Essere sindaci

Essere Sindaci.

Ogni tanto dobbiamo ricordarci perché facciamo quello che facciamo. Perché sacrifichiamo tempo, affetti, famiglia, passioni personali. Perché decidiamo di camminare come funamboli su un filo sottilissimo a 1000 metri da terra, dove ogni sbaglio è un procedimento penale o una richiesta di risarcimento danni o una gogna mediatica che destruttura la nostra persona. Perché decidiamo di lavorare incessantemente, giorno e notte, immaginando soluzioni ai problemi perfino mentre laviamo i piatti o rifacciamo il letto.

Qualcuno di noi ha il fuoco dell’ambizione di modificare il corso degli eventi, in meglio; qualcuno vuole poter dire ai propri bambini di averci provato davvero a cambiare il mondo; qualcuno ha trovato una dimensione che da senso e valore alla sua stessa vita. Tutti abbiamo avuto un comune denominatore: l’idealizzazione del genere umano.

Nel tempo ci si accorge che non è tutto rose e fiori, questo genere umano. Ti accorgi che per quanto dai, per quanto ti spendi, per quanto ti esponi, ci sarà sempre qualcuno che non ti capisce, che ti insulta, che ti diffama. A volte devi richiamare con tutte le tue forze le motivazioni profonde del tuo impegno.

L’unica ragione è la Fede nel Futuro. La Fede nei tuoi figli e nei figli dei tuoi figli. La Fede in ciò che ancora non conosci: la vera civiltà. (È possibile avere nostalgia di un mondo che non abbiamo mai conosciuto? Si chiedeva Ernesto Guevara). Noi Sindaci, in questa epoca difficile e contraddittoria, siamo dei visionari, dei sonnambuli che vivono su una dimensione semi irreale a metà strada tra il progetto e la realtà, tra il Mondo che immaginiamo e quello che combattiamo.

Molto passa da una pulsione irrazionale, che a volte malediciamo e a volte ringraziamo il cielo di avere, con le maniche rimboccate e ancora mille cose da fare. Una trincea quotidiana di problemi da risolvere e sogni da realizzare, con l’amore incondizionato per la propria terra e la carità a tenere insieme i pezzi del mosaico.

Noi sempre così: con le maniche rimboccate e mille cose da fare.

Isabella Conti, sindaca di San Lazzaro di Savena (BO)