La Campagna “A Buon Rendere” invita i Comuni ad aderire: importanti città come Milano hanno già risposto all’appello
La campagna nazionale “A Buon Rendere – molto più di un vuoto”, volta all’introduzione di un sistema di deposito cauzionale (DRS) per gli imballaggi per bevande in Italia sta invitando gli Enti Locali ad aderire diventando parte di un ampio fronte a favore del sistema. La Città di Milano ha aderito alla campagna e lo ha comunicato ieri cinque giugno, giornata mondiale dell’ambiente.
Hanno aderito alla Campagna oltre a Torino Città Metropolitana le città di: Aosta, Bergamo, Padova e Terni come capoluoghi di Provincia, e diverse cittadine minori che hanno inviato spontaneamente la loro manifestazione di interesse dal momento del lancio dell’iniziativa.
La campagna nazionale “A Buon Rendere” si propone di promuovere anche in Italia l’introduzione di un sistema di deposito cauzionale (DRS) per gli imballaggi per bevande come unico strumento che ci permetterebbe di raggiungere con certezza gli obiettivi di raccolta per le bottiglie in PET per bevande (90% al 2029) della direttiva SUP già recepiti nell’ordinamento nazionale.
Un obiettivo di raccolta vincolante del 90% per le bottiglie in plastica che viene ripreso nel nuovo Regolamento sugli imballaggi e i rifiuti da imballaggio (PPWR) ed esteso anche alle lattine (art.44). In questa sede viene però imposto l’obbligo per i Paesi Membri di istituire un DRS nel caso in cui non venisse raggiunto tale obiettivo di raccolta nei tre anni precedenti al 2029.
I vantaggi per i Comuni e i Cittadini
L’introduzione di un sistema cauzionale – che va ad integrarsi e completare i sistemi in essere di raccolta differenziata – ha dimostrato di potere apportare miglioramenti significativi alle prestazioni di raccolta e riciclo in tutti i paesi europei dove è stato introdotto. L’alto tasso di intercettazione degli imballaggi per bevande conseguito dai DRS in Europa che supera il 90% contribuisce al quasi azzeramento di questi contenitori nel littering (i materiali dispersi per le strade, nei parchi, sulle spiagge ed in altri spazi pubblici) e nei cestini stradali, con evidenti benefici sui costi di gestione dei rifiuti per gli enti locali. Sono infatti i Comuni che hanno il compito di organizzare e finanziare la raccolta dei rifiuti urbani, ivi inclusi i rifiuti abbandonati sulle strade e nei luoghi pubblici.
L’introduzione di un DRS avrebbe ripercussioni economiche positive non trascurabili anche sui costi di raccolta, trasporto, trattamento e smaltimento dei rifiuti urbani, ivi inclusi i costi relativi ai rifiuti residui (che attualmente comprendono anche una quota di materiali riciclabili che verrebbero intercettati dal DRS). La riduzione del littering e del conferimento dei rifiuti nei cestini stradali (legato alla somministrazione di bevande per il consumo “to-go”) contribuisce inoltre a ridurre ulteriormente i costi di gestione di tali frazioni. I cestini stradali, ad esempio, si riempirebbero meno velocemente, dato che i contenitori per bevande verrebbero restituiti nei punti di raccolta dedicati per effetto dell’incentivo economico legato alla cauzione, uscendo dal perimetro del servizio pubblico di raccolta organizzato e finanziato dai Comuni.
-Leggi qui un’analisi dettagliata su come è organizzato il sistema attuale di raccolta dei contenitori per bevande e come vengono calcolate nel nostro paese i tassi di raccolta e riciclo.
La campagna “A Buon Rendere – per un Deposito Cauzionale in Italia” ha presentato a Milano lo scorso anno l’unico studio pubblicamente accessibile che quantifica costi e benefici derivanti dall’introduzione di un DRS in Italia, il che permetterebbe di conseguire in due anni il 95,3% come tasso di raccolta e sicuro riciclo (riciclo di elevata qualità a ciclo chiuso, ossia “da bottiglia a bottiglia”) per le bottiglie in PET per bevande, il 96% per le lattine e il 95,8 % per il vetro.
Per questi ed altri motivi legati alle peculiarità di una grande e importante città italiana che ha raggiunto importanti traguardi nella Economia Circolare, essendo un modello di riferimento tra le grandi Città Mondiali per i suoi tassi elevati di raccolta differenziata, la Città di Milano ha aderito alla nostra campagna con una delibera di giunta.
Enzo Favoino Coordinatore Scientifico “A Buon Rendere” ha dichiarato:
L’adesione di Milano è particolarmente significativa. Una città, modello di riferimento europeo e mondiale per le attività sulla raccolta differenziata ed il riciclo, decide di sostenere la nostra Campagna, e la richiesta di introduzione di un sistema nazionale di Deposito Cauzionale, a mimesi di quanto già avviene nella maggioranza dei Paesi UE (inclusi Paesi alle nostre latitudini, come Malta e la Croazia) avendo compreso che il Deposito Cauzionale è uno strumento formidabile di supporto alla massimizzazione del riciclo di elevata qualità, alla riduzione dei materiali riciclabili che vengono invece persi con il rifiuto residuo, ed alla sparizione del littering e dei relativi costi per le casse comunali: insomma, la strategia perfetta per massimizzare la circolarità nel settore dei contenitori per bevande. Non a caso, la stessa UE ne prevede la introduzione obbligatoria dal 2029 (o negli anni seguenti) per conseguire il 90% di raccolta differenziata di bottiglie in plastica e lattine. Ma ovviamente, la nostra Campagna si pone l’obiettivo di anticipare i tempi, e l’adesione di Milano ed altre importanti Amministrazioni Locali ci dà un nuovo vigore, ed un rinnovato entusiasmo.
Silvia Ricci Coordinatrice Campagna “A Buon Rendere” ha aggiunto:
Ci auguriamo che sempre più Enti Locali sostengano la campagna in modo da convincere il Governo a non posticipare una decisione che sarà inevitabile e che si traduce annualmente in perdite economiche per tutti quei soggetti e settori che sostengono il peso economico del sistema attuale. In primis ci sono Comuni su cui gravano la maggior parte dei costi dovuti alla raccolta differenziata degli imballaggi per bevande (coperti solo in minima parte dalle restituzioni da parte del sistema EPR) e il 100% dei costi dovuti alla rimozione di tali imballaggi nel littering e al loro smaltimento/incenerimento quando conferiti nella raccolta indifferenziata o nei cestini stradali. Poi viene lo Stato che, oltre alla Plastic Tax che l’Italia paga all’Unione Europea per gli imballaggi in plastica che non ricicla, sta affrontando esborsi importanti per finanziare programmi per l’acquisto di eco-compattatori (che invece, in un sistema cauzionale non richiedono finanziamenti da parte dello Stato, in quanto vengono acquistati e gestiti dalla Distribuzione Organizzata). Che cosa stiamo aspettando e soprattutto a chi giova ritardare l’introduzione di uno strumento che, non per nulla, è diventato prassi comune in 16 Paesi europei, che arriveranno a 20 in due anni? ».