Stop allo spreco di materie prime: il piano di Amsterdam è circolare

Per ciascuno di questi flussi di materiale sono state sviluppate specifiche strategie insieme all’industria, esperti del settore e rappresentanti del governo locale che hanno indicato quali condizioni siano necessarie per una transizione verso un riciclo/riutilizzo di qualità che sia economicamente sostenibile.
Si tratta di condizioni che vertono su aspetti come: la certezza/sicurezza sulle quantità dei volumi di materiali in entrata, gli sbocchi di mercato per le materie riciclate/riprocessate, lo sviluppo delle conoscenze, la cooperazione tra le imprese con lo stesso tipo di flusso di rifiuti, e/o la necessità di introdurre un diverso modello finanziario, ecc. Nei prossimi mesi l’Amsterdam Economic Board insieme ai comuni della regione metropolitana sigleranno degli accordi commerciali circolari “circular deals” con imprese che si occuperanno di gestire specifici flussi di materiale. In linea di massima l’intervento del Board si conclude una volta che le parti interessate nella gestione di un particolare flusso di materiale raggiungono un accordo, senza entrare nella fase attuativa. In questo modo il Board può dedicarsi ad affrontare la gestione di nuovi flussi.

Approccio per flussi di materiale
Per gestire i diversi flussi di materiale è necessario definire a priori un approccio per ciascun flusso. Questo perché il ruolo che i governi locali e l’industria devono giocare nella sottoscrizione e poi gestione di uno specifico deal varia a seconda del materiale. Sulla base dell’approccio gestionale richiesto abbiamo definito a grandi linee tre categorie di appartenenza per i flussi di materiale:
1. Flussi di materiali che permettono “una chiusura del cerchio” a livello di Comune. Un buon esempio sono i rifiuti da costruzione e demolizione (C&D). Nel comune di Amsterdam questo flusso di materiale rappresenta il 40% dei rifiuti complessivi. I materiali frutto di demolizioni vengono riutilizzati in Olanda al 90% in applicazioni di basso livello come sottofondazione stradale. Eppure ripensando in chiave circolare il settore C&D si possono ottenere benefici economici complessivi pari ad 85 milioni di euro all’anno e 700 nuovi posti di lavoro nella sola Amsterdam per soggetti con un basso livello di scolarizzazione (4).

Rispetto alla divisione dei ruoli tra governo e industria per approcciare questo flusso è evidente che è in primis il committente (pubblico e privato) a giocare un ruolo cruciale inserendo il parametro della circolarità nelle politiche di acquisto. Inoltre se è l’impresa edile che deve demolire con modalità circolari (per un recupero selettivo e di valore dei materiali) è necessaria la collaborazione delle autorità locali per lo stoccaggio provvisorio dei materiali o la costruzione di un database digitale. In questo post abbiamo raccontato della piattaforma Repurpose che mette in contatto offerta e domanda di materiali riciclati e offre consulenza su come effettuare costruzioni e demolizioni in modalità circolari.
Un altro esempio per questa categoria sono i flussi provenienti dai rifiuti elettrici ed elettronici. Il disassemblaggio dei Raee può avvenire a livello comunale mentre il riciclaggio dei materiali ottenuti deve avvenire a livello di regione metropolitana o addirittura sovra-regionale.
La creazione di centri locali dedicati al disassemblaggio possono favorire in particolare l’occupazione dei lavoratori che hanno difficoltà di inserimento nel mercato del lavoro.

2. Flussi di materiali da raccogliere a livello di regione metropolitana per raggiungere i volumi necessari alla creazione di un mercato redditizio per il materiale riciclato. In questa categoria rientrano i rifiuti organici, il tessile non più utilizzabile/indossabile, i rifiuti di plastica non selezionati per tipologia polimerica e i prodotti assorbenti per l’incontinenza. Il compito delle autorità pubbliche è quello di mettere in comune i flussi di materie prime attraverso le politiche degli acquisti pubblici mentre spetta al mercato investire in un riciclaggio di alta qualità.
Anche in questo caso, la divisione dei ruoli tra aziende e autorità locali deve essere rimodulata ai fini di un riciclo/riutilizzo di qualità. Prendiamo come esempio, il flusso dei rifiuti organici che include oltre all’organico prodotto nelle case gli scarti della filiera agro-alimentare, i fanghi di depurazione e gli sfalci erbosi provenienti da spazi verdi pubblici (comprese le piante acquatiche) che richiede un approccio diversificato per tipologia. Una collaborazione tra governo e industria nella gestione di questi flussi può apportare ogni anno sino a 150 milioni di euro di ulteriore valore e almeno 1.200 nuovi posti di lavoro (5).
3. Flussi di materiali prodotti in piccole quantità da singole aziende. Per questa tipologia di scarti è necessario raccolti e sommati a flussi simili provenienti da altre aziende per arrivare alle quantità necessarie per un riciclo di alta qualità che offra un utile alle aziende partecipanti. Per arrivare a questo obiettivo serve sviluppare uno schema di organizzazione e un modello finanziario che renda l’operazione economicamente sostenibile e redditizia. Un esempio per questo flusso è quello dell’argilla sbiancante utilizzata nella produzione alimentari che viene smaltita dalle aziende come scarto. All’interno della catena agroalimentare ci sono diversi altri flussi che attuamente vengono bruciati e che le aziende potrebbero invece sfruttare come valore aggiunto, stimolando crescita sostenibile ed occupazione.

