Una sola app per tutte le città
Spesso, in occasione della pubblicazione delle classifiche sulla qualità della vita nelle città italiane, viene sollevato il problema che le nostre comunità, per i servizi garantiti – mobilità, illuminazione, rifiuti, burocrazia – non siano ancora “smart”, ossia non siano capaci di fornire ai cittadini, anche con l’aiuto delle nuove tecnologie digitali, servizi trasparenti ed efficienti, sostenibili e funzionali. Con l’illusione, talvolta, soprattutto per alcuni amministratori, che basti un app per mascherare strutturali criticità o inadempienze, quando, in realtà, essendo un problema soprattutto culturale, una città sulla base di una chiara visione può diventare smart se lo diventano, corresponsabilmente, anche i propri cittadini. E un contributo fondamentale nella costruzione di un Paese migliore, più moderno e attrattivo, arriva dalla Puglia. Da una delle migliori imprenditrici italiane, note anche per la partecipazione alla trasmissione televisiva Shark Tank dello scorso anno, Mariarita Costanza del Gruppo Macnil – Zucchetti, alla quale abbiamo rivolto alcune domande.
Come e perché avete deciso di occuparvi di mobilità e, in particolare, di quella sostenibile?
Ci siamo trovati nel mondo della mobilità direi per caso avendo partecipato ad un progetto di ricerca per il Comune di Bari (già impegnato nella redazione dell’Agenda Digitale, nda): l’obiettivo era fornire al cittadino uno strumento per verificare in tempo reale dal proprio smartphone la condizione del traffico nelle strade urbane, con la possibilità di scegliere tra un mezzo pubblico e la propria auto. Da qui la nascita della prima versione dell’app Infosmartcity. Approfondendo il tema, ci siamo resi conto che si era aperto tutto un mondo dietro il concetto di mobilità e oggi questa non può che essere sostenibile. La mobilità del futuro deve affrontare un obiettivo su tutti: sfruttare al meglio le risorse disponibili in modo da ridurre al minimo l’impatto ambientale. Questo lo si può fare solo riguardando il nostro modo di pensare agli spostamenti, ripensando al nostro rapporto con l’auto. La tecnologia può fare davvero tanto in questo senso, poiché può fornire gli strumenti per raccogliere informazioni e dati da elaborare, costruendo poi strategie “smart” in grado di adattare le esigenze del singolo con quelle della collettività. E’ questo il motivo per cui abbiamo scelto di lavorare nel campo della mobilità sostenibile, disponendo di tutto il know how teorico e tecnologico necessario per realizzare idonei strumenti per i Comuni.
Non solo mobilità, tuttavia. Quali le caratteristiche, tecniche e funzionali, della nuova versione dell’app Infosmartcity?
Quello della mobilità è stato solo il pretesto per entrare nel mondo delle Smart Cities. Abbiamo cominciato a lavorare sul comune di Bari, ma ci siamo resi conto che le esigenze sono le stesse per un cittadino di Bari come per uno di Milano, Torino, Roma. Oggi lo strumento più diffuso nella fascia di età che va dai 5 ai 75 anni è lo smartphone. Motivo per cui nelle varie città sono disponibili diverse app, ciascuna utile per fruire di particolari servizi. In ogni città esistono in media 10 app. L’idea innovativa di Infosmartcity è quella di avere una sola app per tutte le città: io cittadino di Bari, se vado a Roma non devo scaricarmi altre app per usufruire dei servizi disponibili, così se vado a Milano o a Torino o in qualunque altra città. In ogni città avrò una varietà differente di servizi disponibili, tutti fruibili attraverso l’app. Dalla mobilità, perciò, siamo arrivati a offrire informazioni su zone e orari per la raccolta differenziata, sulle strutture sanitarie come ospedali, centri medici e veterinari, di tipo turistico come gli hotel, ma anche di tipo commerciale come ristoranti o pizzerie. Notizie utili sia per la quotidianità, sia eventualmente per le emergenze: l’app Infosmartcity, infatti, è anche un canale di comunicazione diretta tra la pubblica amministrazione e i cittadini, quando occorre veicolare per esempio in tempi rapidissimi le segnalazioni della Protezione Civile.
Quanti comuni hanno finora adottato la vostra tecnologia? Se e quali sono le criticità che avete riscontrato finora?
Oggi in Infosmartcity ci sono circa 30 comuni. La criticità più grande che si incontra è quella di “educare” gli amministratori all’utilizzo del digitale, far capire loro le potenzialità e l’importanza di un sistema digitale in cui siano aggregati e centralizzati tutti i dati relativi alla gestione dei vari servizi disponibili al cittadino. Sono stati fatti, tuttavia, dei grandi passi in avanti in questa direzione, con diverse pubbliche amministrazioni più predisposte all’innovazione digitale, che produce poi anche innovazione sociale.
Trasformare i nostri centri urbani in smart city, prima che tecnologico, è un problema socio-culturale? Come ritenete possa essere favorito e accelerato questo processo orientato ad accrescere la qualità della vita nelle nostre città?
Assolutamente sì. Si tratta solo di un processo socio-culturale, il che richiede sicuramente tempo e pazienza. La cosa da fare è quella di divulgare sempre più le potenzialità e far comprendere i benefici derivanti dall’innovazione tecnologica, magari semplificando il processo di apprendimento con dei case history. Non bisogna fare l’errore, però, di assumere come case history città estremamente “smart”, come quelle del nord Europa, per evitare di essere poco credibili inizialmente agli occhi di chi è lontano dal mondo digitale. Vanno assunti obiettivi concreti, efficaci e facilmente realizzabili.
Ci sono o ci saranno, infine, nel prossimo futuro, altre vostre applicazioni “green”?
Noi siamo convinti che il futuro è “green”, per cui sicuramente lavoreremo molto in questa direzione. La nostra specializzazione è quella di raccogliere dati. Sulla base dei dati raccolti, elaborarli e mettere su servizi che rendano smart la vita all’utente, ma soprattutto che riducano al minimo l’impatto ambientale. Questa per noi oggi è la mission.
Giuseppe Milano, ingegnere edile – architetto e giornalista ambientale