Io c’entro a Chiari
Ecco come Luca Martinelli, giornalista di “Altreconomia”, racconta sul sito del mensile il bellissimo progetto “Io c’entro a Chiari”, promosso nel comune bresciano che proprio lo scorso 7 settembre ha deliberato in consiglio comunale l’adesione alla nostra associazione.
Un progetto di rigenerazione urbana, di riuso, e di grande lungimiranza.
La nuova cartolina del centro storico di Chiari, un Comune di 18mila abitanti in provincia di Brescia, non va affrancata. È, in realtà, una mappa, a disposizione di cittadini e amministratori, che potranno usarla per orientarsi nella propria città alla ricerca degli immobili sfitti e in disuso.
L’ha prodotta l’associazione Temporiuso.org, nell’ambito del progetto “Io c’entro a Chiari”, lanciato lo scorso primo settembre. I vuoti sono indicati come “buchi neri”, perché rischiano di diventare un problema. Per questo, l’amministrazione comunale ha dato incarico a Temporiuso.net di realizzare, coinvolgendo i cittadini, un percorso di rigenerazione urbana, che prevede il riutilizzo (anche) temporaneo di questi immobili.
Il primo passo per la riattivazione degli spazi si chiama conoscenza: “Da settembre 2014 abbiamo avviato incontri e riunioni che hanno coinvolto il sindaco e diverse rappresentanze locali, dai commercianti alle associazioni, ai proprietari privati di immobili. Abbiamo trovato un centro ben tenuto, curato: parlar di spopolamento è parola grossa, ma ci sono dei fattori negativi, come i numerosi negozi sfitti al piano terra o l’abbandono di interi edifici residenziali” spiega Isabella Inti, di Temporiuso.net.
Chi arriva in auto in questa città, che è situata lungo la strada statale 11 ed è attraversata dall’autostrada BREBEMI, a meno di trenta chilometri da Brescia, potrà “verificare come Chiari sia cresciuta fuori dal centro storico, dove sono sorti nuovi quartieri di villette e si costruiscono ancora centri commerciali” aggiunge Inti. Su richiesta e incarico dell’amministrazione, i professionisti di Temporiuso.net hanno messo a punto un crono-programma di attività per arrivare a definire “come” intervenire su Chiari.
Il primo passo? “Rendere visibili gli spazi in abbandono: abbiamo prodotto la cartolina, che individua 74 spazi sfitti (poi diventati 80, ndr), tra immobili e negozi”. Il 1° settembre 2015, in occasione del Palio cittadino delle Quadre, una delle manifestazioni locali più importanti, è stato presentato il progetto. Che prevede, a partire da mercoledì 16, “delle passeggiate collettive -racconta Inti-: la prima si terrà in via Corteggiano, dove ci sono una decina di negozi sfitti. Mostreremo questi spazi vuoti, e ascolteremo le storie di ex commercianti, di chi se ne è andato (anche come residenza), ma anche di chi è tornato: uno dei negozi sfitti lungo la via, infatti, è stato affidato temporaneamente da un privato all’associazione l’Impronta, che organizza a Chiari il festival della micro-editoria”.
Dopo le passeggiate, arriveranno i workshop, ad ottobre: “Le diverse ‘popolazioni di abitanti’ -commercianti, studenti e personale delle scuole, anziani- saranno chiamati a discutere su ‘che cosa potrebbe nascere di nuovo’. A fine ottobre verrà inaugurata una mostra, per presentare i risultati dei workshop: saranno votati i progetti sviluppati nelle 4 vie principali del centro storico, per decidere quale ‘far rinascere prima’. Tra novembre e dicembre partiranno alcuni progetti pilota, come installazioni, mostre e performance all’interno degli spazi. In altri casi, avvieremo invece progetti di lunga durata, cioè di uno o al massimo due anni. Immaginiamo botteghe artigiane o anche la possibilità di insediamenti abitativi, anche a piano terra, con affitto a prezzi calmierati.
Il Comune di Chiari ha investito nel progetto di rigenerazione urbana 15mila euro: 10mila euro vanno ai professionisti di Temporiuso.net, mentre 5mila verranno complessivamente investiti nei materiali e nelle opera necessarie a rendere efficace il progetto. Che, secondo Isabella Inti, deve avere un’orizzonte politico più ampio, come descritto anche nel libro “Temporiuso” edito da Altreconomia edizioni: “Temporiuso.net mira ad indirizzare le politiche pubbliche. Da una parte, esistono incentivi -come uno scomputo fiscale- per favorire il riutilizzo. Dall’altra, è possibile bloccare o non concedere più permessi al di fuori dell’area già urbanizzata, come incentivare le associazioni di via per centri commerciali naturali”.
Un obiettivo possibile del processo di rigenerazione urbana è infatti aiutare l’amministrazione comunale a “valutare in modo diverso le proprie scelte: nuovi permessi che permettono di costruire e consumare suolo, incentivano indirettamente i giovani o le famiglie ad investire il proprio patrimonio in una nuova villetta, e non nella ristrutturazione di un immobile del centro storico”.