L’illuminazione pubblica di Castel del Giudice
Di Castel del Giudice ci eravamo occupati esattamente un anno fa. Il borgo dell’Appennino molisano era ripartito da tre: un meleto, una Rsa e un albergo diffuso al posto di terreni e strutture abbandonati. Tre progetti di recupero che hanno permesso alla piccola, coesa comunità e al gruppo di amministratori che la gestiscono di resistere alla deriva fantasma delle aree interne e di diventare un modello di rinascita per tutti i borghi italiani, riconoscimento ufficializzato con il Premio Vassallo 2014 al sindaco Lino Gentile.
La seconda vita di Castel del Giudice è appena iniziata e il borgo nel frattempo non si è seduto sugli allori. Il comune molisano ha infatti inaugurato un impianto di illuminazione pubblica intelligente: i lampioni Meridio, sviluppati dalla marchigiana Menowatt Ge, oltre che strumenti di illuminazione sono dei punti multifunzionali che permettono, grazie alla tecnologia radio, non solo di telegestire e controllare la luce, ma anche di monitorare il livello di polveri sottili, l’inquinamento acustico, di controllare lo stato dei cassonetti della spazzatura e di rilevare il consumo idrico.
L’amministrazione comunale ha approfittato di un bando regionale che metteva a disposizione fondi europei per rinnovare nel segno dell’efficientamento energetico, e invece di fare un tradizionale bando al ribasso ha deciso di farne uno ad offerta migliorativa. Menowatt Ge ha risposto con un progetto superiore allo standard, cioè Meridio.
È il sindaco Lino Gentile a spiegare quanto soprattutto la rilevazione del consumo idrico sia importante: «Dobbiamo rispettare una direttiva dell’Authority per l’Energia che ci impone la lettura semestrale dei consumi idrici e i comuni piccoli hanno più difficoltà perché ci sono molte abitazioni chiuse, l’accesso è difficile». La lettura automatica consente non solo di fare un bilancio, ma anche di monitorare e intervenire in caso di guasti.
Il risparmio energetico è assicurato. «Abbiamo già simulato nei primi sette mesi un risparmio del 54% – continua Gentile – tutto quello che risparmiamo vogliamo investirlo in nuove occasioni di sviluppo e di occupazione, stiamo anche creando una cooperativa di comunità».
Per Stefano Ciafani di Legambiente, che nell’ambito della campagna “Voler bene all’Italia” si occupa di valorizzare i piccoli comuni incoraggiando lo sviluppo sostenibile, Castel del Giudice è ancora una volta un caso da esportare: «In Italia abbiamo molti campioni ma non abbiamo squadre. Ci sono esperienze straordinarie di raccolta differenziata, a Milano e Parma, ma anche in diverse città del Sud, abbiamo società che realizzano ottimi impianti, eppure invece di sostenere questi “campioni” ci si inventa cose demenziali come l’ultimo decreto del governo che prevede la realizzazione di otto nuovi impianti d’incenerimento, quando quelli di Torino e Parma non sanno cosa bruciare. I piccoli comuni come Castel del Giudice invece dimostrano che si possono fare le cose per bene e risparmiare».
Adriano Maroni della Menowatt Ge, di cui è azionista al 10% la stessa Legambiente, ci tiene a sottolineare che l’azienda brevetta e produce interamente in Italia. «Castel del Giudice è il primo paese d’Europa che con i pali della luce controlla l’acqua, e Meridio si prepara anche a controllare i contatori del gas».
I piccoli comuni, spina dorsale del Paese, possono portare innovazione e progresso su tutto il territorio scambiandosi e diffondendo buone prassi e idee, come fanno quando si uniscono in reti come quella dell’Associazione Borghi Autentici d’Italia o dei Comuni Virtuosi, di cui Castel del Giudice fa parte.
Se, come assicurano Sandra Scarlatelli della Regione Molise e il professor Livio de Santoli dell’Università La Sapienza di Roma, che ha curato il piano energetico regionale del Molise, l’obiettivo è quello di rendere il Molise una regione totalmente decarbonizzata entro il 2035, Castel Del Giudice può contribuire attivamente a raggiungere il traguardo.
Articolo di Valentina Gentile. Fonte: La Stampa Tuttogreen