Transizione energetica sostenibile: fare parlare i territori
I Comuni Virtuosi scrivono al Ministero dello sviluppo economico: «Pronti a contribuire al Piano per la transizione energetica sostenibile delle aree idonee».
L’Associazione Nazionale dei Comuni Virtuosi, che ad oggi rappresenta più di cento Enti locali impegnati nella quotidiana affermazione e sperimentazione di buone pratiche di sostenibilità ambientale e sociale, ha chiesto al Ministero dello sviluppo economico di poter partecipare al Tavolo che dovrà redigere il PiTESAI, ossia il Piano per la transizione energetica sostenibile delle aree idonee, e, ancor prima, di definire e condividere i relativi criteri di valutazione.
Di questo Piano in realtà si cominciò a parlare fin dal 2014 e 2015. In particolare, da quando esplosero aspre reazioni nei confronti dello Sblocca Italia, il decreto che conteneva l’abrogazione del divieto di attività estrattive di idrocarburi liquidi e gassosi nel Golfo di Napoli, nel Golfo di Salerno e nelle Isole Egadi, e dalla previsione nella legge di stabilità di un Piano delle aree, uno strumento di programmazione e razionalizzazione da destinare alle attività petrolifere che avrebbe dovuto tener conto delle politiche energetiche, ambientali e di governo del territorio.
A distanza di quattro anni e a seguito dei ripensamenti governativi, dei ricorsi di alcune Regioni e delle proteste innescate nell’opinione pubblica dal rilascio di tre permessi di ricerca nel Mar Jonio, su iniziativa del Governo è stato inserito nella legge di conversione del Decreto Semplificazioni (Legge 12/2019) la norma che prevede l’adozione del Piano per la transizione energetica, la cui approvazione è prevista per il 13 agosto 2020.
La sua finalità è quella di individuare un quadro omogeneo di riferimento delle aree per consentire lo svolgimento delle attività di prospezione, ricerca e coltivazione di idrocarburi sul territorio nazionale. Perché l’obiettivo sia coerente con i propositi della legge, occorre però che la partecipazione dei governi locali venga assunta dal Ministero quale elemento necessario e dirimente per la redazione del Piano e per la condivisione e definizione dei criteri di valutazione. Sotto questo aspetto, le Regioni e i Comuni, essendo portatori di esperienze e conoscenze, sono potenzialmente in grado di restituire una descrizione esatta dei territori. E soprattutto di evidenziare bisogni, ricchezze e fragilità meglio di qualsiasi altro.
Bengasi Battisti, Direttivo nazionale