Gussola
Cenni geografici
Poco discosta dalla riva sinistra del fiume Po, nella Bassa Lombarda, nell’area interprovinciale casalasco viadanese – Oglio Po -. Dista 7 chilometri da Casalmaggiore; 34 da Cremona; 16 da Viadana, 35 da Mantova e 35 da Parma.
Cenni storici
Alcuni studiosi la identificano con l’etrusca Vulturnia, altri con la romana Laguxola (ritrovamenti romani si sono avuti nell’area di Borgolieto). Certo è che nei secoli passati coesistettero due centri: Valdoria, forse l’antica Vulturnia, e Gussola, o Lacusculum o Lagoxola secondo antichi documenti. A poco a poco il centro abitato più antico, quello di Valdoria, continuamente minacciato dalle alluvioni, fu abbandonato, e i suoi abitanti si trasferirono nella vicina Gussola, che se pure nei pressi del fiume era però in una posizione più riparata. Fu così che Valdoria sparì dalla storia e perse il suo primato su Gussola, che era stata fino al 1565 soggetta alla chiesa parrocchiale di Valdoria.
Gussola fu bizantina, centro longobardo in possesso feudale della cattedrale di Cremona, e poi del Vescovo di Cremona fino al XIII secolo. Fu quindi dei Visconti, dei Gonzaga, dei Veneziani, infine di Milano. Dal 1484 feudo dei Carminati Bergamino con Martignana di Po e San Giovanni in Croce godette di una certa prosperità, fino aile devastazioni militari francesi e spagnole del Cinquecento. Il feudo passò ad Alfonso Pimentel.
Questi tre centri nel 1623 vennero separati; San Giovanni in Croce passò a Cesare Vidoni; Gussola e Martignana costituirono un altro feudo che venne venduto a Giacomo Antonio Annoni, famiglia che ne mantenne il possesso fino all’Ottocento.
Sotto la dominazione austriaca, con Maria Teresa d’Austria il legame feudale fu sciolto e il territorio tornò nella piena disponibilità della Camera Regia di Milano.
Cosa vedere
Edifici religiosi
- Chiesa Parrocchiale della Beata Vergine Annunciata. Prospetta sulla piazza principale, nel centro del paese. Risale al XII secolo. La torre e l’abside sono in stile romanico lombardo. Nel 1565 diventa sede parrocchiale, sostituendo l’antica chiesa di San Lorenzo, a Valdoria, che fu abbattuta perché ormai pericolante e continuamente insidiata dalle inondazioni del Po. L’attuale struttura architettonica è frutto del restauro avvenuto nella prima metà del ‘500 (secondo quanto riporta una formella di non sicura interpretazione posta nel convesso dell’abside) di un edificio precedente (corrispondente all’attuale transetto e alla metà della sagrestia addossata al presbiterio) con il tradizionale orientamento est-ovest. Come evidenziato dai recenti restauri, il presbiterio, le navate e le cappelle del Rosario e di San Carlo furono innestate in un secondo tempo sui muri preesistenti del transetto. Il progetto complessivo fu comunque frutto di una visione unitaria, come testimonia la perfetta simmetria planimetrica che la chiesa e i fabbricati annessi (campanile e sagrestia) vennero ad assumere alla fine dei lavori. Negli stessi anni venne ricostruita la torre campanaria, che rimase immutata fino ai nostri giorni. Interventi di rilievo successivi:
- nel 1724 fu allargata la sacrestia pervenendo alla struttura attuale;
- nella seconda metà dell’800 si procedette al restauro della facciata in stile neogotico con la sistemazione delle cinque torrette e del finestrone a mezzaluna centrale, che sostituì una precedente finestra triplicata (identica a quelle che si trovano ancora nelle cappelle maggiori);
- nel 1860 presero avvio i lavori per l’allargamento della chiesa con lo sfondamento delle cappelle laterali. Tale intervento però alterò l’impianto architettonico originario a croce latina, tolse slancio alla facciata esterna, rese più cupo l’interno e portò allo smantellamento degli antichi altari ormai logori. Di questi solo l’altare di Sant’Antonio da Padova fu ricollocato, degli altri furono riutilizzate parti per l’edificazione dell’altare del Crocifisso;
- fra il 1910 e il 1913 il prof. Pietro Verzetti realizzò gli affreschi della navata centrale, del presbiterio (i dipinti cinquecenteschi che lo adornavano erano stati coperti nel XVII secolo e sono forse recuperabili) e le tele del transetto. Per il finanziamento di tale opera vennero però venduti diversi quadri presenti nella chiesa, fra cui la pala dell’altare maggiore raffigurante l’Annunciazionerealizzata da Marc’Antonio Ghislina e terminata pochi giorni prima della sua morte, e la tela dell’altare di S. Maria Maddalena, sempre del Ghislina.
