La sfida Zero Waste di New York è partita guardando al 2030

A poche settimane dalla fine della Sfida Rifiuti Zero : NYC Mayor’s Zero Waste Challenge (ZWC) voluta dal sindaco Bill de Blasio le 31 aziende partecipanti hanno ridotto del 60% la produzione di rifiuti destinati alla discarica o all’incenerimento

La sfida che si concluderà il 15 giugno è parte integrante dell’ambizioso programma di New York City di azzerare i rifiuti destinati alla discarica e incenerimento entro il 2030 e di ridurli del 50% entro il 15 giugno 2016. Il programma affronta sia il flusso del rifiuto residenziale che commerciale. L’iniziativa ZWC lanciata a Febbraio riveste anche un importante ruolo sociale poiché le imprese partecipanti hanno l’obbligo di donare gli alimenti invendibili, ma ancora edibili, ad associazioni che assistono le persone in difficoltà. Si stima che 107 tonnellate di alimenti verranno complessivamente donate.

Jilly Stephens direttore esecutivo di City Harvest, una delle ONG -attiva dagli anni ottanta nella distribuzione di alimenti ai bisognosi- che collabora con l’iniziativa ha espresso totale sostegno e apprezzamento per il progetto dichiarando “ Sono 1,4 milioni i newyorkesi che faticano a mettere insieme pasti regolari in tavola e che vanno sostenuti. Inoltre, il recupero di cibo in eccesso è un modo efficace per ridurre i rifiuti alimentari che sono causa di emissioni evitabili di gas a effetto serra, aiutando al contempo le persone in difficoltà”.

I partecipanti hanno ricevuto dalla città di NY istruzioni, informazione mirata, materiali personalizzati, moduli per registrare le performance e avuto la possibilità di frequentare workshop mensili sul tema tenuti da esperti appositamente organizzati.

Le 31 aziende che partecipano all’iniziativa appartengono ad una varietà di settori tra cui: impianti sportivi e stadi, grossisti alimentari, negozi e supermercati, scuole, alberghi, ristoranti, centri o edifici commerciali in collaborazione con le aziende residenti, sedi di uffici governativi come l’EPA e lo studio di produzioni televisive ABC Inc. (Disney).
Le sedi fisiche coinvolte sono in totale 39 e distribuite in tutti e cinque i distretti di New York.

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I risultati ottenuti dai partecipanti verranno misurati a fine iniziativa tra una quindicina di giorni  e tutti riceveranno un riconoscimento in base all’impegno prestato. Verranno presi in esame, e valutati per categoria di azienda,  alcuni fattori come:  gli obiettivi di riduzione del conferimento a discarica o incenerimento raggiunti divisi in tre fasce (50-75-90%); la quantità di cibo donato attraverso enti e organizzazioni locali di beneficenza;  le specificità delle singole prestazioni in relazione al successo ottenuto e/o l’innovazione messa in campo.

Mentre è stato richiesto a ciascun partecipante di poter ottenere almeno un dimezzamento dei rifiuti precedentemente non recuperati, non sono previste penalità in caso di obiettivo mancato. Lo scopo dell’amministrazione è infatti quello di instaurare un rapporto di collaborazione costruttivo con le imprese commerciali, e  a partire da questo primo gruppo,  per disegnare con loro un percorso il più realistico possibile, applicabile a tutte le aziende.
Il risultato ottenuto dall’impegno complessivo pari ad un 60% di rifiuti evitati in media reso noto ad inizio maggio è stato quantificato in quasi 13.000 tonnellate di rifiuti (di cui 4.000 tonnellate di organico compostato) sottratti a discariche e incenerimento.
Per raggiungere questa performance i partecipanti hanno modificato procedure e canali di acquisto, messo in campo azioni di riduzione degli imballaggi con l’impiego di contenitori riutilizzabili, ridotto la stampa su carta con l’utilizzo di archivi digitali e altro ancora.

Tutte le imprese commerciali di New York come stabilito dal più recente regolamento sulla gestione dei rifiuti e l’avvio a riciclo dello scorso febbraio hanno l’obbligo di recuperare tutto il riciclabile. Beni in metallo, vetro, plastica, cartoni per bevande e non solamente imballaggi, dovranno essere raccolti e le imprese dovranno verificare con i propri gestori l’effettività del riciclo per i materiali consegnati.

Dal prossimo luglio entra inoltre in vigore per alcuni settori del commercio l’obbligo di raccogliere separatamente e gestire il proprio organico che può essere donato per un successivo recupero tramite compostaggio o produzione di biogas.

Come dichiarato da Nilda Mesa, direttore dell’Ufficio per la Sostenibilità cittadino, l’iniziativa pilota, che ha permesso di raggiungere risultati notevoli e inaspettati in pochi mesi, ha soprattutto dato modo di fornire utili indicazioni su come e dove lavorare per raggiungere l’obiettivo complessivo zero waste della città.

Molto efficace lo schema della competizione adottato a New York per spingere i contendenti a dare il massimo potendo confrontare le prestazioni ottenute con quelle dei partecipanti appartenenti al loro stesso settore. Una competizione a sfondo ambientale da noi importata dal Colorado nel 2013 è stata “The reusable bag challenge”. Sfida all’ultima sporta ha coinvolto 13 Comuni che hanno gareggiato a ridurre lo shopper “usa e getta”per sei mesi  e quasi 10.000 ragazzi nella versione per le scuole.

Molto interessante, sempre guardando agli USA e a quali soluzioni e strumenti mettere in campo per affrontare lo spreco alimentare, e il progetto ReFED.
ReFED è un progetto collaborativo che riunisce oltre trenta imprese, enti nonprofit, fondazioni e leaders politici impegnati a ridurre lo spreco alimentare negli USA.

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