Appignano

Oltre il 90% del territorio del Comune di Appignano è agricolo con produzioni tradizionali, ad eccezione di alcune colture tipiche quali la passiflora ed i legumi. La coltura della passiflora è stata introdotta ad Appignano dal Dott. Giambattista Milesi negli anni sessanta; negli anni ottanta una quarantina di famiglie di agricoltori si occuparono di questa attività. Ora il numero è ridotto e si aggira intorno alle dieci unità.

La “Passiflora Incarnata” appartiene alla famiglia delle Passifloracae, è un rampicante, ha fiori violacei molto belli e frutti ovoidali. Per crescere ha bisogno di molta acqua e di un gran lavoro di zappa: non si usano infatti pesticidi o diserbanti chimici. I tagli, effettuati a luglio, fine agosto ed eventualmente tra settembre – ottobre, avvengono quando la pianta è lunga circa un metro e prima che i frutti abbiamo avuto modo di svilupparsi. Una volta raccolta viene fatta essiccare e poi imballata. Giunta a destinazione sarà trasformata in tisane calmanti e prodotti di erboristeria.

Per la riscoperta e la rivalutazione dei legumi ogni anno viene organizzata la “LEGUMINARIA” manifestazione enogastronomica che riscuote notevole successo. link a Leguminaria. Dal 2014 alla manifestazione è stato riconosciuto il marchio “Momenti del gusto“. Si tratta di un marchio che la Provincia di Macerata assegna agli eventi dove si fa uso prevalente dei prodotti del territorio, dove si organizzano momenti formativi ed informativi per i visitatori, dove si coinvolgono la ristorazione ed il commercio locale e dove si valorizza l’offerta turistica del territorio attraverso l’organizzazione di visite guidate e tanto altro.   link a Momenti del gusto .

Nel nostro comune abbiamo da sempre ricercato un perfetto equilibrio tra sviluppo economico ed ambientale, caratterizzato da coltivazioni biologiche su circa il 25% del territorio agricolo; la produzione di vini doc; la certificazione ISO 2000 o equivalente ha portato al Comune il conferimento della BANDIERA VERDE AGRICOLTURA 2005 con rinnovo assegnazione nel 2010 e 2015.

Gestione del territorio:

La quantificazione delle aree del Comune di Appignano:

-)La superfice del territorio comunale è di 22,70 Km/q

-)La superfice delle zone urbanizzate è di circa 2,11 Km/q

-)La superficie delle zone agricole è di circa 20,59 Km/q

-)Le zone agricole = 90,75 del territorio comunale

Per quanto riguarda la gestione del territorio è stata effettuata una variante al PRG che interessa tra le altre cose, una vasta area territoriale con destinazioni integrate e complementari all’uso prettamente agricolo del suolo ai fini della promozione di uno sviluppo economico legato alla coltivazione biologica, alla coltivazione tradizionale di qualità, alla produzione agroalimentare DOP e alla diffusione della storia, della cultura, dell’arte e delle tradizioni dell’attività rurale marchigiana attraverso l’avvicinamento ai luoghi in un percorso agro-turistico e agro-sportivo realizzabile mediante la coltivazione e produzione agricola tradizionale e di qualità DOP e di agricoltura biologica con la possibilità di vendere e commercializzare i prodotti agricoli di propria produzione.

Valorizzazione Ambientale e conservazione dei paesaggi agrari.

Per quanto concerne la valorizzazione ambientale, abbiamo completato la realizzazione dell’isola ecologica per il conferimento dei rifiuti in forma differenziata: Progetto approvato con De G.C. n. 11 del 09-02-2006;Consegna n. 240 compostiere nell’anno 2007 (agli atti i comodati d’uso delle compostiere)Formazione della popolazione, avvio e gestione del sistema di raccolta rifiuti “porta a porta” con conferimento degli stessi in forma differenziata: (Campagna divulgativa/informativa nel 4° trimestre 2007). Formazione della popolazione, avvio e gestione del sistema di raccolta rifiuti “porta a porta” con conferimento degli stessi in forma differenziata: (Campagna divulgativa/informativa nel 4° trimestre 2007). I rifiuti a valle della raccolta, con la percentuale annua di RD_82.44% anno 2014 e la produzione pro-capite di rifiuti (Kg/abitante/anno) 409.

