Lo scotch non tiene più

Ieri un collega Sindaco mi prendeva bonariamente per il sedere perchè quando succede qualcosa scrivo a qualche politico delle istituzioni superiori.

In effetti, tra presidenti e assessori di regione, prefetti, ministri e primi ministri, mi manca poco per fare tombola. Inutile dire che zero risposte.

Per dire, i sacchi di monetine sono ancora lì, i cinghiali scorrazzano allegramente per le nostre montagne, gli adolescenti non hanno un soldo bucato ed un progetto per loro, e i bambini d’estate ci siamo arrangiati noi.

Da soli.

E’ che le mie non sono lettere. Sono campanelli d’allarme. Sono urla inascoltate dal solito confine dell’impero. Sono le voci, la rabbia, la frustrazione che ci vengono buttate addosso, a piene mani, tutti i santi giorni, nei confronti di questo Stato.

Noi sindaci abbiamo il ruolo di collegare i cittadini, che vediamo dalla mattina alla sera, e lo Stato. Siamo lo scotch malandato che tiene assieme i pezzi. Ecco, dopo lo spiacevole spettacolo al governo di oggi, o il rimpasto regionale della settimana scorsa, questi pezzi sono sempre più lontani.

Lo scotch tiene sempre meno. Non è cosi importante quale sia il senso di queste partite a poker, che si ripetono continuamente. A Roma un anno e mezzo fa. A Milano la settimana scorsa. A Roma oggi, e nei prossimi giorni. Il senso, purtroppo, lo intuisco, e un po’, sinceramente, mi ripugna.

Ma non è la mia partita. E, purtroppo, nemmeno quella dei miei cittadini. Ai quali, da domani, dovremo provare a spiegare di nuovo, e con molte molte meno armi, perchè dobbiamo tutti assieme continuare a credere in questo Stato, bellissimo e che adoro.

Da soli.

Perchè, tolto spettacolari eccezioni di politici ammirevoli (se volete ve li presento), al cuore dell’impero questa cosa di essere utili ai cittadini e credere nello Stato, ecco, questa cosa, non interessa.

Paolo Erba, sindaco di Malegno (BS)