Sarà un Paese
“Sarà un Paese” è il primo lungometraggio di Nicola Campiotti. Il film documentario dura 72 minuti ed è riconosciuto dal MIBAC come film d’interesse culturale nazionale, sostenuto da UNICEF, LIBERA e AGIS SCUOLA.
Il film è uscito nelle proncipali città italiane e continua il suo percorso nelle scuole come strumento di lavoro didattico e approfondimento civile. Il film è distribuito da distribuzione indipendente e si può richiedere una proiezione a questo scrivendo a questo indirizzo mail: distribuzione.indmr@gmail.com
Il film è bello. Bella la storia, bello il messaggio che c’è dietro. Anzi, davanti, proprio al centro. L’idea cioè che possa esistere, che esiste già, un’Italia migliore di quanto noi stessi vediamo ogni giorno. Che in piccolo ci piace pensare essere anche la “nostra Italia”, quella cioè dei comuni virtuosi, presenti in diversi momenti del film. In occasione della cerimonia per la nona edizione del Premio Comuni Virtuosi, svoltasi a Forlì lo scorso 19 settembre, abbiamo proiettato nell’ambito della “Notte verde”, il film. Ecco la lettera messaggio che il regista Nicola Campiotti aveva scritto in quell’occasione per raccontare il suo punto di vista sull’opera.
Care amiche e amici di Forlì e dei Comuni virtuosi,
mi rende felice e mi riempie di gioia sapere di poter condividere con voi, oggi, questo mio film, Sarà un paese.
Ricordo che qualche anno fa, nella fase di ricerca e preparazione al film, ero a Corchiano in un’occasione simile a quella che vivete voi oggi, dove il cuore della giornata non era non tanto la premiazione delle reltà e delle amministrazioni più virtuose ma la condivisione, tra persone attente e consapevoli, di quelle stesse esperienze virtuose.Ricordo che tre cose mi colpirono di più di quella giornata.
La prima. C’erano solo persone di buon umore. Persone sorridenti, liete, ma soprattutto con un’energia alta, persone vitali come alberi in fiore. Persone vive.
La seconda: c’erano persone profondamente capaci di ascoltare. Persone che parlavano guardandosi negli occhi ed erano perfettamente in grado di recepire quelo che altri raccontavano loro. Persone in ascolto come sa essere in ascolto solo chi conosce il valore della parola e della testimonianza.
La terza: c’erano persone concrete, capaci di coniugare il dire al fare, capaci di tenere unite le linea della teroria con quelle dell’esperienza, la linea dell’utopia con quella della materia.
Quel giorno, più di altri, ho capito la grandezza della vostra associazione, la straordinaria portata umana, politica e civile del vostro lavoro. Questo film, vorrebbe essere idealmente, uno strumento di diffusione e condivisone delle idee e delle prerogative, politiche e culturali, dei Comuni virtuosi.
L’urgenza dl film, in me, infatti, non era quella di un’ambizione cinematografica ma un’urgenza civile, di cittadino, che sceglie la sola cosa che sa fare (raccontare storie per immagini) per tentare di contribuire almeno in parte alla crescita culturale del proprio paese.
Per fare questo film che vedrete tra poco ho impiegato 4 anni: un anno di ricerca, due di riprese e uno di montaggio, per trasformare le oltre 130 ore raccolte, nell’ora e dieci che vedrete. E ho cercato di farlo, questo film, in qualche modo, tenendo la rotta che gli insegnamenti di quella giornata a Corchiano mi avevano rivelato: Lavorando con energia e vitalità per cercare sempre la strada che porta alla trasformarzione della realtà, consapevole che anche il dolore più cieco può forse essere trasformato in luce e consapevolezza, restando sempre profondamente in ascolto e rispettoso dei miei interlocutori, calcando sull’importanza dell’esperienza e della condivisione come àncora per questi nostri tempi incerti.
Un film piccolo, ma energico, un film forse imperfetto, ma vitale. Questo, almeno, era l’intento.
Sarà un Paese è un film documentario che nasce da un’urgenza forse più di partecipazione civile che di ambizione cinematografica. Nasce dal desiderio di immaginare e documentare un’ Italia diversa. Un paese più civile, più attento ai diritti dei lavoratori, più severo verso il consumo del territorio e più deciso nella tutela del suo paesaggio, un paese dove si possa respirare l’aria non avvelenata, dove i rifiuti non siano materia da bruciare ma risorse da trasformare, un paese multiculturale multireligioso e multietnico, un paese attento al rispetto delle regole e della legalità, un paese che non si lasci sfuggire tutti i suoi giovani laureati ma che sappia coinvolgerli e dar loro opportunità concrete, un paese che sia capace di difendere i Beni comuni e che sostenga davvero le tantissime amministrazioni virtuose come quelle che rappresentate voi, un paese che sappia ribellarsi al pizzo e alle mafie, un paese custode e promotore di un’ Europa delle idee e delle culture e non soltanto del mercato e della finanza.
Questo paese, il paese che sarà, ho tentato di raccontarlo ad un bambino di dieci anni, perché se non ripartiamo dai bambini e dalla scuola (una scuola che non sia lo specchio della società copetitiva ma che sia meglio della società che rappresenta) saremo davvero tutti perduti. Se lo riterrete opportuno sarei onorato di poterlo mostrare prima o poi, anche nei vostri comuni. Grazie per il lavoro che fate, grazie per l’energia che mettete, grazie perché con il vostro impegno questo non “sarà un paese” ma in parte lo è già. E grazie, infine, per essere, ogni giorno, voi per primi, il cambiamento che vorreste vedere nel mondo.
Buona fortuna a ciascuno di voi per i vostri sogni e desideri, buona visione, Nicola.