Imballaggi di vetro : due pesi due misure

Diminuisce il costo del contributo ambientale che le aziende utilizzatrici di imballaggi in vetro devono pagare al consorzio Coreve allo scopo di ridur loro i costi. Non ci sarebbe nulla da eccepire sul fatto che i costi per le aziende si riducano. A condizione però che vengono soddisfatte le reali esigenze economiche dei Comuni che tali imballaggi devono raccogliere e gestire a fine vita. I Comuni  invece non hanno potuto beneficiare della stessa generosità risevata da Coreve alle aziende, quando hanno chiesto un contributo più alto per la raccolta differenziata degli imballaggi, nel 2013, al rinnovo dell’accordo quadro Anci Conai 2014-2019.

Nel comunicato stampa di Conai del 15 ottobre si legge:
Il Consiglio di Amministrazione CONAI, sentito il parere del Consorzio Coreve, ha deliberato la diminuzione del Contributo Ambientale per gli imballaggi in vetro. La riduzione sarà operativa a partire dal 1° gennaio 2016. Il Contributo per il vetro passerà dagli attuali 20,80 Euro/ton a 19,30 Euro/ton. Si tratta di un ulteriore segnale di riduzione dei costi per le imprese Consorziate – produttrici e utilizzatrici di imballaggi – che permetterà di garantire comunque il ritiro dei rifiuti urbani di imballaggio sull’intero territorio nazionale ed il riconoscimento ai Comuni dei corrispettivi previsti dal nuovo Accordo Quadro ANCI-CONAI (420 milioni di Euro stimati nel 2015).
Coreve il consorzio afferente al Conai che si occupa degli imballaggi di vetro incassa da tutti coloro che utilizzano imballaggi in vetro un contributo (CAC) , pagato sulla base del peso del vetro che degli imballaggi immessi sul mercato. Questo contributo serve per gestire il fine vita degli imballaggi e dovrebbe quindi coprire i costi che i Comuni sostengono per la raccolta differenziata.

Come la nostra associazione sta sostenendo dal 2013 così purtroppo non è …Al contrario il nostro paese detiene in Europa due primati alquanto svantaggiosi per i Comuni nel campo della gestione degli imballaggi, con gli esiti che vedremo. In Italia le aziende che immettono imballaggi pagano il CAC  più basso in Europa.
Allo stesso tempo i corrispettivi che i Comuni ricevono risultano i più bassi quando comparati con paesi che hanno un sistema di gestione equiparabile al nostro e che non arrivano a coprire più del 30/35 % di quanto i Comuni spendono. Come se poi ancora non bastasse i Comuni italiani cedono gratuitamente ogni anno i materiali raccolti con la raccolta differenziata alle piattaforme del Conai che fruttano in vendite ai consorzi circa 200 milioni di euro. Negli altri paesi europei gli incassi che derivano dalla vendita dei materiali restano invece ai Comuni, in aggiunta ai corrispettivi, che vengono intesi come contributo per finanziare la sola raccolta.

Trattandosi dello stesso fondo, questo significa banalmente che meno si incassa (e più si spende per altre voci di costo)  meno si può spendere per sostenere i Comuni nella raccolta differenziata. Sorprende che Anci non abbia mai espresso preoccupazione, o commentato in alcun modo pubblicamente, i diversi casi di ribasso del CAC che sono avvenuti  dal 2010 ad oggi per alcune filiere. Solamente il CAC per la plastica è sceso per poi risalire.

L’aumento dei corrispettivi previsti dal nuovo accordo quadro Anci Conai 2014-2019 prevede un aumento dei corrispettivi che oltre ad essere altamente insufficiente, è vincolato al rispetto di limiti qualitativi più stringenti. Come si potrà notare proprio nel caso del vetro il consorzio Coreve ha sì aumentato i corrispettivi per i comuni  del 21,55% rispetto al 2013, ma c’è un ma.
Come si può vedere nella seguente tabella, a parità di percentuale di frazione estranea (ad esempio al 7 %) i corrispettivi sono diminuiti da 18,88 a 5,00 €/t. I corrispettivi più alti rispetto a quelli in vigore lo scorso anno sono riferiti solamente alle nuove fasce introdotte con percentuali di impurezza minime (1-2%) quasi irraggiungibili da parte dei Comuni.

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