Ritratto di un paese
Il grande teatro nel paese più piccolo: torna a Baradili il Festival Cantiere, una tra le più longeve realtà della cultura in Sardegna che taglia il traguardo della venticinquesima edizione.
Appuntamento da giovedì 27 a domenica 30 agosto, nel cuore della Marmilla, con alcuni dei più importanti e premiati protagonisti del teatro di ricerca e sperimentazione italiano. A completare il cartellone, un ricco programma di musica d’autore che prevede l’unica data sarda di Bobo Rondelli.
Sotto la direzione artistica e organizzativa di Franco Marzocchi e Aurora Aru, la rassegna si muove con rigore e coerenza sul solco tracciato sin dalle prime pionieristiche edizioni tra le miniere di Montevecchio e in seguito nelle campagne di Soleminis: il Festival Cantiere è infatti il luogo in cui gli artisti dialogano e creano, in cui gli spettacoli si sviluppano o prendono forma, in cui le arti si contaminano dando vita a nuovi percorsi. Il tutto in simbiosi con le comunità ospitanti: il piccolo paese di Baradili insieme alle istituzioni e alle associazioni della Marmilla e delle Due Giare.
Da sempre, infatti, Progetti Carpe Diem lavora nelle realtà più periferiche della nostra isola, in cui la bellezza dell’arte incontra quella dei luoghi, spesso poco frequentati e che non di rado si rivelano al pubblico per la prima volta. Nel rispetto delle norme anti-Covid, gli spettacoli si terranno in presenza in alcuni degli angoli più suggestivi di Baradili: le case a corte nel cuore del borgo medioevale, casa Usai e casa Lavra, perfettamente conservate e restaurate nel corso di questi ultimi anni. Quinta d’eccezione sarà poi l’incantevole bosco di Mitza Margiani, nell’area comunale di Villa Verde.
“Ritratto di un Paese” è il laboratorio teatrale che dà il titolo all’edizione 2020 del Festival Cantiere, un concetto che nasce dall’incontro con le persone di una comunità e che allarga il proprio sguardo a una realtà più ampia e complessa, a un’idea concreta e meno convenzionale di Paese. Con Gigi Gherzi, Giuseppe Semeraro, Franco Marzocchi e Simone Petrucci si indagherà sul senso di appartenenza e di estraneità, di isolamento e di collettività.
Nel ricco programma di questa venticinquesima edizione c’è molta curiosità per il debutto di Alessandro, primo studio di uno spettacolo ispirato all’instancabile lavoro di Alessandro Leogrande, giornalista e scrittore scomparso nel 2017 che ha dedicato al racconto degli ultimi gran parte della sua opera. In scena uno dei più intensi protagonisti del teatro di narrazione italiano: Fabrizio Saccomanno, pugliese come Leogrande, che salpa per un viaggio a bordo delle navi dell’operazione Mare Nostrum, pescando le parole dai fondali in cui sono nascoste.
Al centro della ricerca di Giuseppe Semeraro c’è invece la figura di Danilo Dolci: poeta, intellettuale, pedagogo. Semeraro attraversa la sua vicenda umana in Digiunando davanti al Mare, spettacolo fresco vincitore del Premio Museo Cervi-Teatro per la Memoria, uno dei maggiori riconoscimenti per le opere di teatro civile, ricevuto lo scorso 25 luglio al Festival Teatrale di Resistenza.
Dalla felice esperienza di ricerca del Lavoratorio di Firenze arriva poi il percorso in tre tappe dal titolo La boutique del mistero, tratto dai racconti di Dino Buzzati, per la regia di Andrea Macaluso con Silvia Paoli, Andrea Macaluso, Alessandro Baldinotti, Daniel Dwerryhouse. Un cast eccezionale con attori dalla solida esperienza al fianco dei grandi del teatro italiano e internazionale, da Gabriele Lavia a Peter Stein, da Massimo Verdastro a Gino Landi. Insieme a loro anche Giusi Merli, nota al grande pubblico per la parte della “Santa” ne La Grande Bellezza di Paolo Sorrentino. Lo spettacolo sarà arricchito dalle musiche dal vivo di Francesca Corrias, Filippo Mundula e Nicola Pedroni: otto artisti sullo stesso palcoscenico a formare un mosaico di voci e suggestioni.
La storia di un bambino e di suo padre è invece al centro dello spettacolo di e con Gigi Gherzi: Fuori via – Il bambino che guardava i quadri, per la regia di Maurizio Schmidt. Una produzione del Teatro Franco Parenti di Milano che mette in scena un dialogo costante con l’opera critica e poetica di Giovanni Testori.
Protagoniste del Festival Cantiere anche le marionette di Appesi a un filo, che ballano, soffrono, sperano, ridono, con lo stesso spirito che muove gli esseri umani. Un progetto di e con Agostino Cacciabue e i costumi di Rita Xaxa.
Sarà questa, inoltre, un’edizione a forte vocazione musicale, laddove la musica si fa tramite per continuare a raccontare storie. Come quelle di Bobo Rondelli, uno degli ultimi “maledetti” della canzone italiana, che nel suo concerto dal titolo Giù la maschera dà vita a uno spettacolo intimo e leggero, pensato per questa estate di ritorno alle cose semplici. Da performer di razza, Rondelli canta di amori difficili e storie tragicomiche, a cavallo tra l’intrattenimento e la provocazione.
La musica del Cantiere è anche quella di Redi Hasa, maestoso violoncellista che da molti anni gira il mondo con Ludovico Enaudi, e Rocco Nigro, giovane protagonista del Rinascimento salentino. Due musicisti con storie diverse ma con un unico respiro e un’autentica visione dei poteri taumaturgici della musica.
Il viaggio sonoro prosegue poi per il pianoforte di Luca Mannutza – che con il suo Musica around the world propone una suggestiva alternanza tra la canzone e lo standard jazz; e Francesco Morittu – che in Giogu de Contus trasporta il pubblico in un concerto solista di musiche per chitarra classica e chitarra sardo-campidanese.
Da giovedì 27 a domenica 30 agosto, nelle corti medioevali e nei boschi della Marmilla, cinque giorni di grande spettacolo nel paese più piccolo della Sardegna.
La venticinquesima edizione del Festival Cantiere è finanziata dalla Regione Sardegna e dal ministero per i Beni Culturali, e sostenuta dai comuni di Baradili e Villa Verde e dal consorzio Due Giare.