L’integrazione del fare
I richiedenti asilo ospitati a Capannori (LU) contribuiranno a rendere più belle le frazioni. Saranno costituite squadre speciali, a partire da un primo nucleo di dieci giovani migranti volontari, il cui obiettivo numero uno sarà il decoro. Parcheggi e aree a verde, giardini delle scuole e altre zone sensibili saranno ripuliti da erbacce, rifiuti e altri elementi di criticità. Il tutto avverrà in sicurezza e sotto il coordinamento degli uffici comunali, a cui spetterà il compito di individuare le zone che necessitano degli interventi.
E’ questo il progetto di integrazione sociale che l’amministrazione comunale, in collaborazione con la Cooperativa Odissea, metterà in campo entro il mese di luglio.
“Siamo fermamente convinti che per rendere una comunità più coesa sia importante che tutti contribuiscano al suo bene – afferma l’assessore alle politiche sociali, Ilaria Carmassi -. Per questo riteniamo particolarmente prezioso favorire l’impegno dei richiedenti asilo che il territorio ospita. Contribuire al decoro dei nostri paesi è per loro gratificante, perché possono rendere un servizio alla comunità. Per l’amministrazione comunale, oltre al fine dell’integrazione sociale, c’è anche l’obiettivo di valorizzare i luoghi pubblici, come i giardini, particolarmente apprezzati dalle persone nei mesi più caldi dell’anno, e le scuole. La popolazione, quindi, potrà presto vedere concretamente gli effetti positivi di questo progetto di integrazione la cui formula è già stata sperimentata a Capannori con la collaborazione delle associazioni”.
Prima di essere impegnate ad effettuare le opere, le squadre di migranti saranno formate grazie a specifici corsi di formazione in cui si insegneranno, fra l’altro, le tecniche e le misure di sicurezza.
A Capannori i richiedenti asilo sono stati impegnati già in altre occasioni per curare i luoghi pubblici, come il parco della Casa della salute e il parco pubblico di Capannori in occasione di “Puliamo il mondo”. Con questo progetto, quindi, le persone che scappano da guerre, da persecuzioni politiche o altro, possono essere impegnate in opere di utilità sociale.