Degni di nota sono:
- la sagrestia, la parte più antica della chiesa, che presenta pregevoli armadi del ‘700 e l’affresco della Madonna col Bambino, rifacimento del ‘500 di un dipinto precedente, rinvenuto durante lo smantellamento dell’altare di S. Maria Maddalena.
- il presbiterio con l’Altare Maggiore del ‘700 realizzato in marmi policromi da marmorini cremonesi, e il coro ligneo del 1780
- la Cappella della Beata Vergine del Rosario: il ciclo di affreschi (sulla volta da destra L’adorazione dei Magi, Maria che fa dono del Rosario, la Fuga in Egitto, lungo i pilastri e l’arco di volta sono rappresentati i Quindici Misteri del Rosario) è della fine del ‘600, l’Altare del 1750 ca,
- la Cappella di S. Carlo e SS. Reliquie: l’attuale altare in marmi policromi è del 1735; il ciclo di affreschi (sulla volta da destra Angeli con palme e Corone, Trinità in Gloria, Miracolo di S. Agata, sulla parete di sinistra il Martirio di S. Agata) è della fine del ‘600 e ripreso in seguito dal Ghislina.
- il Pulpito dedicato a S. Lorenzo in marmi policromi intarsiati è del 1730.
- il Fonte Battesimale in marmo rosso di Verona, della seconda metà del ‘500
- la Cappella di S. Antonio da Padova: realizzato nel 1755 in stile barocco, l’ancona lignea laccata e dorata è del XVII secolo.
- le tele di Andrea Apostolo e S. Francesco d’Assisi, del Ghislina, e di S. Giovanni Evangelista, autore ignoto, degli inizi del ‘700; queste tele adornavano i rispettivi altari.
- l’organo del 1826 con pregevoli intagli dorati.
- Casa parrocchiale. Edificio del ‘600 oggi sede dell’oratorio. Il soffitto del corridoio centrale è decorato a cassettoni, curiosamente dalla parete posteriore aggetta una latrina sospesa. Come testimonia una lapide ancora presente, in questa abitazione sostò per due giorni il duca Ferdinando Borbone di Parma, giunto in Gussola il 22 aprile del 1779 per rendersi conto personalmente della corrente del Po che minacciava il territorio del ducato di Parma.
- Cappella della Madonna del Pilar. Conosciuta anche come “Madonnina dell’Argine” e “Cappella dello Spagnolo”, sorge come incastonata nel terrapieno dell’argine maestro preceduta da un lungo viale alberato che conduce alla piazza principale. Fu eretta nel 1618 per volere di don Francisco de Mangas rappresentante delle autorità spagnole che governavano il Ducato di Milano e che avevano una guarnigione di stanza nel paese. L’affresco originale, oggi pressoché indecifrabile in ragione dell’avanzato stato di deterioramento, raffigurante una Madonna con Bambino poggiante su di una colonna (il “pilar” appunto). In sua vece è stata posta una riproduzione fotografica della copia su tela realizzata nel 1780 dall’artista locale Giovan Battista Rossi.
- Chiesa Arcipretale di San Benedetto(Borgolieto). Dal 1208 i documenti parlano di una chiesa di San Benedetto a Borgolieto, ma la sua storia affonda in un’epoca più antica, come testimoniano i ritrovamenti di alcune tombe romane avvenuti nel 1882 nel campo dove sorge il tempio. In origine parrocchia sussidiaria di Gussola, fu elevata a parrocchia autonoma nel 1458 e tale rimase fino alla soppressione del 1989.
L’aspetto barocco attuale del tempio si deve alla ristrutturazione avvenuta negli anni immediatamente precedenti il 1731, anno in cui la chiesa fu riconsacrata. Gli interventi riguardarono l’innalzamento della navata centrale, la copertura con volte unghiate e con tutta probabilità la realizzazione della attuale facciata che presenta un andamento leggermente concavo. Le decorazioni pittoriche interne sono invece ascrivibili ai primi anni del ‘900, forse contemporanee alla realizzazione del nuovo campanile, in occasione del quale la chiesa fu nuovamente oggetto di restauro. Delle due figure dipinte sul fianco della chiesa che guarda l’argine, una delle quali raffigurante San Benedetto e riferibili entrambe al restauro settecentesco, oggi non resta che qualche brandello indecifrabile.