Per quanto riguarda la conservazione dei paesaggi agrari, abbiamo ultimato un lavoro di adeguamento del “Regolamento di Polizia Rurale” che stiamo presentando alle associazioni di categoria per condividere un percorso che traguardi la tutela e la salvaguardia del territorio

Valorizzazione delle produzioni tipiche locali:

Per quanto riguarda le produzioni tipiche locali elenchiamo dei progetti che stiamo portando avanti da anni come Comune di Appignano:

Progetto Leguminaria : Nello sviluppo di questo progetto i legumi hanno rappresentato una vera “opportunità da cogliere”, produzioni di qualità da reintrodurre nel mercato e nella gastronomia locale. Il protocollo ha compreso infatti, un percorso di ricerca e di sperimentazione applicata, giunto alla sua conclusione, per l’individuazione, il recupero ed il mantenimento in purezza degli ecotipi di fagiolo, cece e roveja originari di Appignano.
In particolare, le specie oggetto dello studio sono il fagiolo “Solfì”, il cece denominato “Quercia” (Cicer arietinum) e la roveja (Pisum arvense), da sempre apprezzati perché ritenute unici ed insostituibili per la preparazione di piatti tipici ma da qualche tempo a forte rischio di erosione genetica.
I motivi sono diversi: l’avvento di nuove e più competitive varietà, lo spopolamento delle zone rurali, la conservazione di queste specie affidata a pochi anziani agricoltori del posto con mezzi inadeguati a mantenere indenni le matrici genetiche della biodiversità.
La ricerca, finanziata dal servizio Internazionalizzazione, Cultura, Turismo e Commercio della Regione Marche, e sviluppata in quattro anni dal dottor Valentino Ferrari, direttore del CRA-ORA Orticoltura di Monsampolo del Tronto (Ap), fa parte di un più ampio progetto regionale di recupero e valorizzazione delle tipicità che si estende anche alla “fava” di Fratterosa (Pu), alla “cipolla” di Suasa (Pu), al “carciofo” di Montelupone (Mc), al “rafano” di Barchi (Pu), alle “patate” del Montefeltro, ed è sostenuta finanziariamente, oltre che dalla Regione Marche – assessorato all’Agricoltura, dai progetti Leader del territorio, dalle Province e dai Comuni interessati.

Percorso di ricerca compiuto e finalità : La ricerca si proponeva di salvaguardare, attraverso il recupero e la moltiplicazione in purezza, ecotipi di leguminose diverse originarie del comprensorio di Appignano di Macerata per i quali reale è il rischio di erosione genetica e dei quali si hanno testimonianze dell’elevato pregio qualitativo.
Le specie oggetto dello studio sono il fagiolo “Solfì“, il cece denominato “Quercia”(Cicer arietinum L.) e la roveja di Appignano (Pisum arvense), da sempre apprezzate nell’areale di origine perché ritenute uniche ed insostituibili per la preparazione di piatti tipici.
Poiché le tre specie da salvaguardare erano contraddistinte da una spiccata autogamia, la ricerca si è prefissa, attraverso lo studio delle popolazioni reperite, di individuare i fenotipi ricercati per poi procedere alla loro moltiplicazione in purezza e conseguentemente restituire al comprensorio di Appignano un germoplasma epurato da inquinamenti e contraddistinto da una base genetica meno ampia e quindi più omogenea. Il programma prevedeva l’ottenimento di risultati concreti nell’arco di un quadriennio.
I anno
Si sono sopralluoghi nel comprensorio di Appignano finalizzati alla raccolta di germoplasma autoctono e di notizie storiche che potevano essere d’aiuto per la definizione delle caratteristiche degli ideotipi da ricostituire. Importanza è stata riservata all’habitus vegetativo, allo sviluppo della pianta, all’intensità del colore delle foglie, al numero, dimensione e colore dei baccelli e della granella e alle caratteristiche produttive.
Nello stesso anno sono stati predisposti, presso la struttura di Monsampolo, ampi allevamenti sui quali sono state effettuate le prime indagini conoscitive di ordine bioagronomico ed eseguiti interventi di miglioramento genetico basati sui principi della selezione massale. Gli individui ritenuti rispondenti alle tipologie ricercate hanno fornito lotti di seme S1 da sottoporre ad ulteriori cicli selettivi ed a studi tesi ad affinare le tecniche agronomiche.
II anno
Con i lotti di seme S1 sono stati allestiti campi di moltiplicazione mantenendo distinte le progenie di ciascuna pianta capostipite al fine di valutare la variabilità fenotipica presente ed eliminare i soggetti divergenti dagli ideotipi tratteggiati. Parallelamente, con l’ausilio di appropriati mezzi tecnici, i fenotipi interessati sono stati portati a seme in stretto isolamento spaziale per ridurre i pericoli di esincrocio. La granella è stata sottoposta a rilievi e a misurazione finalizzati alla necessaria caratterizzazione.
III anno
Il seme S1 ottenuto dalle piante scelte è stato utilizzato per un ulteriore allevamento volto allo studio delle progenie e per l’ottenimento di seme S2 certamente superiore geneticamente per livello omozigosi.
Attraverso visite di operatori del comprensorio di Appignano ai campi di moltiplicazione e quindi su loro indicazioni dirette, è stato possibile estrarre le tipologie più rispondenti a quelle ricercate tre le numerose progenie allevate per ciascuna specie. Il seme degli individui selezionati è stato riunito in un unico lotto e ha costituito per ciascuna cultivar il seme di base con cui avviare la sperimentazione nei luoghi di origine.
IV anno
Sono stati allestiti campi sperimentali e dimostrativi nel comprensorio di Appignano e presso la sezione di Monsampolo al fine di procedere ad ampie valutazioni comparative delle colture. L’obiettivo era quello di riconsegnare al Comune di Appignano adeguati quantitativi di seme con cui assicurare la tipicità delle produzioni del territorio e la loro riproposizione nel tempo.
Sui materiali genetici collezionati sono state effettuate analisi molecolari mediante l’impiego di marcatori che hanno consentito di ottenere informazioni circa le storie evolutive delle popolazioni al confronto con altri genotipi della medesima specie di diversa provenienza e permesso , qualora necessario, la tracciabilità della produzione. Conclusioni : Mentre per il fagiolo Solfì ed il cece Quercia i quattro anni di studi hanno permesso di ottenere risultati originali e di alto profilo qualitativo, tant’è che alla fine del 2010 sono stati consegnati al Comune di Appignano 50 chili di seme di fagiolo Solfì e 7 chili di cece Quercia destinati agli agricoltori custodi individuati dall’Assam, per la roveja Monocromatica, la cui sperimentazione è cominciata con due anni di ritardo, sarà necessario ancora un biennio per poterla riconsegnare geneticamente stabilizzata nel colore della granella e quindi unica e di alta identificabilità del territorio d’origine.

