Un calcio al sintetico
Nell’aprile 2024 il Parlamento Europeo, tra gli obiettivi urgenti da perseguire, ha messo al primo posto la lotta alle microplastiche (plastiche dal diametro <5mm, quelle che maggiormente sfuggono al contenimento fisico e finiscono inevitabilmente per riversarsi incontrollate nell’ambiente).
Nel documento ufficiale il primo esempio portato per descrivere le microplastiche da vietare sono le plastiche o gomma d’intaso dei campi sportivi in erba sintetica. Questo come primo passo, in attesa di un’analisi e un giudizio anche sull’innegabile rilascio di microparticelle plastiche (nell’ordine dei micron) derivanti dall’usura degli stessi filamenti d’erba artificiale, non solo dell’intaso, sotto l’azione del gioco e degli eventi atmosferici.
In Italia esistono 24.139 campi di calcio omologati per la pratica calcistica (dati dell’ultima analisi rilasciata ufficialmente dalla FIGC nel 2021, in collaborazione con AREL Agenzia di Ricerche e Legislazione e PwC Pricewaterhouse Coopers). Di questi, 12.415 sono registrati e utilizzati in competizioni ufficiali del mondo dilettantistico, di cui il 57% in erba naturale, il 20% in erba sintetica ed il restante in terra battuta o altro materiale.
Ipotizzando una media di superficie interessata (stima al ribasso) di 6000mq a campo, il totale nazionale in questione ammonta a 14.483,4 ettari (ovvero 144.834.000 mq) per gli omologati, di cui 7.449 ettari per i registrati in competizioni ufficiali. In termini comparativi, i soli campi da calcio in Italia ricoprono una superficie pari a ca. il 4% dell’intera superficie boschiva del Trentino.
Al fine di ridurre l’inquinamento da microplastiche, il Regolamento UE 2023/2055 vieta, tra le altre cose, l’immissione sul mercato di materiale da intaso da utilizzare su superfici sportive in erba sintetiche in quanto tale materiale “rappresenta il maggior contributo in termini di uso di microplastiche nei prodotti, nonché la principale fonte di emissioni ambientali di microparticelle di polimeri sintetici intenzionalmente presenti a livello europeo“. Per tali applicazioni, la Commissione ha previsto un periodo transitorio di 8 anni prima dell’entrata in vigore del divieto (che si applicherà pertanto a decorrere dal 17 ottobre 2031), al fine di assicurare che le superfici sportive esistenti che utilizzano tale prodotto possano arrivare a fine vita prima di dover essere sostituite.
Mai come in questo ultimo anno in Italia si è assistito alla pressione degli operatori di settore presso le amministrazioni pubbliche per la realizzazione e progettazione di campi in erba artificiale, con un incremento e una velocità senza precedenti nel passato.
In Olanda, per contro, la federazione calcistica ha già iniziato a far dismettere i campi in sintetico e in Svizzera la città di Zurigo ha già fatto togliere tutti gli intasi dalle superfici artificiali esistenti…
Un campo in erba sintetica per essere approvato all’utilizzo e omologato deve seguire una e una sola procedura progettuale (capitolato della LND Lega Nazionale Dilettanti, unico ente preposto all’omologazione in Italia), tra cui: impianto d’irrigazione obbligatorio (il campo in sintetico deve essere irrigato per poter essere utilizzato nei mesi più caldi e durante l’anno per stabilizzare i materiali), scavo di migliaia di metri cubi di terreno e fornitura ed esecuzione di un cassonetto in inerti di diametri crescenti, manutenzione provata con fatture da parte di ditte specializzate (il campo in sintetico deve essere manutentato), controllo periodico della rispondenza ai parametri imposti in fase progettuale (omologazione triennale a pagamento), ecc. (Fonte Lega Nazionale Dilettanti).
Ad ogni modo, volendo evitare il confronto diretto con i campi sintetici (che, comunque, mai come ora diventano una soluzione finanziariamente ingiustificabile e dall’impatto ambientale anacronistico), l’obiettivo del progetto che vorremmo proporre è convertire i campi da calcio esistenti e futuri in superfici stabilmente verdi adibite alla cattura e stoccaggio del carbonio con saldo positivo o quantomeno tendenti alla neutralità d’impronta, lungo tutto il ciclo di vita. Siamo convinti che la soluzione migliore sia quella di utilizzare specie macroterme rigogliose nel periodo estivo (Cynodon spp.), alternate a immissione di specie microterme rigogliose nel periodo autunno-vernino (Lolium perenne). Una soluzione largamente sfruttata dal calcio professionistico, nella quasi totalità degli stadi ed impianti sportivi di pregio: Napoli, Roma, Genova, Parma, Reggio Emilia, Palermo, Bari, Padova, Ferrara, ecc. ecc. (e questo non certo per sensibilità ambientale, ma per le eccellenti proprietà funzionali al gioco che regalano queste superfici).
Ora: la maggioranza dei “campi di provincia” ha già “la fortuna” di essere composta floristicamente da Cynodon spp. (la comune gramigna), a differenza degli stadi dove le grandi società hanno dovuto investire per farla attecchire. L’obiettivo è quindi quello di sviluppare un progetto, valido a livello nazionale, tendente ad agevolarne la naturale crescita, per poi essere implementata con normali pratiche manutentive tramite l’immissione di Lolium perenne.
Il progetto racchiude in sè una molteplicità di fattori virtuosi, tra cui ricordiamo:
- Saldo neutro se non positivo in cattura e stoccaggio del carbonio
- Realizzazione di superfici verdi naturali a costi nettamente inferiori rispetto a quelle sintetiche (dell’ordine di 1/8 al momento della realizzazione, ma con l’ulteriore differenza che il ciclo vitale di un sintetico è nella migliore delle ipotesi di 10 anni, mentre un campo naturale una volta fatto è perenne)
- Costi di manutenzione contenuti e programmabili
- La realizzazione, cura e gestione delle superfici vedrebbe il coinvolgimento di imprese del verde che possono essere anche di dimensioni piccolo-medie, con una ripercussione positiva sull’economia e il sociale anche dei centri minori (per contro, gli impianti in sintetico possono essere realizzati e manutenuti solo da poche grandi società specializzate nazionali)
- Gli adacquamenti irrigui rientrerebbero nel virtuoso ciclo di cattura e stoccaggio del carbonio (lo stesso non si può dire del sintetico), con un ulteriore plus derivante dalla presenza di Cynodon spp. nei mesi estivi, che non risentirebbe di eventuali blocchi prefettizi per criticità idrica (come nel 2022 e 2023, ad esempio), poiché capace di gestire lunghi periodi di siccità senza soccombere.
- Aumento del benessere sociale grazie allo svolgimento di attività motorie su una superficie in erba naturale
Per approfondire o ricevere informazioni utili: info@comunivirtuosi.org.