La chiesa al suo interno conserva un pregiato organo Bossi dell’ 800, l’altare maggiore in marmo, un altare ligneo dedicato alla Madonna di Lourdes, quattro tele settecentesche delle quali due (‘’Rebecca al pozzo’’ e ‘’Gesù e l’adultera’’) recentemente attribuite al pittore Marcantonio Ghislina che operò in Gussola negli ultimi anni della sua vita.
La torre campanaria fu riedificata in stile neogotico nel 1912 in luogo della precedente (realizzata nel 1478 a seguito dell’elevazione del tempio a Chiesa Parrocchiale) ritenuta ormai “sproporzionata” alla aumentata altezza della chiesa (negli atti viene spesso descritta come “quadrata, tozza e bassa”) e resa pericolante dalla instabilità del terreno a seguito della persistente piena del fiume Po del 1907.
Antistante la Chiesa il piccolo porticato che immette nel piccolo Oratorio della Madonna del Carmine rappresenta forse l’ultimo rimasuglio di un chiostro benedettino.
Edifici e monumenti civili
- Asilo “Monumento ai Caduti. La nascita dell’istituto risale al 1921 quando un comitato cittadino si convinse che il miglior modo di onorare i Caduti fosse la costruzione di un asilo di cui il paese abbisognava. Fu inaugurato il 3 maggio del 1924 alla presenza dell’On. Farinacci. La Cappella commemorativa ha sede nella torretta centrale.
La Fabbriceria della Chiesa donò il materiale risultante dalla demolizione delle Logge ottocentesche che cingevano il sagrato sul lato occidentale (il loggiato situato ad oriente era stato precedentemente abbattuto per permettere il transito del Tram Cremona–Casalmaggiore, il cosiddetto tramòn). - Municipio. Palazzo della seconda metà dell’Ottocento con fregi che rimandano alle decorazioni in cotto del lombardo rinascimentale. :L’atrio porticato con colonne di ordine corinzio prosegue in un piccolo loggiato che dà sul cortile interno.
- Monumento ad Angelo Bergamonti (pilota motociclistico gussolese 1939-1971)
Ville signorili
- Villa Ferrari. La Villa è del XVIII secolo ed è formata da due nuclei compatti che si uniscono al corpo di fabbrica porticato ed arretrato, che suggerisce un’epoca più antica, tardo cinquecentesca. La villa è legata a importanti casate nobiliari cremonesi: fu voluta probabilmente dal Conte Ludovico Magio, passò poi ai Marchesi Trecchi (proprietari del Palazzo Trecchi a Cremona) per linea successoria femminile, ai quali appartenne fino al 1887, anno in cui la residenza fu acquistata dalla famiglia Ferrari. L’edificio è preceduto da un ampio giardino.
- Villa Lodi Bodini. In origine appartenente ai marchesi Magio, passò in eredita ai marchesi Lodi Mora ed infine alla famiglia Bodini. Il suo aspetto è quello raggiunto fra il XVII e il XVIII secolo. La contrapposizione dei due corpi di fabbrica laterali rilevati dal piano della facciata unitamente alla disposizione della scalinata di accesso rivelano legami stilistici con le architetture venete e mantovane. Il portale della facciata e decorato da bugne; le finestre presentano, in alternanza, timpani triangolari e timpani curvi. Sul timpano e lungo tutta la facciata e sui corpi laterali si mostrano, ad ornamento, dei pinnacoli.
- Palazzo Ala Ponzone – Casaglia(Borgolieto). Il progetto nacque probabilmente nei primi anni del 1780 per volontà di Gian Francesco Ala Ponzone come edificio residenziale legato all’amministrazione delle sue proprietà terriere. I disegni della Villa furono presentati nel 1788 all’Accademia delle Belle Arti di Firenze, e permisero all’architetto Luigi Bianzani (1757-1816) di ottenere il titolo di professore associato.
Il palazzo, costruito nel luogo dove sorgeva il Castello di Borgolieto (detto “dell’Oca”), appartenne agli Ala Ponzone fino al 1870, fu poi venduto e frazionato in diverse proprietà, subendo considerevoli interventi sulla struttura. Da qui ha inizio il lento processo che ha condotto all’avanzatissimo stato di degrado in cui versa il palazzo.
