Plastica, la riciclabilità si valuta con RecyClass
Evitare che le materie plastiche non siano altro che rifiuti conviene, ed è ormai necessario.Lo testimoniano fonti sempre più numerose. Strumento utile a tal fine è RecyClass
Nell’ambito corso della fiera annuale di InterPack 2014 a Düsseldorf, a maggio è stato lanciato ufficialmente RecyClass, un sistema di valutazione della riciclabilità degli imballaggi di plastica. Sviluppato da Plastic Recyclers Europe (PRE), l’associazione che raggruppa l’80% dell’industria europea del settore del riciclo di materie plastiche.
Durante la conferenza di presentazione “Let’s work together on plastics packaging design”, l’allora commissario europeo per l’Ambiente, Janez Potočnik attraverso un video intervento ha espresso un concetto chiave che, anche se ampiamente noto quanto disatteso, dovrà guidare il modus operandi delle aziende manifatturiere. “Il riciclaggio inizia nella fase di progettazione del prodotto. La sostenibilità della plastica si concretizza attraverso una migliore progettazione dei prodotti realizzati con materie plastiche”.
Temi come l’eco design e l’applicazione di modelli di economia circolare nella progettazione di prodotti e cicli produttivi diventeranno sempre più ricorrenti nelle prossime comunicazioni “verdi” della Commissione Europea.
LO STATO DELLE COSE
In un pianeta con il 60% dei servizi ecosistemici fortemente degradato sfide ambientali come il riscaldamento climatico, l’aumento della popolazione con oltre tre miliardi di nuovi consumatori della classe media da qui al 2050 richiedono infatti cambiamenti radicali del business as usual e degli stili di vita e di consumo dei cittadini. Altrimenti i rischi sono altissimi.
Ad esempio, lo studio delle Nazioni Unite “Valuing plastic“ redatto da Plastic Disclosure Project -presentato a Nairobi il 23 giugno scorso- ha calcolato in 75 miliardi di dollari l’impatto finanziario annuale derivato dall’utilizzo della plastica da parte delle imprese. Oltre il 30% di questi costi viene causato dalle emissioni di gas serra relative ai processi di estrazione e il trattamento delle materie prime. Tra gli effetti, invece, a valle dell’attuale gestione della plastica il costo riferito al solo inquinamento marino viene quantificato in almeno 13 miliardi di dollari.
Dunque, la plastica è il materiale sul quale si deve prioritariamente intervenire dal momento che si tratta anche del materiale più usato negli imballaggi e quello che viene meno riciclato in assoluto. In Europa siamo al 26% come media.
Se si considera che i target di riciclo comunitari al 2020 per i materiali (50% di riciclo sull’immesso al consumo) verranno innalzati, è evidente che la prevenzione in fase di progettazione rappresenta la precondizione per poter raggiungere l’obiettivo. Per gli imballaggi si parla di un nuovo target di riciclo intorno al 70% per la plastica e del 80% per gli imballaggi costituiti da altri materiali.
CLASSI DI RICICLABILITA’
La piattaforma sviluppata da PRE permette ai progettisti di packaging di valutare la classe di riciclabilità di un particolare tipo di imballaggio, sia esistente che in fase di progettazione, in pochi passi consultando il tool online del sito recyclass.eu. Dopo essersi registrati si può accedere alla procedura e inserire i dati richiesti circa l’imballaggio che si vuole testare. A fine procedura l’utente riceve il responso sulla classe di riciclabilità che va dalla lettera A alla F. Un imballaggio facilmente riciclabile ottiene una “ A” mentre un imballaggio che non è riciclabile e può essere smaltito solamente nei termovalorizzatori o in discarica ottiene una “F”.
Il programma evidenza inoltre i punti critici del design e della composizione dell’imballaggio, cambiando i quali è possibile migliorare la classe di riciclabilità. Se l’utente intendesse usare questo risultato per differenziare il proprio prodotto/imballaggio dovrà far certificare la propria valutazione da un auditor accreditato, secondo uno schema europeo in corso di creazione; in questo caso potrà poi fregiarsi di un apposito logo da apporre all’imballaggio certificato.
LE VIRTU’ DEL SISTEMA IN DETTAGLIO
Abbiamo chiesto a Paolo Glerean di Aliplast, coordinatore europeo del progetto, ulteriori precisazioni su RecyClass.
Perché avete sviluppato questo sistema?
Oggi si assiste a un continuo aumento della complessità del packaging, che viene principalmente progettato tenendo conto dell’aspetto estetico, oltre che delle caratteristiche necessarie per garantire la shelf life e un’ottimizzazione in fase di trasporto e stoccaggio. Quello di cui si tiene pochissimo conto è del suo fine vita, elemento che porta a supporre che l’imballaggio venga spesso progettato senza alcuna conoscenza della sua riciclabilità.
Uno studio recente commissionato a Bios Intelligence Service indica il potenziale economico che potrebbe generarsi in Europa e in Italia. Se in Europa, si raccogliesse e si riciclasse localmente più plastica, passando dall’attuale tasso medio di riciclo del 26% al 62% ,si creerebbero 360.000 posti di lavoro in più, mentre i risparmi ottenibili sono valutabili in 4,5 miliardi di euro/anno per le industrie di trasformazione qualora utilizzassero plastiche riciclate al posto di plastiche vergini. Lo scopo è quello di far salire nella scala di priorità dei progettisti il valore della riciclabilità dell’imballaggio plastico, dando ai progettisti uno strumento concreto per misurarla e migliorarla.
Su quale know-how si basa RecyClass? Quali gli altri campi di applicazione?
Si basa sulle migliori tecnologie di selezione/riciclo disponibili applicate agli attuali canali di riciclo esistenti in Europa, sulle linee guida di design per il riciclo esistenti e su come operano attualmente i mercati del riciclaggio. Il lavoro di classificazione fatto in base al grado di riciclabilità degli imballaggi potrebbe essere particolarmente interessante per i “Collection Schemes”, ovvero gli enti che gestiscono su basi nazionali la raccolta degli imballaggi. La determinazione delle classi di riciclo di RecyClass potrebbe costituire un criterio oggettivo utile anche per definire le soglie per le quote differenziate di contributo ambientale.
Chi immette imballaggi al consumo più riciclabili potrebbe pagare quote più basse. Al contrario chi immette imballaggi meno riciclabili o non riciclabili affatto, potrebbe pagare quote più elevate come già avviene in alcuni paesi europei.
Questo consentirebbe di incentivare concretamente tutti verso l’utilizzo di imballaggi più riciclabili. Il fatto che ciò avvenga con un unico standard europeo di valutazione permetterebbe un’uniformità di trattamento nel mercato unico europeo, con evidenti vantaggi.
Articolo di Silvia Ricci tratto da GDOWEEK nr.12 del 5 settembre 2014