L’apiario di comunità di Castel del Giudice
Di Adelina Zarlenga
La cooperazione che in Molise rilancia le aree interne dell’Appennino in chiave sostenibile.
Adesso si può degustare il primo miele dell’Apiario di Comunità di Castel del Giudice (IS), comune virtuoso dell’Appennino molisano, al confine con l’Abruzzo. È un miele millefiori, espressione della biodiversità floreale del territorio in cui è prodotto, ed è speciale perché nasce da un progetto di cooperazione che rilancia tutta l’area interna in chiave sostenibile. Un’iniziativa nata nel 2019 e che oggi unisce più di 30 apicoltori ed apicoltrici che condividono il fare apicoltura, puntando a formarsi nel migliore modo possibile, per tutelare e migliorare l’ambiente, grazie all’importantissima attività di impollinazione delle api, termometro di biodiversità, e a collaborare per generare nuova economia con la produzione di miele, in una zona dove la natura è regina e ispirazione. Un motivo in più per restare ed investire sulla propria terra, soprattutto in un periodo come questo in cui si parla tanto del ritorno nei piccoli borghi e della possibilità di lavorare da qualsiasi luogo.
Le api garantiscono la produzione di circa un terzo del cibo che si consuma sul pianeta e grazie all’impollinazione, servizio ecosistemico fondamentale, migliorano le colture, sia a livello qualitativo che quantitativo, mitigano gli effetti dei cambiamenti climatici, arricchiscono di valore ambientale il territorio.
L’Apiario di Comunità nasce a Castel del Giudice per diventare un modello di sviluppo che abbraccia il Molise e l’Abruzzo. Nasce in sintonia con le politiche locali che caratterizzano questo paese di poco più di 300 abitanti, determinato nel frenare lo spopolamento puntando su progetti di comunità, turismo green e agricoltura biologica. I promotori sono stati il Comune di Castel del Giudice, Legambiente Molise e l’Associazione apistica VOLAPE, che hanno coinvolto gli aspiranti apicoltori nella creazione di aziende apistiche, che oggi possono contare sugli incessanti voli di oltre 20 milioni di api disseminate in circa 300 alveari.
Un percorso di rigenerazione contro lo spopolamento
Castel del Giudice si distingue per il percorso di rigenerazione e rinascita del territorio che sta portando avanti con il sindaco Lino Gentile in prima linea, coadiuvato dall’amministrazione comunale e dagli abitanti della sua comunità, da aziende agricole, associazioni, imprenditori, professionisti, da tutti coloro che credono che lo sviluppo delle aree interne appenniniche in ottica sostenibile dal punto di vista ambientale e sociale sia possibile. Le terre abbandonate sono state restituite all’agricoltura biologica con la creazione dei meleti Melise, recuperando anche antiche varietà di mele; dalle stalle e case in disuso è stato creato l’albergo diffuso Borgotufi, che oggi può ospitare fino a 100 turisti tra le splendide casette in pietra e legno, dove assaporare i piatti del ristorante “Il Tartufo” e rilassarsi nel centro benessere. Dall’orzo coltivato a Castel del Giudice è nata la birra agricola Malto Lento. Ci sono vigneti d’alta quota, coltivazioni di patate viola, piccole attività dedite al turismo rurale. Si è innescato un ciclo virtuoso, stimolante, che attira nuove possibilità economiche, nuova occupazione, dà linfa a nuove idee, per abbattere il male più insopportabile di gran parte dei piccoli paesi di montagna: lo spopolamento.
Un miele millefiori dal valore sociale e ambientale
L’Apiario di Comunità è un colorato tassello di questo puzzle ricco di energie positive. All’inizio gli alveari erano 30. Posizionati in un’area adiacente il meleto biologico, sono il cuore del progetto, il luogo in cui si sono svolte e si svolgono le attività di formazione in apicoltura. Poi, ad aprile di quest’anno, nonostante le problematiche dovute alla pandemia da Covid 19, sono state installate nei meleti biologici 142 arnie, le cui circa 5 milioni di api hanno svolto il servizio di impollinazione. In seguito, gli alveari sono stati dati in gestione ai neo-apicoltori di Castel del Giudice, mentre altri alveari sono stati distribuiti tra gli apicoltori e apicoltrici del territorio molisano e abruzzese, che hanno creato nuovi apiari nei loro campi. L’Apiario di Comunità è diventato un’associazione, con un laboratorio comune per produrre e vendere miele. A dare un supporto al progetto, la Banca di Credito Cooperativo di Roma, che ha creato un nuovo prodotto finanziario, un microcredito a tasso agevolato, per coloro che vogliono intraprendere le attività apistiche. Chi assapora il miele dell’Apiario di Comunità sposa i valori sociali e ambientali che racchiude e può dire di avere in dispensa un prodotto artigianale, che racconta le storie di chi lo produce: www.apiariodicomunita.it.
Il Patto per la Biodiversità e il Paesaggio
Ma i progetti non finiscono qui. Castel del Giudice ha un suo Piano del Cibo: uno strumento concreto per riorganizzare il sistema alimentare locale e coordinare la filiera agroalimentare in ogni passaggio, dalla coltivazione al post consumo, grazie alla collaborazione con l’Università del Molise. Nell’ambito di tale progetto è nata l’idea di creare il “Patto per la Biodiversità e il Paesaggio” con relativo “Fondo per la Biodiversità”, che ha come obiettivo di incentivare le colture che potenziano la produzione agricola, in particolare quelle mellifere, migliorando la qualità del paesaggio, rigenerando il territorio e mantenendo i servizi ecosistemici. Un’iniziativa che mette in prima linea la comunità, che diventa custode della biodiversità del suo territorio, grazie ad accordi tra agricoltori, proprietari dei terreni e apicoltori.
«L’Apiario di Comunità è importante per il nostro paese – spiega il sindaco di Castel del Giudice Lino Gentile– che da anni sta lavorando, con azioni concrete e replicabili, sui temi dello sviluppo sostenibile delle aree interne. Il Comune crede a questa iniziativa che migliora la qualità ambientale del territorio e la considera un punto di partenza per un’ alleanza di territorio. Oggi tanti apiari sono disseminati tra l’Alto Molise e l’Abruzzo. Sono comunità nella comunità. L’intento è che gli alveari e gli apicoltori diventino sempre più e che altri comuni si uniscano a noi».