Agricoltori Custodi che hanno provveduto alla conservazione delle risorse genetiche a rischio di estinzione iscritte nel Repertorio Regionale :

  • Agricoltore Custode: Medei Nazzareno   Accessione coltivata : Cece Quercia Appignano –n° 44 Repertorio Regionale e Roveja di Appignano –n° 59 Repertorio Regionale
  • Agricoltore Custode: Mazzieri Ivano Accessione coltivata : Cece Quercia Appignano –n° 44 Repertorio Regionale

Nel bilancio di previsione del 2015 del Comune di Appignano è stato inserito un ulteriore progetto denominato “Leguminaria 3 da sviluppare congiuntamente con il CRA-ORA Orticoltura di Monsampolo del Tronto (Ap),  e avente come oggetto “Miglioramento genetico e valorizzazione dei legumi originari del comprensorio di Appignano (MC)” di cui alleghiamo il documento.

Per quanto riguarda il risparmio energetico, al fine di agevolare l’attuazione delle norme sul risparmio energetico   e per migliorare la qualità degli edifici, il Comune con delibera n. 53/2007, ha modificato il Regolamento Edilizio Comunale, prevedendo deroghe alle altezze, distanze e volumi, derivanti dall’aumento dello spessore di muri e solai, per gli edifici realizzati col fine di contribuire al miglioramento dei livelli di coibentazione termica, acustica e di inerzia termica degli stessi. E’ stato introdotto l’obbligo di realizzazione di pannelli fotovoltaici e termici solari sulle nuove unità immobiliari. Il Comune, con delibera n. 30/2007, ha modificato il Regolamento Edilizio Comunale prevedendo l’obbligo, nell’ambito di realizzazione di nuove costruzioni, dell’istallazione di pannelli fotovoltaici per la produzione di energia elettrica con potenza non inferiore a 0,2 Kw per ogni unità abitativa. Lo stesso articolo consiglia inoltre “di prevedere l’istallazione di pannelli fotovoltaici dimensionati in modo da coprire l’intero fabbisogno di energia elettrica dell’organismo edilizio e di prevedere l’istallazione di pannelli solari termici dimensionati in modo da coprire l’intero fabbisogno di energia termica dell’organismo edilizio (riscaldamento e acqua calda sanitaria)”. Il comune ha aderito al Patto dei Sindaci con delibera C.C. n. 41 del 29-09-2014. link Patto dei Sindaci.                                                                         Attualmente si sta realizzando il PAES in collaborazione con lo SVIM. Approvazione Convenzione con Del. C.C. n. 13 del 30-04-2015 “PROTOCOLLO DI INTESA TRA SVIM E IL COMUNE DI APPIGNANO PER PARTECIPAZIONE AD ATTIVITÀ DI ANALISI ENERGETICA E REDAZIONE DEL PIANO DI AZIONE PER L’ENERGIA SOSTENIBILE PREVISTE NELL’AMBITO DEL PROGETTO CBC IPA-ADRIATICO “ALTERENERGY”

Con la presente scheda riassuntiva abbiamo descritto tutte le ns iniziative e promozioni di attività agricole che vanno in direzione della tutela e salvaguardia dell’ambiente , tutto questo per poter ancora essere impegnati attivamente per divulgare e diffondere sul ns territorio il Riconoscimento Bandiera Verde Agricoltura (BVA).

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Indirizzo
Piazza Umberto I, 17

Provincia
MC

CAP
62010

Referente
Mariano Calamita, Sindaco

Telefono
0733 57521

Sito web
http://www.comune.appignano.mc.it

Email
comune@appignano.sinp.net