L’avancorpo centrale formato dal portico architravato con colonne doriche binate, il soprastante loggiato con lesene ioniche ed aperture ad archivolto e il timpano in cima rappresenta un bell’esempio di architettura neoclassica. Nell’insieme sono numerosissimi gli elementi neoclassici frammisti ad altri pre-neoclassici. I loggiati che sormontavano i corpi laterali (visibili ancora nella cartolina sotto riportata) furono abbattuti agli inizi del ‘900, periodo in cui si procedette poi alla demolizione totale del corpo laterale destro pericolante. In tale fotografia si può ancora apprezzare l’attico balaustrato che contornava tutta la sommità dell’edificio in diretta continuità con lo spazio aperto dei loggiati.
Tramite il porticato si accede al salone centrale, alto quanto l’intera struttura e terminante con un’imponente volta a padiglione con apertura ellittica al centro (forse predisposta per essere coperta da una cupola). Uno scalone centrale (abbattuto negli anni ’40) conduceva a un ballatoio in legno che permetteva l’accesso alle sale del primo piano e alla sala soprastante il portico che contiene le decorazioni più elaborate.
Pareti e soffitti dell’ala est, tutti coperti e sostenuti da volte a padiglione, si presentavano riccamente decorati a stucco, con motivi prevalentemente floreali e legati alla simbologia agreste (tra questi merita un accenno il “ciclo delle Stagioni”).
Il terremoto del 2012 ha determinato lo sfondamento di molti dei soffitti dell’ala est, della quale rimangono solo i muri perimetrali e interni e brandelli di volte; alcune fotografie scattate agli inizi del 2000 e raccolte nella pubblicazione “Frammenti di un palazzo” costituiscono l’unica testimonianza rimasta. - Cascina “La Cartiera”. Oltre l’argine maestro, immersa nell’oasi protetta “Lancone di Gussola” è possibile raggiungere la Cascina Palazzo (o Cascina Beretta), meglio nota col nome di “Cartiera” (Cartèrain dialetto locale), un tipico esempio di cascina lombarda a corte chiusa entro le cui mura vivevano in passato numerose famiglie di braccianti. Edificata intorno al 1830, è stata per molti lustri la sede della riserva di caccia un tempo presente nella lanca. Annesso al corpo di fabbrica si trova l’Oratorio di S. Luigi Gonzaga, fatto erigere nel 1838 dagli erede del Beretta.
Il nome Cartiera si deve al senatore Beniamino Donzelli (Treviglio, 1863 – Milano, 1952) che fu un importante imprenditore del settore cartario. Nel secondo dopoguerra la Cartiera fu teatro di un duro scontro fra il Donzelli e gli operai dell’azienda, culminato nell’occupazione della stessa da parte dei salariati; il ricordo dell’episodio apre la pellicola “Il mondo degli ultimi” di Gian Butturini, con riprese fatte all’interno della stessa Cartiera.
Oasi Lancone
Nella vasta area golenale, una grande estensione di terreno chiamata Lancone costituisce una zona protetta per la salvaguardia della flora e della fauna di fiume. Rappresenta un ramo morto del fiume Po originatosi a seguito delle piene rovinose susseguitesi nel Settecento (in particolare quella del 1778), che deviarono il corso principale del fiume, confine naturale col Ducato di Parma, 3 chilometri più a sud (il lembo di terra ricompreso attualmente fra il lancone e il fiume è appunto chiamato Bosco ex-Coltaro); da allora la lanca costituì prima un ramo attivo e poi un meandro secondario del fiume.
Caratteristiche dell’area sono le zone umide a canneto (canna palustre); altre piante presenti sono i salici, i pioppi, gli ontani.
Nel Lancone trovano un habitat favorevole varie specie di uccelli: Germano Reale, Folaga, Gallinella d’Acqua, Airone Rosso, Tarabusino, Falco di Palude, Cannaiola Verdognola, Salciaiola, Colombaccio, Picchio Rosso Maggiore, Allocco, Civetta, Lodolaio, Sparviere
Durante le migrazioni il Lancone si popola di anatre ed uccelli acquatici che trovano qui un punto di sosta: Alzavola, Fischione, Moriglione, Porciglione, Tarabuso, Poiana, Gheppio, Corvo Comune.
Tra gli anfibi si annoverano esemplari di Rana di Lataste (rara), Rospo Smeraldino, Raganella
Alcune visite guidate sono previste nel corso dell’anno per soci LIPU, gruppi e scolaresche. Contattare la sezione LIPU di Cremona (telefono +39 0372 34076).
