Fara San Martino
Fara San Martino, è immersa nella meravigliosa cornice naturale del Parco Nazionale della Majella. Molti la definiscono “capitale mondiale della pasta”, grazie alla storica presenza dei celebri pastifici De Cecco, Delverde e Cocco che esportano i loro ineguagliabili prodotti, in tutto il mondo.
Il piccolo borgo di origine longobarda sorge in un fantastico scenario naturale, sul versante orientale della Majella, allo sbocco dello scenografico e selvaggio vallone di Santo Spirito. Sopra il paese la ripida montagna è incisa da due gole, la Valle di Santo Spirito e la Valle Serviera che sembrano formare una gigantesca “V”. Sotto il paese scorre il fiume Verde, le cui acque sono di enorme importanza per l’alimentazione delle industrie della pasta.
Nel territorio di Fara San Martino e della vicina Palombaro è istituita la “Riserva Statale Fara S. Martino – Palombaro”, caratterizzata da vaste aree coperte da faggi, pino mugo, pino nero e altre specie botaniche di notevole interesse naturalistico. La Riserva è l’habitat ideale per molte specie di uccelli ed è frequentata anche dall’Orso Bruno Marsicano e dal Lupo Appenninico. Il nucleo più antico di Fara S. Martino, detto Terravecchia, miracolosamente sopravvissuto alle devastazioni dell’ultimo conflitto mondiale, conserva intatta l’impronta dell’originario borgo fortificato, a cui si poteva accedere solo attraverso una delle due porte (stupenda la “Porta del Sole”, unica rimasta), collegate tra loro da una stretta via che si ramifica in numerosi piccoli vicoli chiusi.
La Storia
Le origini del paese di Fara San Martino vanno ricercate in epoca medievale, in cui sono documentati due insediamenti: la Chiesa di San Pietro e la Chiesa di San Martino, annessa a un monastero benedettino da cui è sorto successivamente il centro abitato di Fara o “Farah”.
Il termine Fara è di origine longobarda e deriva dal germanico Fahren (spostamento) che poi nel tempo si evolverà in Fara (forma di insediamento stabile), mentre il termine San Martino è dovuto all’Abbazia eretta in onore di San Martino, vescovo di Tours.
Ancora oggi, percorrendo le Gole, è possibile vedere i resti dell’Abbazia benedettina, la cui origine risale alla fine del VIII secolo. Destinata a una sorte infelice, l’Abbazia decade nel Quattrocento ed è sepolta da numerose alluvioni, l’ultima nel 1929. Il borgo più antico rimane sotto la giurisdizione dei monaci benedettini fino al XV secolo per poi passare sotto la giurisdizione del Vaticano. Nel XVI secolo Fara San Martino diviene feudo della famiglia Valignani, per poi essere venduta a Melchiorre Reviglione.
Nell’ultimo conflitto mondiale il paese viene notevolmente danneggiato e gli unici elementi originari che ad oggi ritroviamo, sono concentrati nel nucleo più antico del paese, noto come il borgo medievale di Terravecchia, posto in posizione elevata, circondato da mura e difeso da torri di avvistamento, i cui resti sono fortunatamente ancora visibili. Al quartiere antico di Terravecchia si accede attraversando la Porta del Sole, uno dei monumenti architettonici più importanti di Fara San Martino.
Interessanti da visitare sono la Chiesa dell’Annunziata, all’interno del borgo antico, nella quale è possibile ammirare pregevoli dipinti settecenteschi, la Chiesa Parrocchiale di San Remigio in cui è custodita la seicentesca pala d’altare del pittore Tanzio da Varrallo, una tela del XVII secolo di rilevante importanza, raffigurante La Circoncisione con San Carlo Borromeo e San Francesco, e la Chiesa del Suffragio con il suo campanile dalle caratteristiche pareti bugnate.
Da vedere
Dal punto di vista turistico e paesaggistico, particolarmente suggestive sono le sorgenti del Fiume Verde e le Gole di S. Martino (dove è possibile vedere i resti dell’omonima abbazia), tra l’altro intrise di una curiosa leggenda sul santo. Questi luoghi sono meta di appassionati e turisti per passeggiate, trekking, arrampicate su roccia, escursioni a cavallo lungo le sponde del fiume, attraverso lo “stretto” e in piacevoli località limitrofe (come Capo le Macchie e Fonte l’Abate), poste a 800/900 mt. d’altezza.
Numerose sono le grotte di natura carsica presenti sul territorio, molte delle quali in passato sono state luoghi di culto e di rifugio; di particolare rilievo sono la grotta “Porca degli Angeli”, la grotta del “Peschio”, quella dei “Diavoli” e “de li Trazzir”.
