L’Italia dei piccoli comuni
Un interessante articolo racconta un’altra verità sulla forza e le potenzialità dei piccoli comuni italiani.
Un’Italia piccola ma dall’anima profonda che va dalle Alpi agli Appennini per arrivare alle isole minori: è l’Italia dei 5.627 piccoli comuni al di sotto di 5.000 abitanti, pari al 69,9% del totale dei comuni del Belpaese (8.047). Di questi sono 2.430 quelli che soffrono un forte disagio demografico ed economico, piccoli borghi che occupano il 29,7% della superficie territoriale nazionale, oltre 89mila kmq, una densità abitativa che non raggiunge i 36 abitanti per kmq quasi 13 volte meno rispetto ai comuni sopra i 5mila abitanti.
È quanto emerge dallo studio “Piccolo (e fuori dal) comune. I piccoli comuni” realizzato da Sandro Polci (responsabile dello studio, partner Cresme Consulting) con Roberto Gambassi, presentato oggi a Roma in occasione del convegno “La modernità dei piccoli comuni”, organizzato da Legambiente e dall’Anci per fare il punto sulle realtà minori, lanciare proposte per il loro popolamento e una efficace rivitalizzazione, illustrare le buone pratiche messe in atto da molti di questi centri come quello di Montepigliano e di Acquaformosa.
Negli ultimi 25 anni (dal 1991 al 2015) in questi territori si è registrato un calo della popolazione attiva (675mila abitanti in meno, cioè il -6,3% nei comuni sotto i 5000 abitanti), 1 su sette se ne è andato, un aumento di quella anziana (gli ultra 65enni a fronte dei giovani fino ai 14 anni sono aumentati dell’83%), con oltre 2 anziani per 1 giovane. Le case vuote sono 1.991.557 contro le 4.345.843 occupate: una ogni tre è vuota. Ai dati negativi relativi al disagio demografico, si aggiungono quelli legati alla capacità ricettiva: negli ultimi 25 anni l’ospitalità turistica è cresciuta di appena 21%, passando da 1,12 milioni di posti letto a 1,36. In particolare i piccoli comuni si dimostrano circa 4 volte turisticamente meno produttivi, considerando offerta di posti letto e tasso di utilizzazione.
Nonostante il quadro complessivo poco rassicurante, i piccoli comuni rimangono luoghi di grandi opportunità e innovazioni che hanno bisogno però di interventi mirati e strategie a lungo termine. Soprattutto bisogna puntare sulle opportunità residenziali, turistiche e agricole, che se valorizzate, potrebbero dare nuovo futuro a questi territori.
BUONE PRATICHE. Da nord a sud del paese, sono molti i piccoli comuni che fanno scuola dimostrando che è possibile contrastare il disagio insediativo puntando su tradizione e innovazione, sulla tutela dell’ambiente, sulla rigenerazione del patrimonio abitativo, sull’uso delle rinnovabili, dando avvio ad un’economia circolare che parte del basso coinvolgendo comunità e cooperative. Buone pratiche, ma anche filiere green pensate riassunte e raccontate del “Quaderno Green 2016”, di Legambiente e Legacoop presentato oggi durante il convegno per parlare anche di piccoli comuni ed economia circolare.
Il comune di San Lorenzo Bellizzi (CS), situato all’interno del Parco del Pollino e che conta poco più di 660 abitanti, ha utilizzato alcuni terreni, ceduti a titolo gratuito ad alcune cooperative agricole locali, per realizzare 15 MW di impianti fotovoltaici su serre. Le entrate derivanti dal Conto Energia, circa 80.000 euro l’anno, sono state ridistribuite in questi anni alla cittadinanza attraverso l’esenzione della TASI.
“Il sistema di illuminazione pubblica riveste un ruolo centrale nel percorso da intraprendere per migliorare ed efficientare il territorio – ha sottolineato Adriano Maroni, amministratore delegato di Menowatt Ge – La pubblica illuminazione è un asset strategico e fondamentale per lo sviluppo di tanti servizi comunali tali da rendere intelligente il rapporto con il territorio. Un appello agli amministratori locali: non perdiamo questa eccezionale possibilità”. L’azienda ha infatti sviluppato tecnologie che non solo abbattono i consumi ma trasformano il punto luce in un hub che riceve e trasmette informazioni essenziali per la vita della città.
REALACCI: LA PROPOSTA DI LEGGE SARA’ VARATA LA PROSSIMA SETTIMANA IN COMMISSIONE. “I nostri Piccoli Comuni non sono un’eredità del passato, ma una straordinaria occasione per difendere la nostra identità, le nostre qualità e proiettarle nel futuro. Un’idea ambiziosa di Italia, infatti, passa anche dalla giusta valorizzazione di territori, comunità e talenti. E’ questo il presupposto”, ha sottolineato il presidente della commissione Ambiente della Camera, Ermete Realacci, “da cui parte il testo unificato per il sostegno e la valorizzazione dei Piccoli Comuni nato a partire da una mia proposta di legge e da quella analoga della collega Terzoni, che è in discussione alle Commissioni riunite Ambiente, Territorio e Lavori Pubblici e Bilancio della Camera e di cui sono relatori i colleghi Enrico Borghi, Tino Iannuzzi e Antonio Misiani. Questo testo è un’opportunità per tutto il Paese per proporre un’idea di sviluppo che coniuga la cultura e i saperi tradizionali con l’innovazione, la diffusione delle tecnologie della comunicazione e la green economy. L’intenzione è di approvare nella prossima settimana alle Commissioni riunite V e VIII questa proposta di legge per andare presto in Aula. È una legge su cui con Legambiente lavoriamo da tempo anche con la campagna Voler Bene all’Italia”.
Queste, spiega Realacci, “le misure principali:
– diffusione della banda larga e misure di sostegno per l’artigianato digitale;
– semplificazione per il recupero dei centri storici in abbandono o a rischio spopolamento da riconvertire in alberghi diffusi;
– interventi di manutenzione del territorio con priorità alla tutela dell’ambiente;
– messa in sicurezza di strade e scuole e interventi di efficientamento energetico del patrimonio edilizio pubblico;
– acquisizione e riqualificazione di terreni e edifici in abbandono;
– possibilità di acquisire case cantoniere e tratti di ferrovie dismesse da rendere disponibili per attività di protezione civile, volontariato, promozione dei prodotti tipici locali e turismo;
– realizzazione di itinerari di mobilità e turismo dolce;
– dotazione dei servizi più razionale ed efficiente, possibilità per i centri in cui non ci sono uffici postali di pagare bollette e conti correnti presso gli esercizi commerciali;
– interventi in favore dei cittadini residenti e delle attività produttive insediate nei piccoli comuni;
– promozione delle produzioni agroalimentari a filiera corta.
Per le aree oggi in condizioni di maggior difficoltà è previsto uno specifico stanziamento di 100 milioni per il periodo che va dal 2017 al 2023”.