. Nel territorio di “Argele” risulta la presenza di due chiese, una dedicata a S. Pietro e una a S. Maria, comprese nell’ambito della pieve di S. Giovanni in Persiceto.

Tra il 1354 e il 1360 il primo nucleo abitato di “Argele”, che si trovava più ad est rispetto a quello attuale, subì gravi distruzioni a causa delle truppe dei Visconti in lotta per la conquista di Bologna.

Nel 1380, il Comune di Bologna ordinò la ricostruzione del centro abitato di “Argele” in forma di “castrum”, inteso come luogo fortificato sul modello degli antichi accampamenti romani, su pianta rettangolare, circondato da un palancato in legno e da un largo fossato pieno d’acqua, con due porte e relativi ponti levatoi per consentire accesso e chiusura. All’interno della cinta furono costruite una trentina di case, prevalentemente in pietra, e una nuova chiesa; fuori la “porta di sotto” un mulino, alimentato dal Canalazzo, come le fosse.

Il progetto e la realizzazione del nuovo Castello d’Argile furono diretti da due dei migliori architetti bolognesi del tempo: Lorenzo da Bagnomarino e Berto Cavaletto. Per valorizzare questo luogo, posto sul confine col turbolento territorio centopievese, ora alleato, ora nemico, il Comune di Bologna promosse il Castello d’Argile a sede di Vicariato, nominando e inviando qui Vicari, con carica semestrale, per amministrare la giustizia per conto del Governo cittadino, con giurisdizione sulle confinanti comunità di “Argelata” (comprendente Venezzano), Bagno e Volta Reno. Il primo vicario fu un Gozzadini.

Nel corso della prima metà del secolo 1400 il territorio argilese, come quelli vicini, si trovò ancora coinvolto suo malgrado in battaglie, assedi e assalti a causa delle lotte di fazione per la conquista della Signoria su Bologna, subendo le conseguenze dei passaggi di truppe assoldate dai vari “capitani di ventura” del tempo, al servizio chi dei pontefici e chi dei capifazione bolognesi o milanesi più agguerriti e potenti: Bentivoglio, Visconti (da Milano), Gozzadini, Canetoli, cardinale Cossa, Piccinino, Marescotti, gli Este da Ferrara e altri. Nella seconda metà  del 1400, tutto il bolognese fu sottoposto alla Signoria dei Bentivoglio.

Nel 1460, dopo varie rotture di argini del Reno (che scorreva a sud e ovest del territorio di Argile), con conseguenti allagamenti della zona di Bagnetto e Bisana, fu deciso dalle autorità del tempo di inalveare il fiume tra Cento e Pieve, attraversando e tagliando il territorio argilese, con separazione dell’area di Bagnetto compresa tra il “Reno vecchio” e quello nuovo.

Tra il 1462 e 1479 la comunità  di Venezzano (già  citata anticamente come Venegiano o Venezzano e con propria chiesa di S. Maria) venne separata dal comune di Argelata, acquisendo una sua autonomia di Comune, pur nell’ambito del Vicariato di Castello d’Argile.

Nello Stato Pontificio (1513-1796)

Dopo la cacciata dei Bentivoglio da Bologna, per mano degli eserciti guidati dal Papa Giulio II con l’aiuto dei francesi, nel 1506, Bologna dovette fare atto di sottomissione al Papa e, dopo alcuni anni di alterne vicende, nel 1513 entrò, con tutto il suo “contado”, a far parte stabilmente del ricostituito e potenziato Stato della Chiesa.

Tutto il territorio bolognese, per quasi tre secoli, fu quindi sottoposto ad un “Governo misto”, costituito dal Legato papale e da un Senato composto dai rappresentanti delle famiglie “nobili” o di borghesi arricchiti di Bologna (con prevalenza del primo sui secondi).

Nel corso di questi tre secoli, Castello d’Argile e tutto il territorio del suo Vicariato subirono nuove incursioni di truppe a causa di guerre vicine o di origine molto lontana.

 

Ai devastanti passaggi di truppe straniere, o comunque mercenarie, si aggiunsero pestilenze, carestie, frequenti rotture di argini del Reno con conseguenti allagamenti dei terreni, cosicché le comunità locali si impoverirono, rimanendo con pochi abitanti, quasi tutti contadini, braccianti o “giornalieri” e qualche artigiano precario. Solo 4 o 5 capifamiglia, sia in Argile che in Venezzano, risultavano proprietari di piccolissimi pezzi di terra. Tutte le terre in campagna e le 17 case rimaste in piedi entro la cinta del Castello erano di proprietà di famiglie senatorie o abbienti di Bologna, di Cento e di Pieve.

Periodo di occupazione francese-napoleonica (1796-1813)

Con l’arrivo delle truppe francesi guidate da Napoleone, che entrò in Bologna il 19 giugno 1796 e proseguì poi con l’occupazione del resto d’Italia, lo Stato pontificio fu dichiarato decaduto e le Legazioni di Bologna e di Ferrara cedute alla Francia. Si ebbero quindi nuove ripartizioni dei territori conquistati con nuovi ma instabili ordinamenti: Repubblica Cispadana, Repubblica Cisalpina, Repubblica Italiana; poi Regno d’Italia con Napoleone Re e Imperatore (1805-1813).

