L’economia circolare è donna
Da velista che conquistò nel 2005 il record per la circumnavigazione più veloce in solitaria del globo a paladina dell’Economia Circolare. Sempre più aziende internazionali decidono di cimentarsi con il nuovo modello di business che Ellen MacArthur promuove con la stessa tenacia con cui affrontava il mare e sin dalla più tenera età.
Dopo aver dato l’addio al mondo dei professionisti della vela nel 2010, ed essere stata fatta Dama dell’Ordine dell’Impero Britannico dalla regina Elisabetta, l’ex velista dà vita all’omonima Fondazione per diffondere i benefici dell’economia circolare, un modello (in antitesi all’attuale) che preserva i limiti fisici e le risorse finite del nostro pianeta. Ogni anno raggiungiamo sempre prima l‘Overshoot day, ossia il giorno dell’anno in cui l’umanità esaurisce il suo budget ecologico annuo secondo il Global Footprint Network, che si occupa di misurare l”impronta ecologica del pianeta. Dopo il 20 di agosto manterremo il nostro debito ecologico prelevando stock di risorse ed accumulando anidride carbonica in atmosfera.
Mentre nel modello attuale di economia lineare le risorse vengono impiegate in modalità unidirezionale lungo le fasi di estrazione – produzione – consumo e smaltimento (dalla culla alla tomba ), il modello circolare usa le risorse nel modo più efficiente possibile. Facendole girare il più a lungo possibile nel ciclo economico attraverso il riuso e il riciclo (dalla culla alla culla) la concezione di rifiuto in questo modello viene eliminata perchè uno scarto di un processo industriale può diventare la materia prima per un altra produzione. La fase di progettazione assume pertanto un’importanza determinante per fare si che tutto il ciclo di vita di beni e servizi, dall’ approvvigionamento delle materie prime, passando per i processi produttivi, distributivi e di gestione del fine vita, sia imperniato sui concetti di rigenerazione e ripristino delle risorse. In questa prospettiva i prodotti durevoli non dovranno essere soggetti all’obsolescenza programmata ma progettati per durare il più a lungo possibile. Con l’aumento della popolazione mondiale si dovrà obbligatoriamente andare verso un utilizzo condiviso (piuttosto che possesso esclusivo) dei beni con formule simili al leasing e al noleggio ovunque possibile.
Tornando alla storia di Ellen McArthur sono 5 le prime aziende che nel 2010 aderiscono alla sua Fondazione: B&Q, BT, Cisco, National Grid ( il gestore di rete britannico) e Renault.
Il primo passo fu quello di commissionare uno studio alla società di consulenza McKinsey per quantificare il valore economico dei materiali che vengono sprecati nella produzione e fine vita dei beni e proporre soluzioni. La fase successiva -in atto- è stata la realizzazione di una piattaforma di intenti CE100 capace di riunire in un’alleanza globale grandi aziende, innovatori ma anche regioni o nazioni. Tra le adesioni più recenti SAB Miller (Peroni, Nastro Azzurro) e il Governo della Scozia.
Towards a Circular Economy
Il rapporto Towards a Circular Economy è uscito nel 2012 con il primo volume e nel 2013 con il secondo, entrambi scaricabili gratuitamente dal sito della Fondazione.
Tra i dati più eclatanti rivelati nel primo volume c’è quello della quantità di materie prime che il sistema economico attuale “divora” annualmente. Per ora siamo a 65 miliardi di tonnellate ma, se non verranno prese serie contromisure, si arriverà ad 82 annue nel 2020 con un inevitabile aumento delle quotazioni delle materie prime.
Eppure -sempre secondo il report- se l’industria europea usasse le risorse naturali in maniera più efficiente potrebbe risparmiare fino a circa 630 miliardi di dollari all’anno, che corrisponde a circa un quarto di quanto spende per approvvigionarsi e a 3-4 punti percentuali di Pil.
Nel secondo volume si trovano alcuni esempi di economia circolare possibili nei settori dei prodotti alimentari e bevande, dei prodotti tessili, e dell’imballaggio che rappresentano insieme l’80% del mercato totale dei beni di largo consumo. Il coinvolgimento di questo settore ha un’importanza strategica se si considera che assorbe come valore circa il 60% della spesa totale dei consumatori, il 35% degli input di materiali nell’economia, il 75% dei rifiuti urbani e assorbe più del 90% della produzione agricola (risorsa a rischio in un futuro non più così distante..).
Ecco un estratto dell’intervista recentemente rilasciata al Financial Times dalla McArthur.
Le sue idee stanno guadagnando appeal tra alcune delle società più importanti del mondo. Ma cos’è l’economia circolare, forse un’estensione del Lean Manifacturing ?
No, se ci si concentra sull’efficienza non si modifica il sistema. L’attuale ciclo produttivo è lineare con risorse naturali che vengono estratte per costruire un prodotto che diventa successivamente un rifiuto. Dobbiamo invece dare origine a flussi globali per i materiali.
Ad esempio, invece di comprare una lavatrice che finisce le sue giornate in una discarica, i consumatori potrebbero noleggiarla e quando si rompe averne un’altra in sostituzione. La lavatrice “defunta” verrebbe ritirata e riprogettata dal produttore e rimessa nel sistema.
Ci sono aziende che lo stanno già facendo ?
In parte lo sta facendo la Renault . Nello stabilimento di Choisy le- Roi vengono rimessi a punto parti di autovetture usati come pompe di iniezione, cambi e turbocompressori. Destinati ad essere montati su altre macchine i pezzi “ristrutturati” costano meno dei ricambi nuovi e sono coperti dalla stessa garanzia Renault. L’utilizzo di queste parti ” come nuove” permette un risparmio dell’80% di energia, dell’88 % di acqua e del 92% di sostanze chimiche che sono necessarie quando si parte da zero. In più Renault ci guadagna.
Come è nata l’idea di questo progetto ?
Progettare un giro del mondo è qualcosa di molto complesso. Ma dopo che si è salpati quanto si ha a disposizione è quello che ci si è portati in barca. Trovandosi per lo più a non meno di 2.000 o 2.500 miglia da terra e a cinque giorni da un ospedale bisogna essere autosufficienti. In queste condizioni si sviluppa un’opprimente sensazione di ciò che è finito.
Come ha fatto a realizzare le sue idee ?
Con determinazione – come quella della bambina di 4 anni che sono stata che voleva navigare intorno al mondo. Anche se non avevo idea di come farlo accadere.
L’economia era un argomento completamente nuovo- così ho parlato con esperti del settore per capire come funziona l’economia globale. Mi sono interessata prima di energia e poi al consumo di materie prime, sempre più scarse e costose.
L’economia circolare>> spiegata in meno di due minuti di visione.