Monte San Vito
Il Comune di Monte San Vito si trova a 135 metri s.l.m. e si erge sulla sommità di una collina, compresa fra i torrenti Guardengo e Triponzio. Il territorio risulta frequentato già dal paleolitico e molti dei ritrovamenti avvenuti (manufatti di selce, facciali, utensili vari) si trovano oggi esposti presso il Museo Preistorico Etnografico “Pigorini” di Roma e presso il Museo Archeologico Nazionale delle Marche di Ancona.
Le origini di questo importante e conteso castello vengono fatte risalire a due antichi castelli: Castel San Pietro e Bitodunum, poi diventato Vitodunum. Quest’ultimo fu fondato probabilmente dai galli senoni intorno al 4° sec. a. C..
Il primo documento scritto in cui Monte San Vito viene menzionato risale al 1053, mentre, con la pubblicazione del diploma del 1177, emanato da Federico I il Barbarossa, il Comune assume un rilievo storico non indifferente, poiché il paese viene posto sotto il diretto dominio dell’Imperatore.
In seguito alla morte dell’Imperatore, la comunità monsanvitese ritornò sotto la giurisdizione della Diocesi di Senigallia, che poi cedette, in seguito ad accordi, la giurisdizione alla città di Jesi; ma il dominio di Jesi sul castello fu oggetto per lunghi anni di aspre contese con la città di Ancona.
Agli inizi del XV sec. il castello fu occupato dai Malatesta, che consolidarono la fortificazione, costruendo una rocca che ora è inglobata nel Palazzo del Municipio.
Purtroppo le diatribe fra Ancona e Jesi durarono ancora per decenni e terminarono quando Leone X dei Medici assegnò definitivamente il Castello ad Ancona.
Dopo un periodo difficile per calamità e carestie, il paese si avviò verso una costante crescita, favorita dalla relativa autonomia, di cui si ha testimonianza e diretto riconoscimento nella concessione da parte del papa Paolo V Borghese, del titolo di “Terra”.
Le trasformazioni ottocentesche sono ben visibili dalle mappe catastali; nella mappa si distinguono le coltivazioni, i giardini e gli orti, alcuni tuttora esistenti, entro la cerchia muraria.
Agli inizi del Novecento l’economia di Monte San Vito si fonda, invece sul rapporto mezzadrile che garantiva una certa stabilità economica, ma che allo stesso tempo ostacolava ogni innovazione tecnica per l’assenza di interesse del mezzadro per ogni novità. Infatti, sarà solo intorno agli anni ’70 del 1900 che le varie attività artigianali cominciano ad ingrandirsi e le industrie a svilupparsi.
Dal 2000 il territorio comunale si arricchisce, grazie alla buona volontà di privati cittadini, di bed and breakfast, agriturismi, strutture e servizi turistici. Tali infrastrutture si caratterizzano per essere in totale armonia con l’ambiente circostante, difatti esse sono state ideate in modo tale da non distruggere o penalizzare il panorama. Il dolce ed incantevole paesaggio collinare unito all’ospitalità della cittadinanza e all’alta qualità dei servizi proposti e dei prodotti tipici fanno di Monte San Vito il luogo ideale per trascorrervi giorni piacevoli all’insegna della tranquillità e della pace. Infine, la sua posizione geografica, a ridosso del Mare Adriatico, facilita lo spostamento verso i centri turistici di interesse balneare e non solo.
- CHIESA COLLEGIATA SAN PIETRO APOSTOLO
La Chiesa di San Pietro Apostolo, il più importante monumento del Comune, sita sull’alto della collina dalla quale domina il paese e l’ambiente circostante, caratterizza il Borgo e la sua comunità in maniera molto significativa.
