Candidiamo le comunità
“Una comunità è come una nave; chiunque dovrebbe essere preparato a prendere il timone.” (Henrik Ibsen)
“L’ANCI tutela e rappresenta gli interessi generali dei Comuni, delle Città metropolitane e degli enti di derivazione comunale costituendone il sistema di rappresentanza. Persegue i propri scopi ispirandosi a valori di autonomia, indipendenza e rappresentatività”.
Così recita parte dell’ART. 1 dello Statuto dell’Associazione nazionale dei comuni italiani. Per la proprietà transitiva, tutelando gli interessi dei comuni, l’Anci dovrebbe difendere gli interessi dei cittadini delle comunità locali. Perché è questo che, di fatto, fanno gli oltre ottomila comuni attivi in Italia. Provare ad arginare la deriva di tagli, chiusura dei servizi, abbandono delle terre di mezzo che sempre più spesso si abbattono come una scure sulle comunità locali.
Il programma è chiaro e, in parte, condivisibile. Occorre ottimizzare le risorse, difendere i servizi pubblici locali, rendere omogenea un’offerta che oggi vive di disparità evidenti tra regioni diverse e tra singole municipalità più o meno all’altezza del compito. Ma se questo significa un taglio netto e indiscriminato, che non premia i virtuosi e non punisce chi per troppo tempo ha sperperato risorse per interessi di parte, allora è il caso di lanciare un grido di allarme e provare, concretamente, ad invertire la rotta.
In positivo, nell’Italia delle periferie e dei piccoli e medi comuni, esistono progetti ed esperienze che, sommate, danno spesso le risposte nuove di cui il Paese ha bisogno per uscire da problemi vecchi come la nostra democrazia.
Per questo, come associazioni e reti di comuni, abbiamo deciso di avanzare una nostra candidatura alla guida di un’Istituzione così autorevole ed importante. Lo facciamo proponendo il nome di Ivan Stomeo, sindaco di Melpignano (LE), piccola comunità nel Salento che, partendo da una semplice idea, ha costruito un evento che è la rappresentazione del patrimonio di cultura, occupazione e turismo sostenibile delle nostre comunità.
Noi pensiamo che sia arrivato il tempo di spostare l’attenzione, e con essa l’ordine delle priorità, dal centro alle periferie, dal grande al piccolo, dalla velocità degli annunci alla pazienza della costruzione quotidiana. Occorre restituire dignità alle comunità locali, rilanciare l’azione dei comuni introducendo norme, incentivi e risorse che puntino alla qualità e a sistemi di premialità per chi sceglie l’ambiente e il recupero, la cultura e il turismo.
Immaginiamo un’associazione finalmente libera da condizionamenti di varia natura, capace di elaborare una propria visione ed influenzare i decisori politici ad assumere atti conseguenti. La politica è o dovrebbe essere visione del futuro, elaborazione progettuale. Amministrare i territori è tutto questo, unito alle incombenze di quotidianità spesso in trincea. Vogliamo un’associazione itinerante, sganciata dai palazzi romani, che non si innamori del proprio ombelico e che sappia produrre orizzonti nuovi. Una rete a cui ogni comune, di qualsivoglia colorazione politica, dimensione, collocazione geografica, possa guardare con empatia e fiducia, sapendo di trovare una porta sempre e comunque aperta.
Primi firmatari dell’appello
Bengasi Battisti, Presidente dell’Associazione Comuni Virtuosi
Maurizio Capelli, Segretario generale dell’Associazione Borghi Autentici d’Italia
Giovanni Maiolo, Coordinamento nazionale Recosol, Rete dei Comuni Solidali