In questo periodo, Argile e Venezzano furono inseriti prima nel Cantone di Pieve, poi nel Cantone di Cento, nell’ambito del Dipartimento del Reno. Dal 1805 ebbero titolo e autonomia come “municipalità”, e per la prima volta con proprio sindaco e consiglieri comunali locali. Ma fu esperienza breve, perché già nel 1811 le nostre due comunità furono aggregate alla Municipalità di Pieve.

Questo periodo determinò comunque molti cambiamenti e una sorta di rivoluzione sociale, culturale ed economica, che permise l’emergere di una sia pur ridottissima nuova fascia di persone del luogo che furono in grado di diventare possidenti di terra o di bottega e di avviare nuove attività.

Furono avviate le prime scuole pubbliche, sia ad Argile che a Venezzano, sia pur con un unico  maestro in locali di fortuna. Tutte le numerose e consistenti proprietà terriere degli Enti religiosi, chiese, monasteri, Commenda di Malta, in Argile e Venezzano, furono espropriate e acquistate da nuovi borghesi di Bologna, di Cento (tra i quali alcuni ebrei) e di Pieve.

Periodo della Restaurazione pontificia (1815-1859)

La sconfitta di Napoleone a Waterloo riportò sul trono tutti i sovrani che ne erano stati cacciati e pure il Papa poté ricostituire lo Stato della Chiesa. In un primo progetto di riorganizzazione territoriale della Legazione di Bologna, nel 1817, Castello d’Argile fu sede provvisoria di una Delegazione circondariale; ma poi per l’impossibilità di sostenere un bilancio proprio per mancanza di entrate, fu sottoposto dapprima al Comune di San Pietro in Casale (1818-1820) e poi al Comune di San Giorgio di Piano (1820-1828).

Solo con la riorganizzazione del 1828 Castello d’Argile ebbe il riconoscimento giuridico di Comune, con Venezzano aggregato come frazione, un proprio Priore e un consiglio comunale, sia pur costituito in gran parte da possidenti esterni, e una prima sede nella ristrutturata “Porta di sotto” (o Porta Pieve).

Anche gli anni seguenti furono tempi difficili per la popolazione, sempre alle prese con grandi difficoltà economiche, povertà diffusa, disoccupazione, alta mortalità e tensioni sociali e politiche; mentre la Nazione viveva il travaglio di preparazione del Risorgimento.

Ciò nonostante, la popolazione cresceva e cresceva anche il numero di artigiani, bottegai, fattori che si costruivano nuove case, partecipavano alla vita pubblica come consiglieri comunali, pur nel contesto estremamente restrittivo delle disposizioni della Legazione bolognese.

Dopo l’Unità d’Italia (1861)

L’assetto urbanistico e residenziale del comune di Castello d’Argile di oggi è il frutto di un lento processo di rinascita e sviluppo, iniziato nel XIX secolo; in particolare, con la ricostruzione, tra 1821 e 1833, delle due Porte ad uso abitativo, da tempo ridotte a ruderi, e la costruzione della “Fabbrica comunale” del 1846 ad uso di scuola e quartiere per le guardie pontificie.

Ma gli interventi più significativi sono stati compiuti dal 1861 in poi, con la costruzione della Chiesa (1859-1863), l’abbattimento di quattro vecchi caseggiati in centro e la realizzazione della nuova piazza, del Municipio e di Palazzo Artieri, tra 1870 e 1875 entrambi opere dell’ingegnere bolognese conte Annibale Bentivoglio (progettista anche dell’Oratorio di S. Anna, in stile neogotico, costruito nel 1883).

Da paese prevalentemente agricolo, sempre sottoposto a proprietà altrui, si è via via evoluto riappropriandosi del territorio. Nel corso del 1800 quasi tutte le case del centro storico diventarono di proprietà dei residenti. Nel corso del 1900 furono i contadini a diventare proprietari delle terre lavorate.

Dal Dopoguerra ad oggi

Come tutto il resto dell’Italia la popolazione di Argile ha subito le dure conseguenze delle tensioni sociali e delle due guerre mondiali che hanno caratterizzato la prima metà del 1900. Dopo la Liberazione del 1945, lungo e faticoso è stato il cammino per uscire dalla crisi economica e sociale lasciata dal ventennio fascista e dalla guerra. Le scarse possibilità di occupazione in loco hanno determinato un progressivo calo di popolazione, con migrazioni verso la periferia di Bologna e le aree più industrializzate.

Gallery

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Indirizzo
P.zza Gadani 2

Provincia
BO

CAP
40050

Referente
Alessandro Erriquez, sindaco

Telefono
0516868813

Sito web
http://www.comune.castello-d-argile.bo.it/

Email
sindaco@comune.castello-d-argile.bo.it