Gestione del territorio: istruzioni per futuri sindaci virtuosi
Cassinetta di Lugagnano (MI) aprì la strada, dimostrando che i comuni potevano, nonostante la crisi, interrompere la spirare perversa del consumo di suolo (il futuro) in cambio di un poco di ossigeno (gli oneri di urbanizzazione). Poi seguì Solza, in provincia di Bergamo, altro esempio di lungimiranza e concretezza.
I signori del no iniziarono allora a vomitare eccezioni sollevando obiezioni di ogni tipo (non si può fare nelle grandi città, non al Sud, non se hai già classificato delle aree nel piano regolatore…).
Sembra passato un secolo, invece è tutta storia recente. Recentissima, visto il ritardo dei legislatori nazionali e il continuo sperpero di territorio agricolo nonostante una crisi che non passerà.
E allora vale qui la pena citare i casi di San Lazzaro di Savena (BO), Rivalta di Torino (TO), Desenzano del Garda (BS), Desio (MB). E poi Mezzago (MB), Colorno (PR), Camigliano (CE), Melpignano (LE)… e decine di comuni in tutta Italia che hanno evidenziato quanto, a fare la differenza, siano sempre le persone e la visione politica di chi amministra nelle comunità.
Ecco quindi nuovi spunti per chi si candida a guidare gli oltre 1.300 comuni in cui i cittadini sono chiamati al voto il prossimo 5 giugno. Smettere di consumare suolo è non solo necessario, ma possibile. La strada del recupero e della riqualificazione non è solo auspicabile, ma fattibile nella misura in cui tutti i soggetti chiamati a dare risposte concrete hanno il coraggio e la curiosità di mettersi in gioco come è già stato fatto altrove. Nei comuni virtuosi.