La volpe sta dove non pensi
Come tutti i marchigiani pensavo che le nostre terre fossero un’isola felice dove non potevano esserci infiltrazioni mafiose, tanto più se abiti in un piccolo Paese che, per giunta, si chiama Isola del Piano (PU). Un Paese che ha dato i natali al biologico italiano e che, per la maggior parte, è composto da Contadini, gente laboriosa e profondamente onesta.
Da noi c’è un detto “la volpe sta dove non pensi” e dove era la volpe ce lo disse in una fredda mattina di marzo, del 2002, Carlo Spitoni, Ispettore di Polizia di Lecco che, la notte prima, in un’operazione denominata “Sciacallo” aveva arrestato sedici componenti della banda, un’organizzazione criminale che gestiva lo spaccio della droga, estorsioni.
Il capo di questa organizzazione criminale si era stabilito in una zona periferica del comune agli inizi degli anni ’80, si chiamava Cantoni ed era originario di Erba. Attorno alla sua villetta sorsero una serie di pertinenze tutte abusive, costruì muri di recinzione e installò telecamere attorno alla sua villa, oltre ad avere 4 rottweiler liberi nella sua tenuta. Nel 2005 il Tribunale di Lecco condannò lui e sua moglie a 18 e 10 anni.
All’amministrazione comunale venne comunicata la possibilità di utilizzare il bene confiscato per fini sociali, questo determinò un’accesa discussione tra favorevoli all’utilizzo e contrari, che dicevano che sarebbero stati solo ulteriori problemi. Allora puntai i piedi, minacciando le dimissioni da vicesindaco, domandai agli altri consiglieri se considerassero la morte Pio La Torre, Peppino Impastato, Giovanni Falcone e Paolo Borsellino come un sacrificio inutile, visto che una pubblica amministrazione non aveva il coraggio di fare scelte legali e di giustizia. Nel 2011, finalmente, avviene l’assegnazione definitiva. Ed è così che dopo pochi mesi da primo cittadino decido di organizzare insieme all’associazione “Libera contro le mafie” il primo campo estivo, cosa che ripetemmo da allora ogni anno. Uno dei campi più interessanti coinvolse i nostri ragazzi che insieme ai detenuti del carcere di Pesaro piantarono gli ulivi, rimettendo a posto la casa. Insieme a loro i magistrati che li avevano condannati. La linea che divide la legalità dall’illegalità è sottile: questo era il messaggio di quel campo, una esortazione a restare vigili. Quell’anno vennero anche le famiglie dei detenuti: la mattina si lavorava, il pomeriggio si facevano i dibattiti.
Pochi mesi dopo nasce l’idea di creare una Fattoria della legalità. Da allora ogni anno si piantano ulivi in memoria delle vittime innocenti di mafia. Grazie alla videoteca Memo di Fano, la Fattoria ottiene da diverse case editrici 101 volumi che spiegano la legalità ai ragazzi. È così che è nata anche la Biblioteca della Legalità. Da 101 sono diventati 202, 303, e questi libri girano per le scuole italiane.
Nel 2015 il Comune di Isola del Piano mette a bando l’assegnazione del bene che fino ad allora avevamo gestito direttamente. “Libera” vince con un progetto impostato sulla continuità con le iniziative precedenti. Il bene viene assegnato all’associazione “Fattoria della legalità”.
Ricevo una menzione speciale del Riconoscimento Pio La Torre, “per l’impegno profuso nel promuovere e diffondere la cultura della legalità e della responsabilità civile”.
Peppino Paolini, sindaco