Trovare un’altra strada
La nostra epoca è figlia di un profondo cambiamento. Talmente profondo che perfino gli eterni elementi della natura ne sono stati modificati. Terra, aria e acqua non sono più i ricettacoli miracolosi della vita descritti millenni or sono dal libro della Genesi.
Il pensiero scientifico e lo sviluppo tecnologico hanno progressivamente trasformato il perenne desiderio di proteggersi dai loro sommovimenti imprevedibili in un’ossessione di dominio, e la pratica economica l’ha tradotta in uno strumento univocamente rivolto allo sfruttamento ed al profitto. Senza curarsi del fatto che, in un ciclo autodistruttivo, all’arricchimento dell’uomo corrispondesse un proporzionale impoverimento del suo mondo.
Oggi il rischio della catastrofe è concreto, quotidianamente tangibile, e alle piaghe sta succedendo l’esodo. Il nostro tempo è travagliato dalla più grande migrazione che la storia abbia conosciuto. Forse, è giunto il tempo di chiedersi se non sia possibile trovare la strada per un nuovo Eden solamente grazie allo sguardo meravigliato degli artisti, di coloro che provano ad esprimere la qualità della natura senza pesarne la mera quantità. La strada per un giardino dove l’immaginazione sostituisca il calcolo, il bello prenda il posto dell’utile ed il buono quello del molto. Il Terzo Giorno è il racconto per immagini di questo percorso mentale che va dalla Creazione all’Eden attraverso le peripezie dell’esodo su un pianeta estenuato. Un racconto fatto di analogie e non di logica, di visioni e non di concetti, di meraviglia e non di speculazione. Un percorso nel quale l’arte è proposta come la strada maestra che lo spirito segue per attraversare la natura e penetrarne il prezioso mistero.
Il Terzo Giorno è la prima in Italia ad avere un approccio ‘for benefit’: il 50% degli incassi della biglietteria saranno restituiti al Comune di Parma che finanzierà il “Km Verde”, progetto di sostenibilità ambientale.
La mostra vuole offrire alla città uno sguardo nuovo e inaspettato sul tema della sostenibilità. Ad una denuncia scientifico ecologistica sostituisce una narrazione evocativa e poetica. Accompagna lo spettatore attraverso un percorso catartico che inizia con Il Terzo Giorno della Genesi, la nascita della natura e delle specie vegetali (Genesi 1,3), attraversa la creazione, la distruzione, il superamento, il nichilismo, fino ad un ritorno alla natura, in un andamento palingenetico sull’onda della sensazione. Il percorso espositivo è costituito da immagini fotografiche, installazioni, opere realizzate in situ e dipinti, coinvolgendo artisti di fama internazionale che spaziano dall’arte povera alla fotografia d’autore, dalla performance art alle installazioni sonore. Marina Abramović, Mario Merz, Gilberto Zorio, Gabriele Basilico, Sebastião Salgado, Mario Giacomelli, Gavin Turk, John Isaacs sono solo alcuni dei nomi che guideranno lo spettatore durante la narrazione progettata dal curatore Didi Bozzini.
Secondo la teoria dei Planetary Boundaries elaborata da Johan Rockstrom e come pubblicato dalla rivista Nature in un contributo da parte dei 29 maggiori scienziati della scienza del Sistema Terra, la capacità di resilienza del pianeta ha 9 soglie, superate le quali la possibilità di cambiamenti imprevisti e assolutamente irreversibili metterebbe a rischio la sopravvivenza stessa dell’umanità.
Ad oggi 4 delle 9 soglie sono già state sorpassate. È necessario e urgente quindi ripensare alcuni paradigmi che, dall’epoca industriale in poi, influenzano il modo in cui l’umanità immagina se stessa e il proprio futuro sulla Terra: l’era dello sviluppo sostenibile deve iniziare da oggi.
Nel settembre 2015, i governi dei 193 paesi membri dell’ONU hanno sottoscritto l’Agenda 2030: un piano di sviluppo sostenibile comune, da raggiungere entro quindici anni, articolato in 17 obiettivi denominati SDGs (Sustainable Development Goals). Rispetto al precedente programma, l’Agenda 2030 invita all’azione e alla collaborazione tutti gli attori, quindi non solo i governi, ma anche i civili e le imprese.
Questa mostra riflette, attraverso l’opera di artisti di diverse estrazioni e generazioni, sugli impatti che oggi soffrono il nostro pianeta e le persone che lo vivono, perché questa consapevolezza possa generare un circolo virtuoso di speranza e impegno.