La chiave del progetto globale
Si è aperta ieri a Bonn la COP23, la conferenza annuale sul clima delle Nazioni Unite. Ufficialmente l’edizione 2017 è organizzata dalle isole Figi, ma le ridotte capacità logistiche del piccolo stato polinesiano hanno dirottato la sede dei lavori a Bonn, in Germania. Bonn è anche il quartier generale di UNFCCC, la Convenzione Quadro sui Cambiamenti Climatici delle Nazioni Unite, cioè la struttura che organizza materialmente la conferenza.
La COP23 segue la COP21 di Parigi 2015, dove fu sottoscritto il Paris Agreement sui cambiamenti climatici, e la COP22 di Marrakech 2016, dove l’accordo venne ufficialmente ratificato. Ad oggi 169 nazioni hanno ratificato formalmente il Paris Agreement, mentre solo due nazioni hanno rifiutato di farne parte: la Siria e gli Stati Uniti, che Donal Trump ha ufficialmente ritirato dopo la ratifica dell’accordo dell’era Obama. Anche il Nicaragua, il terzo paese che era ancora fuori dall’accordo, ha annunciato la scorsa settimana la sua adesione.
Con il passare degli anni le conferenze ONU sul clima assumono sempre più un significato largo e olistico, diventando l’ambito di discussione del futuro del pianeta. L’evoluzione del clima terrestre non è più solo terreno di ricerca per scienziati, ma chiave per un progetto globale di sviluppo sostenibile. Il G7 sulla salute di Milano si è concluso oggi con un documento che dichiara i cambiamenti climatici come minaccia per la salute e causa di aggravamento di altri rischi sanitari. Una lunga mediazione politica ha permesso di ottenere il via libera alla dichiarazione anche da parte degli Stati Uniti.
Il meeting di Bonn durerà due settimane. Sono registrati 11.306 delegati dei 197 paesi che aderiscono a UNFCCC, 6.176 osservatori non governativi (tra i quali io) e 1.633 accrediti stampa, per un totale di oltre 19.000 presenze. La delegazione ufficiale italiana è di 55 persone, compresi parlamentari e tecnici di ISPRA, ENEA e SOGESID.
La foto ritrae il sindaco di Bonn Ashok Sridharan durante la cerimonia di apertura svoltasi stamattina. Sridharan (55) è nato a Bonn da un padre indiano, emigrato in Germania dal Kerala negli anni ’50, e da madre tedesca. Milita nel CDU, il partito di Angela Merkel, ed è sindaco dal 2015.
Emilio D’Alessio, architetto ed esperto di sviluppo sostenibile, è stato fondatore e presidente della rete delle Agende 21 Italiane. Attualmente è portavoce del Gruppo 21, il think tank delle Agende 21, e fa parte della Commissione Mediterranea Sviluppo Sostenibile di UNEP. Segue le conferenze ONU sul Clima dalla COP13 del 2007, nella delegazione delle Autorità Locali.