Per la sua costruzione ci vollero tredici anni, dal 1753 al 1766. Essa venne realizzata in un elegante stile neoclassico con influssi barocchi su progetto dell’Arch. Cristoforo Moriconi, compagno di studi ed amico del Vanvitelli in Roma. La facciata della Chiesa si caratterizza per essere un “non finito” ed è l’elemento esterno più identificativo, insieme alla cupola (10 m. di diametro) di tutta l’opera.
All’interno della struttura si possono osservare deliziose decorazioni in stucco attribuite a Gioacchino Varlè, scultore di Roma, attivo soprattutto nelle Marche e diverse opere d’arte, tra cui una tela di grande prestigio attribuita alla Scuola del Perugino.
- PALAZZO MALATESTA
Il Palazzo Malatesta, fatto erigere agli inizi del XV sec. da Carlo Malatesta, fu ceduto al Comune già nel 1430. L’edificio, tutt’ora sede municipale, nel corso del XVI sec. subì sostanziali modifiche, ma la sua originaria localizzazione planimetrica si conserva ancora oggi.
Nella Sala Consiliare si conservano sette tele di prospettive architettoniche attribuite a Lorenzo Daretti di Ancona, pittore e architetto, attivo nella seconda metà del XVIII sec..
- FRANTOIO STORICO DEL 1600
Il Frantoio Storico risale al XVII sec. e costituisce una preziosa testimonianza di archeologia agro – industriale. Posto sull’antica Via Grande oggi Via Gramsci nel centro storico, il frantoio costituisce un complesso di notevole interesse storico per la particolarità di essere rimasto nel tempo pressoché inalterato e corredato dalle apparecchiature originali. Grazie a un contributo della Regione Marche, il frantoio storico è stato recuperato e quindi trasformato in un museo per fini turistici, ma soprattutto per testimoniare la vocazione di Monte San Vito alla produzione di olio extra vergine d’oliva di pregevole qualità. Oltre alla potente e pesante macina di pietra, datata 1688, nel frantoio storico è possibile ammirare uno stupendo complesso di due presse, datato 1770, manufatto molto raro in quanto l’imponente trabeazione venne realizzata utilizzando un unico blocco di quercia.
- TEATRO CONDOMINALE “LA FORTUNA”
Il Teatro di Monte San Vito risale al 1700, più precisamente la documentazione ne attesta la presenza sin dal 1758. Circa un terzo dei Comuni marchigiani possiede un teatro storico e Monte San Vito ne è un tipico esempio, ma con una particolarità circa le sue origini, poiché se questa cittadina ha un teatro lo deve al suo miglior prodotto della terra: l’olio.
Il Teatro fu infatti realizzato in un locale utilizzato come mulino da olio di proprietà del signor. Bracchi che lo cedette a 18 notabili monsanvitesi, i quali destinarono il locale a teatro “condominale” in quanto di proprietà di privati cittadini.
Fino al 1966 l’attività teatrale fu particolarmente attiva, ma dopo questa data, per effettiva mancanza di manutenzione, il Teatro venne dichiarato inagibile e chiuso. Solo all’inizio degli anni 2000, l’Amministrazione Comunale, proprietaria dell’immobile, avviò un nuovo grande restauro riportandolo al suo antico splendore.
- CENTRO TURISTICO “CARLO URBANI”
Prima di essere trasformato nel Centro Turistico “Carlo Urbani” l’edificio ospitava un monastero cistercense del 1500. La struttura si caratterizza oggi per l’elegante accostamento tra l’architettura originale a moderne soluzioni. Il Centro si sviluppa su due piani ed ospita sei sale. Al piano terra sono collocati l’ampio e luminoso atrio e la Sala dell’Oratorio che dispone di oltre 80 poltroncine e impianti audio e video-proiezione. Nel piano interrato si trovano la Sala delle Barulle predisposta per l’allestimento di mostre, la Sala del Grano, la Sala del Voltone ed un’altra saletta espositiva.
Indirizzo
Via Matteotti, 2
Provincia
AN
CAP
60037
Referente
Thomas Cillo, sindaco
Telefono
0717489301