La scelta errata di un sindaco pregiudica il futuro di un intero territorio

Tra il 1990 e il 2006 i 19 Paesi membri UE hanno cementificato terreni agricoli contraendo la loro produzione interna annua… Per compensare questa perdita sono state convertite ad agricoltura centinaia di migliaia di ettari naturali e semi-naturali (boschi, praterie, etc.) in Paesi africani, Sud americani e Nord americani.

L’Egitto, nostro fornitore di grano, già nel luglio 2013 era in forte sofferenza per incapacità a soddisfare pienamente la domanda interna, ma nello stesso istante navi cariche di cereali salpavano dai suoi porti alla volta dell’Europa affamata e sprecona, oltre che incapace – da anni – di soddisfare la propria domanda interna, anche per via del fatto che si è contratta, sotto la scure del cemento, la superficie agraria utile.

La domanda che oggi deve informare l’inizio di ogni progetto di territorio è se possiamo permetterci di continuare a cementificare i terreni più agricoli del mondo (come la Pianura Padana) e mettere a repentaglio la sovranità alimentare delle genti di altri paesi assieme agli equilibri di pace internazionali.

La distanza tra la decisione urbanistica del sindaco del comune più piccolo d’Italia e una crisi internazionale è molto più corta di quanto siamo convinti.

Paolo Pileri – “Che cosa c’è sotto” (Altreconomia)

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