Il centro storico é caratterizzato dall’antico borgo medievale di “Terra Vecchia”, al quale si accede attraverso la “Porta da Capo” anche detta “del Sole”. Nella vicina Piazza Municipio é da poco sorto il Museo Didattico a cura del Corpo Forestale che offre il Centro Visite del Parco Nazionale della Majella. Le numerose passeggiate, la possibilità di trekking di qualità e le escursioni a cavallo sono una delle peculiarità dei soggiorni a Fara San Martino. La vicinanza a centri maggiori (Lanciano, Chieti e Pescara), tutti raggiungibili in meno di 45 minuti, rende Fara San Martino il luogo ideale per chi vuole coniugare in una vacanza unica, natura, relax e gastronomia.
Da visitare inoltre, vi è Palazzo Di Cecco, un edificio residenziale su due livelli più seminterrato, scanditi all’esterno da cornici marcapiano, in cui le finestre hanno dei contorni lavorati, mentre il portale presenta superiormente un arco a tutto sesto. Sopra il portale vi è un balcone sorretto da mensole.
Tra le chiese c’è quella di San Remigio, nel centro storico, risalente al XIII secolo; la Chiesa di San Pietro Apostolo, una piccola costruzione a navata unica sita al termine di via San Pietro, presso le sorgenti del fiume Verde, secondo alcuni studiosi fu costruita nel IX secolo; la Chiesa di San Nicola; la Cappella della Santissima Trinità, posta nella Valle del Fiume Verde, terminata tra il 1839 ed il 1847, quando fu costruito il convento francescano attualmente abbandonato. Vi sono inoltre la Chiesa dell’Annunziata che sorge nel centro storico presso una porta urbana, secondo alcune fonti risalirebbe al Cinquecento; la Chiesa di Santa Maria delle Grazie sita tra la Piazza dei Santi e la Chiesa di San Remigio; infine la Chiesa della Madonna del Suffragio risalente al XVIII secolo.
Da gustare
Tra le ricette tipiche di Fara San Martino vanno annoverati, accanto alla pasta, all’olio extravergine d’oliva, al pecorino e alla ricotta, specialità gastronomiche quali il ragù di agnello, gli uccelletti ripieni, i “Mostaccioli” e i cuori di pasta di amaretti (dolci tipici locali), i fiatoni, i “cajiciunitte” (dolci tipici del periodo natalizio) e i tarallucci lessati.
Cosa fare
Le feste popolari seguono il calendario classico dei riti e delle rappresentazioni abruzzesi che si fondano su leggende e credenze in un unico miscuglio tra “sacro e profano”. Con la cultura tradizionale si ha una visione delle radici del passato che rappresentano ancora oggi un elemento aggregativo di carattere unico e genuino. Gli eventi durante i quali i faresi testimoniano il loro attaccamento alla tradizione e alla storia del loro borgo, sono diversi:
– Il 19 marzo si festeggia San Giuseppe; durante questa ricorrenza, in passato si accendevano fuochi con siepi di rovi e profumato ginepro, oggi viene acceso un solo grande falò che illumina suggestivamente il vallone di Fara, intorno al quale degustare prodotti tipici. Sempre a marzo, nell’ultimo sabato c’è la tradizionale festa dell’Annunziata, nell’antico borgo medievale di Terravecchia.
– Il 29 giugno, invece, è dedicato alla Fiera e festa di San Pietro, con la tradizionale scampagnata presso le sorgenti del fiume Verde. Il 2 luglio c’è la Messa presso la Madonna dell’Oliveto e la marcia ecologica di Val Serviera, un appuntamento importante per gli amanti dell’escursionismo di montagna, con un percorso di circa 15 km. La sera si tiene la sagra della pasta presso le sorgenti, per rifocillarsi.
– La terza domenica di agosto c’è la Sagra della Pasta e la Scarpinata Farese, mentre dal 23 al 25 ci sono le feste patronali di S. Antonio, S. Emidio e S. Rocco con tradizionali riti religiosi, serate di musica e uno spettacolo di fuochi pirotecnici. Sempre in questo mese si tiene la manifestazione che attira tutti gli amanti di Fara San Martino, ma soprattutto della sua pasta, “Gole&Sapori” è un evento della durata di tre giorni dove il piacere di mangiare la pasta si mescola alla scoperta di una storia, una ragione, un episodio che hanno fatto grande questo fondamentale prodotto della dieta italiana. Musica, talk-show, spettacoli, rievocazioni storiche delle arti e dei mestieri, mostre fotografiche e tanti stand enogastronomici fanno da sfondo alla manifestazione.
– La prima domenica di settembre c’è il Gran Fondo Verd’Aventino – Memorial Levino Tavani, una manifestazione di ciclismo amatoriale a carattere nazionale.
– L’11 novembre si festeggia con la Fiera di San Martino e la Sagra delle caldarroste, in cui si ricorda il gesto del Santo che dona, a un povero mendicante infreddolito, metà del suo mantello. Durante la giornata di celebrazioni è possibile degustare le ottime caldarroste provenienti dai boschi abruzzesi, accompagnate da buon vino novello.
Indirizzo
Via Municipio, 1
Provincia
CH
CAP
66015
Referente
Carlo De Vitis, sindaco
Telefono
0872980155