La crescita di molteplici nuove attività volte al riciclaggio di alta qualità comporta una progressiva riduzione del rifiuto residuo e quindi un ridimensionamento della capacità degli impianti che trattano i rifiuti.
Attraverso questo processo di costruzione di un’economia circolare e una riduzione delle attuali capacità di incenerimento che vengono modulate a livello di area metropolitana, si potrà prevenire la distruzione di capitale naturale ed economico. Lo squilibrio può essere colmato in via provvisoria importando rifiuti provenienti da altri paesi europei, tra cui l’Inghilterra.
Complessivamente questo passaggio ad un riciclo di qualità dei flussi di materiale porterà un aumento delle attività commerciali e dei posti di lavoro, più innovazione e sviluppo della conoscenza e maggiori benefici ambientali. Le stime sugli impatti economici previsti per la regione metropolitana variano, ma 2.000 posti di lavoro entro il 2025 pare un traguardo raggiungibile. La maggior parte delle iniziative in materia di riciclaggio di alta qualità dei flussi di materiali comporta notevoli investimenti in nuovi impianti. Questo requisito attrarrà pertanto investitori con grandi capitali. Ma ci sarà ampio spazio anche per le start-up che troveranno terreno fertile per il loro potenziale di idee innovative nello scenario che verrà a crearsi.

La cooperazione nella regione metropolitana: una condizione per il successo
L’impegno e le energie che i Comuni, il mondo imprenditoriale e i cittadini mettono in campo per arrivare ad un uso efficiente delle risorse nella regione metropolitana acquisiscono maggiore forza dalla collaborazione. Ogni Comune/territorio all’interno della regione metropolitana ha una sua potenzialità economica che soddisfa specifiche parti dell’intero programma “grondstoffentransitie”.
Ogni territorio potrà scegliere il proprio posizionamento sulla base delle sue potenzialità economiche, e specifiche priorità educative, culturali e sociali. In una fase di coordinamento tra i Comuni si arriverà a stabilire uno o più cluster di attività circolari sui quali ogni territorio concentrerà i propri sforzi. Ad esempio, il Western Harbour (Westelijk Havengebied) è estremamente adatto attività industriali di grandi dimensioni, Zaandam per un riciclaggio di alta qualità di flussi agroalimentari, Haarlemmermeer per le colture vegetali prima citate e per applicazioni circolari nel settore edile (costruzioni e demolizioni) e Almere / Lelystad per il riciclo del tessile. Un progetto di cluster circolare complessivo e dettagliato per la regione metropolitana è in fase di preparazione in concerto con le amministrazioni locali.
L’unione delle forze tra autorità locali, cittadini, imprese, mondo accademico e della ricerca può fare decollare nella regione metropolitana un hub circolare per beni e materiali di rilevanza europea. Lo spin – off di questa iniziativa è enorme: 4000 nuovi posti di lavoro al 2025 ( con l’impiego di persone con difficoltà di inserimento nel mercato del lavoro) ; (extra) crescita economica capace di generare almeno 1 miliardo di euro in più ogni anno; sviluppo di innovazione e conoscenza; e una significativa riduzione nel consumo di risorse e
emissioni di gas climalteranti. Per dirla in breve questo progetto di transizione ha l’effetto di creare uno scenario culturale ed economico che fa appello alla creatività e alla volontà di innovare. Creando allo stesso tempo valore aggiunto per cittadini e imprese a livello di economia, salute e ambiente .

(1) Bastein-Roelofs-Rietveld-Hoogendoorn: Kansen voor de Circulaire Economie in Nederland, TNO rapport R10864 2013.
(2) Idem come sopra
(3) Ellen MacArthur Foundation, Towards the Circular Economy; Economic and Business Rationale for an Accelerated Transition, UK 2013
(4) Circle Economy, TNO, Fabric, Amsterdam Circulair; Een visie en routekaart voor de Stad en Regio- Oktober 2015
(5) Idem come sopra

 

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