A Buon Rendere: Comuni Virtuosi in campo sul Deposito Cauzionale

In Italia 7 miliardi di contenitori di bevande – di plastica, vetro o alluminio – finiscono ogni anno in discarica, all’inceneritore o dispersi nel territorio. Oltre al danno ambientale diretto costituiscono un grave spreco perché nell’attuale contesto di crisi globale di approvvigionamenti questi contenitori sono risorse che potrebbero essere intercettate per alimentare l’economia con un riciclo di alta qualità.

Per quanto riguarda quelli in plastica, poi, la direttiva europea sulle monouso impone per le bottiglie usate per liquidi alimentari l’obiettivo del 90 per cento di raccolta differenziata entro il 2029. Intercettare questi contenitori dunque è fin da ora una priorità per il Paese; e per l’Associazione Comuni Virtuosi – rete di pubbliche amministrazioni attente alla sostenibilità ambientale – lo strumento in grado di raggiungere questo obiettivo è il “deposito cauzionale”.

“Il deposito cauzionale è un meccanismo relativamente semplice – spiega Enzo Favoino, coordinatore scientifico della campagna per il deposito cauzionale “A buon rendere, molto più di un vuoto” – Quando si va a comperare una bevanda, un liquido alimentare che sia birra, latte, succo di frutta viene pagato un piccolo deposito, un piccolo costo, anche per il contenitore; ma questo deposito viene restituito al consumatore una volta che si restituisce il contenitore. Chiaramente il sistema deve essere nazionale e deve diventare comodo, “user friendly”, cioè amico dell’utenza. La restituzione deve essere altrettanto facile che l’acquisto. Ecco perché pensiamo che il sistema deve essere basato sul meccanismo della restituzione al venditore. Questa è la cosa che consente di massimizzare la partecipazione e conseguentemente le intercettazioni di risorse preziose“.

L’Associazione Comuni Virtuosi ha lanciato quindi la campagna nazionale “A buon rendere, molto più di un vuoto” che si pone l’obiettivo di stimolare e facilitare l’approvazione di una normativa sul sistema di deposito cauzionale fornendo dati, informazioni ed evidenze di carattere scientifico. “Parliamo un attimino dei costi e dei benefici partendo soprattutto da un altro dato: la nuova direttiva quadro prevede che la responsabilità estesa del produttore vada a coprire i costi integrali di gestione a fine vita degli imballaggi – prosegue Favoino – Questo deve includere anche la rimozione del cosiddetto littering, cioè la dispersione di materiali negli spazi pubblici, un costo elevato che fino adesso è stato in carico alle pubbliche amministrazioni, quindi alla comunità. Questo costo adesso deve essere posto in carico ai produttori degli imballaggi, secondo il meccanismo della responsabilità estesa del produttore, e ci sono ampie evidenze che il modo per fare questo nella maniera più efficace, al minor costo possibile, è proprio l’introduzione un deposito cauzionale“.

In Europa già 13 Paesi si sono dotati di un sistema di deposito cauzionale e altri 10 ne hanno definito la normativa quadro con scadenze e modalità di entrata in vigore. In Italia il decreto “Semplificazioni Bis” aveva fissato al novembre 2021 il termine per la stesura e l’entrata in vigore delle norme attuative sul sistema nazionale. Norme però mai arrivate. “La nostra campagna si pone proprio in forma proattiva collaborativa come facilitatrice delle decisioni– conclude Favoino – fornendo dati e informazioni ed evidenze a chi è deputato a prendere decisioni, cioè il legislatore, il parlamento nella sua interezza e il governo, affinché il sistema di deposito cauzionale venga approvato prima possibile e nella maniera più efficace possibile“.

Nell’ambito della campagna, il 7 giugno 2022 si tiene a Roma – dalle 10,15 nella Sala Capranichetta, in Piazza di Montecitorio 125 , il primo convegno dedicato ai Sistemi di Deposito Cauzionale per gli imballaggi di bevande: studiosi, esperti e responsabili dei sistemi già realizzati in altri Paesi si confronteranno su come allineare l’Italia alle migliori esperienze europee in materia.

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