L’Italia in fermento
“Destra e sinistra non fa differenza!”, quante volte l’abbiamo sentito ripetere negli ultimi anni? Ma è davvero così? Non sarebbe meglio dire che la biodiversità in politica si è pericolosamente ridotta appiattendo punti di vista e prospettive, progettualità e visioni?
Dal mio osservatorio di coordinatore dei comuni virtuosi vedo un ecosistema ricchissimo: le istituzioni locali esprimono senza alcun dubbio il meglio della classe dirigente repubblicana. Ne è una conferma “Il gioco del sindaco”, l’evoluzione del nostro premio nazionale che per quest’anno condizionato dal Covid-19 ha cambiato pelle, trasformandosi in un gioco condiviso.
In pratica abbiamo selezionato, da una lista di oltre 150 tra sindaci, assessori e consiglieri comunali gli 11 finalisti di un’ipotetica nazionale di amministratori virtuosi. Il voto popolare ha poi fatto il resto, con undicimila persone che hanno stilato la classifica finale della sindaca o del sindaco più virtuosi d’Italia.
A vincere è stato Fabio Venezia, primo cittadino del Comune di Troina (EN). La storia di questa amministrazione ha davvero dell’incredibile. In carica dal 2013 sono stati in grado di intercettare 20 milioni di euro di finanziamenti europei, grazie ai quali è stato quasi completamente recuperato il centro storico del borgo di 9.000 anime. A completare l’operazione ci ha pensato l’iniziativa delle “Case a un euro”, ciò che ha consentito di riabitare decine di appartamenti abbandonati che sono stati oggetti di riqualificazione.
Questo è un borgo che si rianima all’insegna della legalità, grazie al progetto “Troina libera dal pizzo”, che ha visto il sindaco in prima linea al fianco di imprenditori locali nel garantire trasparenza e onestà negli appalti dell’ente pubblico. Perché un borgo di montagna nelle aree interne viva occorre lavoro. Da qui nasce il progetto di riappropriazione di terreni demaniali da anni in mano alle organizzazioni criminali, trasformate in un’azienda agricola pubblica che garantisce lavoro a 20 giovani del territorio.
La biodiversità di Troina si specchia nelle altre dieci storie finaliste. Nel secondo posto di Isabella Conti, la sindaca che ha fermato il cemento nella sua San Lazzaro di Savena (BO)e di Paolo Erba, la comunità educante di Malegno (BS). E poi ancora il sindaco Gianfilippo Mignogna che a Biccari (FG)sta dando vita alla prima comunità energetica pugliese, o Rosanna Mazzia che usa le rose per coinvolgere i diversamente abili e rendere più bello un già bellissimo Roseto Capo Spulico (CS). E che dire diSilvia Rovere, prima cittadina del Comune di Ostana (CN), che nel piccolo paesino di 90 abitanti ha scelto prima di viverci, poi di riaprire un rifugio, crescere la propria famiglia e farci un progetto di vita? E che oggi, grazie ai progetti di turismo lento e valorizzazione culturale sta facendo rinascere il borgo?
Eccola qui, l’Italia fertile delle comunità locali. Storie di restanza e di resilienza che indicano la rotta e definiscono la giusta dimensione delle cose. Al di là delle chiacchiere e molto più efficacemente della retorica a reti unificate della politica nazionale. Intensiva per antonomasia. Arida, come un terreno secco sfruttato fino al midollo.