- Centro Natura Amica. Poco più a sud del Lancone in località Valloni a sede il “Centro Natura amica” che svolge programmi di onoterapia e percorsi istruttivi riguardanti flora e fauna tipiche della zone lagunare. La sede legale è in via XX settembre n. 50. Maggiori informazioni sul sito dell’associazione.
- Isola Maria-Luigia. Inclusa nel sito Natura 2000, l’Isola Maria Luigia è separata dall’area golenale da una lanca (ramo secondario del fiume) collegata al fiume Po solo nel suo settore orientale e separata dal fiume nel suo tratto occidentale dal pennello di difesa idraulica. :L’isola è raggiungibile utilizzando la strada dei Valloni, quindi attraverso la classica rete di strade sterrate di utilizzo agricolo.
L’ambiente è caratterizzato da acque correnti, da lanche con acque lente o ferme, da alcuni “spiaggioni” costituiti principalmente da aperte distese di sabbia, da aree incolte, da residui di boschi ripariali e impianti di arboricoltura. Le specie arboree principalmente rappresentate sono il salice bianco (Salix alba), il pioppo nero (Populus nigra), il pioppo bianco (Populus alba), l’olmo campestre (Ulmus minor) e la farnia (Quercus robur). L’isola costituisce un’area faunistica utilizzata da molte specie, soprattutto uccelli, per la riproduzione, per lo svernamento e per la sosta durante le migrazioni.
Per la mammalofauna si segnalano: riccio (Erinaceus euroapaeus), volpe (Vulpes vulpes), tasso (Meles meles), capriolo (Capreolus capreolus), donnola (Mustela nivalis), lepre (Lepus europaeus), arvicola terrestre (Arvicola terrestris) e l’alloctona nutria (Myocastor coypus). - PLIS Golena del Po. in fase di riconoscimento.
- Laghetti Rosalba – Ex-fornace Manini. Ex-cave di argilla che nel secolo scorso hanno alimentato la vicina forace Manini (la quale “domina” l’area con la caratteristica ciminiera pendente), oggi naturalizzate e attrezzate per lo svolgimento di attività di pesca amatoriale e agonistica.
Eventi e feste
- Fiera di San Lorenzo. Nei primi dieci giorni di agosto.
- Motoraduno “Bergamonti”. Prima domenica di aprile.
- Mercatini natalizi seconda domenica di dicembre
Nei dintorni
- Sabbioneta— Città di fondazione, Patrimonio Mondiale dell’Umanità UNESCO, mantiene la cerchia muraria entro la quale è rimasta intatta la magia dell’urbanistica ideale realizzata da Vespasiano Gonzaga; il Teatro all’Antica, il Palazzo Ducale, la Galleria, la chiesa dell’Incoronata sono alcuni dei suoi monumenti che spiccano in un contesto che si è mirabilmente conservato.
- Colorno— La sua Reggia fu dei Sanseverino, poi dei Farnese, di Maria Luigia d’Austria, dei Borbone; è il monumento di gran lunga più importante di questa piccola Versailles parmense, che offre anche un centro storico piccolo ma bello, a ridosso del torrente Lorno che gli dà il nome e del Parma, poco lontano dal Po.
- Mantova— Capitale dei Gonzaga, emana ancora il suo sottile fascino di grande città d’arte per la quale la nomina a Patrimonio Mondiale dell’Umanità UNESCO è stata non tanto un riconoscimento, quanto una doverosa presa d’atto. Ineguagliabili le sue atmosfere antiche, i profili dei palazzi e delle cupole che si stagliano nella foschia padana avvolti dallo specchio dei suoi laghi, la sua sterminata reggia gonzaghesca che ingloba numerosi edifici nel centro città.
- Parma— Città d’arte fra le maggiori dell’Emilia, mantiene con grande evidenza aspetto, signorilità e modi di vita da Capitale, come lo fu per secoli. La reggia Farnese della Pilotta, la Cattedrale romanica, la chiesa della Steccata sono alcune delle emergenze monumentali che caratterizzano la città; di gran fama il suo Teatro, la sua tradizione musicale (Giuseppe Verdi), la sua scuola di pittura (Correggio, Parmigianino), il suo amore per la buona tavola (prosciutto crudo di Parma, salumi, parmigiano reggiano, lambrusco).
Indirizzo
Piazza Carlo Comaschi, 1
Provincia
CR
CAP
26040
Referente
Stefano Belli Franzini, sindaco
Telefono
0375 263311