Messaggio in una bottiglia di vetro da Galatone : cambiate il sistema dando un valore al “rifiuto”
E’ passato quasi un anno da quando come comuni virtuosi abbiamo lanciato la campagna “A Buon Rendere – molto più di un vuoto” che ha unito in una coalizione le organizzazioni nazionali e di interesse locale che chiedono al governo nazionale l’implementazione di un sistema cauzionale per contenitori di bevande.
Pubblichiamo a seguire la lettera che l’associazione “Galatonesi a raccolta” di Galatone in provincia di Lecce ha appena lanciato per combattere quella che definiscono “la piaga delle bottiglie abbandonate“.
L’associazione, che ha aderito alla nostra campagna, spiega di averla inviata niente meno che al Ministero di competenza (MASE) e alla Regione per accelerare l’introduzione di un sistema di deposito su cauzione considerato come l’unica soluzione al problema.
Nel frattempo – informano – i volontari continueranno a raccogliere e ammucchiare le bottiglie in vetro abbandonate, ma senza rimuoverle!
Siamo i volontari dell’associazione “Galatonesi a Raccolta – Pulito è più bello”, impegnati da anni nella raccolta dei rifiuti abbandonati lungo le strade di campagna del nostro Comune, Galatone, in provincia di Lecce. Il nostro prolungato impegno ha dato in generale ottimi risultati, tranne che per alcuni tipi di rifiuti, quali le bottiglie in vetro.
Lungo le strade del nostro Comune, infatti, – ma tutto il Salento è nelle stesse condizioni, per limitarci a parlare del territorio che conosciamo meglio – è da ormai 7-8 anni che raccogliamo quintali e quintali di bottiglie abbandonate e, ogni anno, ritroviamo le stesse quantità negli stessi posti, a conferma che le nostre campagne di sensibilizzazione, sui social, con i volantini, con i cartelloni, con gli incontri nelle scuole, non sortiscono nessun effetto.
Basti pensare che durante la nostra ultima passeggiata ecologica in una zona di campagna del nostro Comune (contrada Spisari) dello scorso mese di novembre, abbiamo raccolto circa 400 bottiglie, per un totale di 80 kg di vetro, in soli 300 m di strada.
Siamo ormai convinti che l’unico modo per limitare l’abbandono di bottiglie sia di introdurre i Sistemi di Deposito su Cauzione (Deposit Return System o DRS). Il meccanismo, per molti noto, è semplice: si dà un valore alla bottiglia, maggiorando il costo di vendita, con la possibilità di recuperare quel costo in più andando a conferire la bottiglia in appositi contenitori. I sistemi di deposito su cauzione sono attivi in molti paesi d’Europa e anche in Italia era prevista l’introduzione ma ancora non si è visto niente. Noi siamo anche convinti che quanto più alto è il costo della cauzione, tanto meno abbandoni ci saranno, come già avviene in Germania, dove è attivo il sistema denominato Pfand, grazie al quale le 400 bottiglie recuperate nell’ultima raccolta avrebbero fruttato circa 32 € ed è dunque quasi impossibile trovare bottiglie in abbandono.
Chiediamo dunque un concreto impegno delle Istituzioni, a tutti i livelli, per introdurre anche in Italia il sistema di deposito su cauzione delle bottiglie di vetro e di plastica, e risolvere definitivamente il problema dell’abbandono dei suddetti rifiuti, a beneficio dell’ambiente e del decoro dello splendido paesaggio del Salento (e del Bel Paese tutto).
Distinti saluti,
ass.ne “Galatonesi a Raccolta – Pulito è più bello”
Quali lezioni da trarre per l’Italia con focus sul vetro
Le lezioni da trarre rispetto alla necessità di dovere importare vetro da altri paesi – collegata al fatto che le bottiglie in vetro rappresentano la tipologia di contenitore maggiormente disperso in luoghi urbani e non su tutto il territorio nazionale – , a nostro parere sono principalmente quattro:
1. un DRS garantisce il raggiungimento di obiettivi di raccolta impossibili da raggiungere con la raccolta differenziata e in tempi brevissimi;
2. l’abitudine a riconsegnare l’imballaggio viene acquisita “spontaneamente” senza bisogno di sensibilizzare e convincere le persone;
3. si riduce la quantità di rifiuti abbandonati nell’ambiente, un aspetto di fondamentale importanza per i paesi a vocazione turistica come l’Italia;
4. un DRS conviene anche all’industria delle bevande ( ed è il motivo per cui ne hanno accettato l’introduzione voluta dal governo), anche se in Italia si tende a fare credere il contrario.
Probabilmente quando i produttori di bevande dovranno sostenere il 100% (80% in deroga) dei costi di raccolta differenziata degli imballaggi, attualmente sostenuti per una maggiore quota dai Comuni (e dalla bollette dei cittadini), cambieranno idea.
Per quanto riguarda l’importazione del vetro raccolto dai maltesi per essere lavorato in Italia (quantità non rivelate nell’articolo) si registra una contraddizione di fondo che dovremmo risolvere per aiutare l’economia del settore del vetro.
Secondo i dati diffusi da Coreve l’incremento della domanda di rottame da parte delle aziende produttrici italiane ha infatti reso necessaria l’importazione di ulteriori 210.000 tonnellate di rottame di vetro da altri Paesi europei(Austria, Francia e Germania) che non concorrono a determinare i risultati di riciclo nazionali.
Per compensare la mancanza di vetro e intercettare buona parte delle oltre 400.000 tonnellate che ancora oggi finiscono smaltite il Consorzio ha lanciato insieme ad Anci (Associazione Nazionale Comuni Italiani) interventi strutturali per un investimento complessivo di circa 10 milioni di euro. Per quanto possano essere programmi strutturali è il meccanismo incentivante della cauzione che determina intercettazioni superiori al 90%.
Perché sprecare in inceneritori, discariche e disperse nell’ambiente bottiglie di vetro che potremmo invece riciclare? Tutti i movimenti spontanei di cittadini e le sedi locali di associazioni nazionali che sul territorio italiano partecipano a clean up riferiscono che gli imballaggi numericamente più presenti sono le bottiglie di vetro per bevande e di birra in particolare.
Nell’esigenza di raggiungere gli obiettivi di Carbon neutrality al 2050, scrive su Linkedin Enrico Galasso Presidente e AD di Peroni, “il vetro a perdere rappresenta una criticità fortissima (circa il 30-35% di tutta la CO2 emessa dalla filiera della birra in Italia, è causata dal vetro a perdere).“
L’industria che utilizza il vetro a perdere ha davanti a sé due opzioni per mitigare o risolvere il problema degli abbandoni di cui solamente la seconda è perseguibile nella realtà ( a guardare oltre confine).
- trovare una modalità per evitare questo spreco e assumersene la completa responsabilità finanziaria (inclusa una rimozione puntuale di queste bottiglie organizzando continui clean up dove si manifestano maggiormente gli abbandoni);
- sostenere un sistema di deposito cauzionale e spostare la commercializzazione per alcune bevande come la birra decisamente sul vuoto a rendere ( o alla spina ma con fusto riutilizzabile e non monouso come nel caso di Carlsberg), che è già realtà in diversi paesi in cui le bottiglie in vetro ricaricabili sono presenti nei circuiti della GDO. Questo significa ricostruire sul territorio nazionale filiere di produzione, distribuzione e infrastrutture di lavaggio a corto raggio partecipate da più produttori che usano le stesse bottiglie standarizzate.