Liberi i piccoli di essere grandi
Un tavolo di scambio dedicato alle politiche giovanili si è svolto nei giorni scorsi all’interno del Festival Educante di Malegno (BS). Al festival si sono dati appuntamento alcuni amministratori di realtà virtuose nazionali per un confronto a tutto campo sulle politiche giovanili, in cui ognuno ha riportato quelle che sono le buone pratiche in atto nel proprio territorio, provando ad immaginare cosa promuovere insieme in futuro, promuovendo quelle contaminazioni tipiche di una realtà come l’Associazione Comuni Virtuosi.
A confrontarsi durante l’incontro “Liberi i piccoli di essere grandi” nella splendida cornice della Piazzetta Casari a Malegno sono stati Luca Ciotoli (consigliere comunale di Sestri Levante – GE), Asia Trambaioli (vicesindaco del Comune di Gaiba – RO), Jacopo Bassi (consigliere comunale di Crema – CR) e il padrone di casa Dario Pezzoni (consigliere comunale di Malegno – BS). Gli amministratori, tutti under 30, si sono lasciati con la promessa di far diventare questo appuntamento un processo di cambiamento permanente.
Pubblichiamo di seguito un estratto del verbale/documento e alcune riflessioni conclusive di Max Serra, il formatore che ha coordinato i lavori.
Tavolo Politiche giovanili – Malegno, venerdì 17 settembre
1) Racconto delle buone pratiche di politiche giovanili territoriali da parte dei Comuni Virtuosi
Luca Ciotoli- partecipazione e ascolto. Ha racconta dei workCafè e del documento programmatico che ne è uscito dagli incontri con i ragazzi che hanno trovato in questi luoghi, un punto di riferimento. L’azione amministrativa punta molto sulla loro partecipazione (ha chiesto lui stesso un cambio nome dalla “delega alle politiche giovanili” a “delega alla partecipazione”). Ha portato anche l’esperienza delle NASSE, sorta di consulta giovanile.
Asia Trambaioli – attività per evitare il depopolamento. Ha raccontato della difficoltà di trattenere i ragazzi in paesi piccoli e del capire come attivarli. Ha fatto gli esempi del doposcuola strutturato non solo come spazio compiti ma anche con laboratori (artistico, pratico, sportivo…) e di spazi sociali interamente dedicati ai giovani (cfr l’impianto sportivo di tennis su erba). Racconta di come, avendo creato questo luogo specifico (e quindi conseguente interesse anche da gente da fuori), molti ragazzi si sono attivati per il paese e spesso li si trova a fare volontariato negli orari extra-lavorativi presso i campi in erba o il bar del centro sportivo.
Jacopo Bassi – conflitto e assecondamento. Ha raccontato delle Consulte giovanili, che per Crema costituiscono sia fonte di idee innovative, ma al tempo stesso di “conflitto”. Spesso ci si scontra con proposte che non possono esser portate avanti dall’amministrazione, e questa cosa, soprattutto tra i giovani, rischia di far perdere spirito e passione. Seguendo alcune loro iniziative, provando ad assecondarli e provando anche a smuovere l’amministrazione verso temi sui quali i giovani sono più sensibili (esempio: recupero beni confiscati alla mafia), si è riusciti a mantenere queste consulte e ri-motivarle.
Dario Pezzoni -agio e politiche giovanili. Ha raccontato del progetto per la media Val Camonica, dedicato agli adolescenti dai 12 ai 20 anni. Gli obiettivi sono due: riportare all’attenzione l’agio e il tempo libero dei ragazzi con attività ed eventi per loro e pensati da loro, che ci siano durante tutto l’anno; sotto sotto, si vuole restituire il tempo perso con la pandemia. Il secondo obiettivo è quello di stendere con Comunità Montana, Azienda Territoriale Servizi alla Persona e Terzo settore, un patto sull’adolescenza come azione del piano di zona e secondo le idee dei ragazzi. Nel mentre, l’idea è quella di costituire un triplice livello per questo progetto: gli educatori delle cooperative coordinati sugli eventi e sulle attività costruite con i ragazzi, un tavolo di politiche giovanili camune formato da amministratori under 30 che raccolgano bisogni e necessità dal territorio e una cabina di regia con Comunità Montana, Azienda e Terzo Settore.
2) Divisione in gruppetti – Quali sono le potenzialità dei giovani? Cosa si può fare in più?
In un primo momento, questa divisione, è stata funzionale a raccontarsi meglio le esperienze e fare domande in particolare su come trattenere i giovani nei territori e cosa gli possa interessare. Ne esce una lettura condivisa sulla potenzialità: i giovani abitano i territori, sono potenzialmente generazioni interessate al futuro ma anche al presente.
Cosa si può fare?
– Riuscire ad offrire degli spazi abitativi a prezzi calmierati.
– Scambiarsi buone pratiche tra amministrazioni.
– Riuscire a comunicare meglio con e per i giovani. Spesso esistono già servizi e attività nei territori, ma faticano a farsi notare dai ragazzi.
– Immaginare di unire le forze tra comuni vicini per ottimizzare spazi.
– Calare sui territori le azioni (specificare a seconda del proprio territorio).
– Stare continuamente nel conflitto generazionale: andare verso i giovani.
– Coinvolgere le famiglie maggiormente (adulti responsabili).
– Responsabilizzare i ragazzi affidandogli spazi, attività, …
2.1) Quale ruolo hanno gli adulti?
– Devono dare spazio senza pensare che la non-esperienza sia un deficit e dare spazi (fondamentale trovare spazi dove potersi esprimere,creare…).
– Avere adulti che spiegano gli errori.
2.2) Cosa accomuna le esperienze portate qui?
– passione per i propri paesi;
– dialogo e voglia di dialogare;
– speranza di poter migliorare il proprio paese.
APPUNTI Formatore – Max Serra
Capacità di farsi domande più e prima di cercare risposte. Forte consapevolezza del potere e della freschezza dei giovani. Capacità di leggere i bisogni sapendo che i migliori lettori sono, spesso, i portatori di bisogni. Idea convinta della necessità di valorizzare concretamente, visibilmente e sostanzialmente i giovani.
Sarà un caso se molti degli amministratori locali dei Comuni Virtuosi sono giovani? Emerge con chiarezza che la comunità è considerata una risorsa e non un luogo dove arrivano richieste di intervento. Ogni singolo cittadino è potenzialmente una risorsa: aiutarlo a rendersene conto parte dal trasmettere un’idea di senso civico individuale e collettivo.
Capacità di utilizzo di una molteplicità di sguardi: individuali, collettivi, di prossimità, da distanza, da posizione eccentriche.