Le istituzioni ricordano
Seduta congiunta dei Consigli Comunale e Provinciale di Parma. Nel Palazzo di Giustizia si rievoca la più inumana delle ingiustizie per l’anniversario della liberazione di Auschwitz.
“La politica si ferma per un giorno a riflettere: lo fa in una data simbolo a ricordo di quel 27 gennaio 1945 in cui le truppe dell’Armata Rossa entrarono nell’orrore del campo di sterminio di Auschwitz“: con queste parole il presidente del Consiglio comunale Marco Vagnozzi ha aperto la seduta congiunta convocata in Tribunale per celebrare il giorno della memoria.
Dopo il saluto di Pietro Rogato in rappresentanza del presidente del Tribunale, Feliciana, Valentina e Teresa, studentesse del liceo Marconi, hanno fatto rivivere il loro viaggio della memoria a Norimberga e Flossemburg.
Il sindaco Federico Pizzarotti, ricordando che da qualche anno la “giornata della memoria” viene celebrata in luoghi simbolo diversi – questa volta in tribunale, dove si amministra la giustizia – ha quindi richiamato il significato profondo della memoria di ciò che è stato, del “sapere e conoscere per ricordare, e comprendere per non dimenticare”, poi ha scelto di rievocare una persona semplice che ha fatto cose grandi, un operaio di San Pancrazio, Eugenio Banzola, partigiano trucidato a Felino, dopo aver opposto alla tortura il suo fiero silenzio, decorato con Medaglia d’Oro dal presidente Leone, “un uomo che ha scelto di vivere e morire per un ideale, che ha tracciato il cammino difficile sulla strada della libertà.
La memoria è lezione di vita”. Il presidente della Provincia Filippo Fritelli ha richiamato la necessità di “proiettare ciò che siamo stati per imparare qualcosa sull’oggi, di fare quindi della memoria una pratica di vita quotidiana”.
Giorgio Yehuda Giavarini, presidente della Comunità Ebraica di Parma, non ha usato giri di parole: “L’Islam radicale – ha detto – ha raccolto il testamento politico del nazismo” ed ha ricordato gli ebrei vittima di attentanti in Francia e in altri Paesi europei, lanciando un grido d’allarme insieme all’appello affinchè “la memoria non sia solo memoria”.
La celebrazione è stata conclusa dall’intervento di Marco Minardi, direttore dell’ISREC, che proprio nel Tribunale ha voluto ricordare le figure di due avvocati deportati e morti nei campi di sterminio: Augusto Olivieri, già sindaco di Parma, è stato deportato ed è morto a Gusen, un sotto-campo di Mauthausen, a 53 anni, il 5 maggio 1945, alla vigilia dell’arrivo delle truppe americane; Arnaldo Canali, di tre anni più giovane, antifascista e partigiano, è stato massacrato a colpi di scudiscio e cremato a Flossemburg.
Ai due avvocati, i colleghi nel 1947 hanno dedicato una lapide che si trova collocata all’ingresso del Tribunale di Parma, che oggi ha ospitato la cerimonia, a dimostrazione di come il seme della libertà abbia lasciato le sue tracce in tanta parte di Parma.